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Esteri

L’alba dell’offensiva ucraina

La visita di Zelensky in Italia con simboli dei filonazisti esposti. Nuove forniture militari dalla NATO, Abbattimento di caccia russi con armi NATO, Situazione presso Artemovsk, Pace senza NATO, l’iniziativa di Perugia.

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esplosione di Khmelnisky

Aree di crisi nel mondo n. 155 del 14-5-2023

Roma

Mentre il figurante nei panni del presidente ucraino termina il suo tour promozionale per le questue nella UE, passando per l’ultimo dei Paesi in ordine di importanza, l’Italia, nel suo Paese fervono i preparativi per l’inizio delle operazioni di terra.

Questa, al pari della precedente e più volte rimandata offensiva d’estate, credo sia una delle più anticipate offensive ucraine.

Abbiamo già più volte spiegato come mai non sia influente ai fini militari la sua anticipazione mediatica, ma credo non nuoccia ricordarlo.

I moderni sistemi di sorveglianza in profondità a disposizione della NATO come della Russia, anche se in quantità minore, permettono loro di monitorare gran parte dei movimenti e delle comunicazioni del nemico.

Pertanto sia che una operazione venga annunciata sia che non lo sia affatto, ai fini militari nulla cambia.

Non esiste più il fattore sorpresa come ai tempi dei Romani, Annibale oggi non coglierebbe in ordine di marcia le forze del console Gaio Flaminio Nepote, in quanto grazie ai droni saprebbe sempre dove si trovi l’esercito di Annibale Barca.

La macchina logistica della NATO sta provvedendo a far confluire i materiali e i rifornimenti bellici presso il territorio ucraino con la massima velocità possibile.

Molti altri mezzi legati alla logistica stanno ancora sbarcando presso porti europei come presso Riga dove sono segnalati molti mezzi per il trasporto dei carburanti arrivati nei giorni scorsi.

Assieme ai carburanti devono distribuire le scorte di munizioni, sia per le artiglierie che per l’antiaerea.

Purtroppo per gli Ucraini, spesso la quantità di materiale tende ad accumularsi a causa di intoppi nella distribuzione o forse per necessità di stoccaggio, in determinate località, come appunto accaduto in queste due settimane, prima a Pavlograd e ieri un deposito ancora più grande è stato distrutto presso Kmelnisky, dove si sono susseguite una decina di impressionanti esplosioni che hanno seguito l’impatto dei missili da crociera russi che evidentemente sfuggono abbondantemente alle difese aeree ucraine.

Il deposito distrutto presso Kmelnysky doveva essere un importante centro di smistamento delle forniture NATO, di particolare importanza.

Nei video diffusi sui social, si sono udite anche le detonazioni delle munizioni che esplodevano a causa del calore.

Anche Ternopil è stata colpita, e una fabbrica con annesso deposito di carburanti e lubrificanti è andata a fuoco.

Sono colpi che raggruppati sommano danni per circa un miliardo di dollari in materiali forniti dalla NATO, stima per difetto probabilmente.

Zelensky a Roma ha incontrato il nostro Presidente Mattarella, la presidente del Consiglio Meloni e infine il Papa, il problema è che lo ha fatto con una felpa nera recante un simbolo che a prima vista poteva sembrare il tridente ucraino, ma ben guardare era ben altro, si trattava di un Tryzub modificato recante un gladio al posto del dente centrale, il che altro non è che il simbolo delle formazioni ultranazionaliste e filonaziste responsabili dei massacri di ebrei, minoranze varie e di perseguitati politici come i comunisti ai tempi dell’invasione tedesca.

Missili Storm Shadow

Dopo le passate forniture di armamenti che avrebbero cambiato le sorti del conflitto, non ultimo gli HIMARS che oggi sono all’indice per la repentina manomissione da parte russa che ne ha inficiato l’efficacia in maniera drastica agendo sui disturbi del sistema di guida GPS, ecco un nuovo “Game Changer” profilarsi all’orizzonte, i missili Storm Shadow inviati dalla Gran Bretagna. Si tratta di un sistema sviluppato con la Francia, missili da crociera aviolanciati con portata che può arrivare anche fino a 500 Km, la Francia ne ha sviluppato anche una versione navale con gittate tra i 1000 ed i 1400 km a seconda che siano lanciati da sottomarino o nave.

Sono missili con bassa osservabilità radar.

Forniti in numero di almeno 100 e dal costo di un milione cad. sono già stati impiegati per colpire Lugansk, distruggendo un edificio legato ad una fabbrica di materiali plastici, ad uso civile, e un magazzino per la lavorazione della carne, sicuramente ad uso civile e senza l’ombra di militari nelle vicinanze, ne prossime ne medie, insomma ad uso di terrorismo contro la popolazione, che oltretutto ha contato diversi feriti.

Faranno dei danni ai militari? Se riusciranno a lanciarli si, per farlo necessitano di caccia pesanti come gli SU-24 o SU-27, due sono stati abbattuti tra oggi e l’altro ieri, l’SU-24 era servito appunto a lanciare un missile Storm Shadow.

Abbattimento caccia ed elicotteri russi

Nella regione di Briansk in Russia, sono stati abbattuti il 13 maggio due elicotteri Mi8 e un SU34, non ci sono riscontri per l’abbattimento di un SU-35 invece.

Gli elicotteri fornivano i necessari disturbi elettronici calibrati sui sistemi antiaerei ucraini, buk, S300, OSA ecc, dopo aver sganciato le bombe FAB500 a planata, il SU34 ha invertito la rotta per rientrare, i velivoli si trovavano ad una distanza di circa 50 Km dal confine quando sono stati raggiunti da una salva di missili antiaerei ucraini che li hanno abbattuti. Secondo la nostra analisi, essendo il disturbo utilizzato dagli elicotteri Mi8 calibrato sulle solite difese aeree ucraine, sarebbe stata utilizzata una batteria antiaerea della NATO, in particolare ipotizziamo una SAMP-T di produzione italiana, come gentile omaggio del Presidente Zelensky alla nostra cortese e generosa, con l’Ucraina mica con gli Italiani, Premier Meloni.

Perchè una SAMP-T e non una batteria di Patriot? Per la velocità di dispiegamento e di smobilitazione per allontanarsi dal settore di lancio, molto minore quello della batteria italiana rispetto a quella USA, le gittate sono entrambe pienamente compatibili con la distanza di ingaggio ed abbattimento.

Il dispiegamento ai confini di batterie NATO, significa che potrebbero essere li per fornire il necessario ombrello di copertura per le operazioni di terra della Controffensiva ed il settore di Briansk rientra tra i possibili obiettivi politici ucraini.

Artemovsk

Procede ancora l’avanzata russa in città.

Le truppe Wagner NON si sono ritirate come aveva minacciato il loro capo Prigozyn, che ha diffuso video in cui accusava i comandi di non avere forze disponibili, di essere a corto di munizioni e pertanto che si sarebbe ritirato dalla città il 10 maggio, cosa che puntualmente NON è avvenuta.

Le forze ucraine però hanno compiuto due attacchi con alcuni battaglioni sia a sud della città che a nord, recuperando alcune porzioni di territorio ma ad oggi sembrano ferme.

Hanno però allargato il corridoio dal quale possono sia passare rinforzi che rifornimenti per le truppe ucraine ancora presenti nel minuto spicchio di città da loro controllato, meno di un decimo del totale, sia anche, e non è da escludere a priori, la possibilità per le forze presenti in città di potersi ritirare senza essere massacrate.

Seguiremo gli sviluppi.

I festeggiamenti del 9 maggio

In Russia si sono tenuti i festeggiamenti del 78° anniversario della vittoria sovietica sul nazifascismo.

La parata è stata caratterizzata da due fattori, è sfilato un solo carro armato, un T34 del grande conflitto, e alcuni mezzi blindati e da esplorazione, nessun altro mezzo corazzato, infine un singolo missile Topol, sulla sua piattaforma di lancio ruotata.

Il significato è chiaro, non mancano certo i carri armati alla Russia, ne ha molte migliaia ancora e decine di migliaia nelle riserve, ma due cose servono loro i carri e se non bastano i Topol, null’altro.

Credo che il messaggio sia chiaro, la Russia non può perdere questo conflitto, possiamo solo perdere tutti se insistiamo.

Parallelamente a quelli russi, si sono svolti eventi celebrativi della grande vittoria sul nazismo anche in Italia.

All’evento di Genova presso il cimitero monumentale Staglieno, ho potuto partecipare anche io, recando un mazzo di garofani rossi all’eroe della Resistenza italiana come anche dell’Unione Sovietica Fedor Poletaev.

La partecipazione di più di cento persone mi ha davvero stupito, non pensavo di trovare ancora tanti cittadini così attendi a manifestare il loro spirito antifascista. Evidentemente anche da questi segnali si spera ci sia ancora speranza per il nostro Paese.

Pace senza NATO

A tal proposito si è svolta la prima assemblea pubblica del comitato Pace senza NATO di Perugia al quale mi hanno invitato come relatore assieme all’amico Marco Pondrelli direttore della rivista Marx 21.

“Grande successo di pubblico per l’Assemblea Pubblica che si è tenuta a Perugia lo scorso sabato 6 maggio presso il Circolo Ricreativo Culturale di Porta Santa Susanna. Diverse decine di persone hanno ascoltato gli interventi di Sfefano Orsi, noto analista militare, e di Marco Pondrelli, esperto di geopolitica.

Quattro i temi in discussione: – fermare la terza guerra mondiale; – via l’Italia dalla Nato; basta armi all’Ucraina; – trattativa di pace subito. L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo “Pace senza Nato”, recentemente costituitosi nella città umbra. Il gruppo si presenta come un insieme di persone, di provenienza e appartenenza politica diverse (dall’estrema sinistra all’estrema destra), le quali ritengono che sia necessario fermare la deriva che, col protrarsi del conflitto in Ucraina, ci sta portando verso la Terza Guerra Mondiale… Tra i firmatari dell’appello che ha dato il via al gruppo ci sono l’ex senatore Leonardo Caponi, il giudice Giuliano Mignini, l’ex senatore Paolo Brutti, l’ex ministro Katia Bellillo, il professor Vincenzo Silvestrelli, Angelo Zaroli, l’ex assessore Carlo Giacchè, il giornalista Ettore Bertolini. “