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Editoriale

La tattica del “front-man”

Meloni in Etiopia per consolidare il piano Mattei per l’Africa, la cui presentazione è prevista a ottobre di quest’anno. L’attenzione del dibattito mediatico è però tutta incentrata sulle dichiarazioni estemporanee di ministri o membri di partito. Ogni Governo ha la sua strategia di propaganda, utilizzata sia per difesa sia per offesa. Vediamo qual è quella del governo Meloni.

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In copertina, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri del nuovo Governo (Wikimedia Commons, immagine di dominio pubblico).

di Alessandro Andrea Argeri

Da ottobre 2022 a oggi lo schema è sempre lo stesso: quando il presidente Meloni è impegnato in un incontro importante fuori dai confini nazionali, oppure è sul punto di approvare riforme di un certo peso, un ministro o un membro del partito sposta l’attenzione su di sé con una dichiarazione estemporanea. Le opposizioni abboccano, tirano fuori dal cilindro i soliti slogan, chiedono le dimissioni di chiunque capiti a tiro. Di conseguenza, per le due settimane successive si parla solo di quello. Nel mentre l’opinione pubblica distratta si concentra su questioni irrilevanti, dibattiti sterili destinati a morire al piombare della prossima grottesca esternazione. È come se ogni volta spuntasse un frontman intento a spostare l’attenzione su di sé per schermare l’operato Governo così da consentirgli di lavorare tranquillamente.

La tattica, da manuale di retorica politica, si basa su una fiducia estrema nei confronti delle capacità di Meloni oltre che del suo enturage. L’obiettivo è quello di creare caos, di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle questioni veramente importanti. Tuttavia nel lungo periodo la strategia potrebbe rivelarsi nociva. Se porta a casa risultati, il Governo resta in piedi, altrimenti, se dovessero arrivare solo piccoli contentini a una parte dell’elettorato anziché le vittorie sperate, Fratelli d’Italia perderebbe consensi. Gli alleati invece si sono messi al riparo dagli effetti collaterali della “propaganda difensiva”.

I rappresentanti di Lega e Forza Italia infatti sono nella maggioranza ma si mantengono decisamente più cauti rispetto ai membri di Fratelli d’Italia. I leghisti hanno scelto il silenzio perché hanno bisogno di recuperare i consensi, Matteo Salvini sembra anche aver abbandonato il progetto del partito nazionale con cui era arrivato al 23% nel 2018. I forzisti invece vorrebbero staccarsi perché non comandano. D’altronde il centrodestra l’ha creato un vero gentiluomo di nome Silvio Berlusconi, il quale è stato costretto a lasciare il comando della sua creatura politica proprio a una donna, Giorgia Meloni. Quest’ultima per ringraziarlo ha rifiutato tutte le sue proposte, inclusa l’autocandidatura alla presidenza del Senato, con tanto di “non sono ricattabile”.

Non rientrano in questa analisi le dichiarazioni di due soli ministri: il Guardasigilli Carlo Nordio, il quale è a tutti gli effetti un uomo di Berlusconi sebbene sia tesserato a Fratelli d’Italia, altrimenti non proporrebbe le sue stesse idee; Matteo Piantedosi, il Ministro dell’interno più volte paragonato a Himmler dalle opposizioni. L’Italia da sola non può svolgere il lavoro dell’intera Europa nell’accoglienza dei migranti, quindi bisogna sensibilizzare Bruxelles anche a costo di gesti plateali, i cui effetti collaterali però sono molto più costosi dei benefici finora ottenuti.

Come contrastare la retorica del front-man? Le opposizioni dovrebbero concentrare il dibattito sulle questioni veramente importanti, come ad esempio la povertà in aumento, tuttavia anche i giornali dovrebbero sottoporre all’opinione pubblica più temi concreti, anche al costo di sembrare un po’ pesanti. Di seguito trovate un resoconto completo degli ultimi 6 mesi di politica italiana, in cui la “tattica del front-man” può apparire più chiara.

Il 20 ottobre 2022 Maurizio Gasparri propone un Ddl a suo nome per creare un cittadino-feto per colpire la legge 194 sull’aborto. Il Governo però non si è ancora formato, anzi si discute sulle nomine dei ministri: Berlusconi vuole Casellati alla giustizia, Ronzulli agli esteri, Tajani alla difesa, mentre Meloni spinge per Nordio più i suoi fedelissimi, tra cui Guido Crosetto. Il 22 ottobre, a Governo formato, si discute dei nomi dei ministeri, non dei ministri. Daniela Santanchè dichiara di voler tenere le quote del Twinga, il neopresidente del Senato Ignazio La Russa, eletto con i voti dell’opposizione, propone subito una festa per “celebrare la nascita del Regno d’Italia”, tuttavia dimentica di essere un senatore della Repubblica, Lollobrigida all’agricoltura è anche il cognato della Meloni, dunque forse “c.d.m.” significa proprio quello.

Novembre. Si parte forte con il blocco dei migranti, il decreto anti-rave, la polemica con la Francia per chi deve lasciar attraccare una ong carica di migranti, il reintegro dei medici no-vax, lo stop al reddito di cittadinanza, l’aumento del tetto al contante, lo stralcio delle cartelle esattoriali, quest’ultimo passato alla storia per essere stato l’unico condono fiscale per il quale lo Stato ha dovuto pagare. Le ong “Geo Barents” e “Humanity 1” sono bloccate in mare con a bordo vite umane in fuga dalla fame oltre che dalla guerra. Intanto il tema caldo sono i rave-party.

Il 4 novembre si tiene una manifestazione fascista a Predappio. La Russa dichiara: “il 25 aprile non sfilerò, i cortei sono appannaggio di una certa sinistra”. L’11 novembre Meloni incontra al-Sisi in un bilaterale importante: nasce il “piano Mattei” sul quale viene incentrato il grosso della nostra politica estera. Intanto l’onorevole Fabio Rampelli tuona: “Alla Camera si parla italiano. Non si capisce perché il dispensatore di liquido igienizzante per le mani debba essere chiamato dispenser”, poi un ministero l’anno chiamato “del Made in Italy”. I giornali scrivono solo di quello, mentre si segnalano già i primi ritardi del Pnrr al sud.

Il 14 novembre il ministro Calderoli propone l’autonomia differenziata, il progetto si rivelerà irrealizzabile. Meloni è sempre in tour per l’Africa, passa in Algeria a stringere altri rapporti per svincolare l’Italia dal gas russo. Guido Crosetto: “Le ong sono uno strumento ideologico: sono centri sociali in acqua”. Le ong diventano “taxi del mare”. Il 24 novembre si tiene la Cop27 sul clima. Il Governo Meloni pensa a vendere bene la manovra a Bruxelles: molte proposte sono irrealizzabili, sul tavolo c’è l’abolizione del tetto massimo al contante, poi proposto innalzamento a diecimila euro, disobbligo del pos per i pagamenti fino a 60 euro, flat-tax, misure contro il caro energia. Secondo tutte le previsioni si preannuncia un 2023 difficilissimo per tutte le economie europee, l’Italia sfiora la recessione, tutti dicono “ha stato Conte”, il quale non governa da due anni. Draghi sulla poltrona se la ride di gusto mentre accarezza i nipoti.

Dicembre 2022. Il Governo discute con i privati per l’Ilvia di Taranto. È al vaglio dell’Ue la proposta del governo Meloni per la legge di bilancio. Sono giorni tesi, così il Ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara dichiara: “L’umiliazione è un fattore fondamentale nella crescita della costruzione della personalità”, poi rettifica: “volevo dire umiltà”.  Ignazio La Russa, sempre il presidente del Senato eletto con i voti dell’opposizione, informa l’11 dicembre 2022: “Ho predisposto, ma non lo presenterò io perché come presidente del Senato non posso e lo farà un gruppo di senatori, un disegno di legge per portare a 40 giorni quello della cosiddetta mini-naja”, io ci andrei, ma solo se con me vengono i figli, o i nipoti, di La Russa.

Il 14 dicembre 2022 Giorgia Meloni è ancora a Bruxelles per convincere l’Europa delle riforme economiche del suo Governo. Il 27 dicembre si segnalano ritardi nell’approvazione della legge di bilancio, l’Italia potrebbe finire in esercizio provvisorio, inoltre Il Pnrr è a rischio: entro quattro giorni bisogna centrare 15 obiettivi, tuttavia il Parlamento ha sangue freddo, infatti La Russa legge la gazzetta dello sport mentre presiede il Senato. “Qual è il problema? Sono interista, la Gazzetta è la prima cosa che leggo!”. Il fratello, Romano La Russa, viene immortalato mentre sembra interpretare il saluto romano. I giornali parlano solo di quello, mentre il Governo in guerra sul Mes anticipa di un anno l’entrata in vigore del matto di stabilità, il quale limita i margini di spesa pubblica. Allora Fratin, ministro dell’Ambiente: “Il prezzo della benzina rimane fisiologicamente qualcosa di sopportabile”.

Il 10 gennaio 2023 il Governo approva la ricostruzione delle aree terremotate con discussione di un nuovo codice per gli appalti pubblici, reintroduzione delle accise sui carburanti ma soprattutto l’obbligo per gli esercenti di esporre il prezzo medio giornaliero nazionale, con “collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative”.

15 gennaio 2023 il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – quello con gli occhiali che cita sempre Benedetto Croce – dichiara alla kermesse milanese di Fratelli d’Italia: “Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla”. Ma i concetti di “destra” e “sinistra” sono nati tre secoli dopo, con la Rivoluzione francese. Comunque Bonagiunta da Lucca era un marxista convinto, Guittone d’Arezzo pensava già al “terzo polo”, Marco Polo era un giornalista ficcanaso, San Francesco era un pericoloso estremista di sinistra, Papa Gregorio Magno era un radical chic delle università americane, Lorenzo de Medici era un nazista dell’Illinois, mentre l’Italia ovviamente era il Montana.

A metà gennaio si avvia la discussione sulle nomine dei vertici delle partecipate dello Stato, tra cui Eni, Enel, Poste, Leonardo, Trenitalia. Giorgia Meloni vola in Algeria per discutere non solo di gas ma anche di commercio d’armi. In Italia l’argomento dominante è la farina di grillo, assieme alle proteste per il clima, così Lucio Malan nega il cambiamento climatico: “Ragusa sotto la neve. Temperature rigide e fiocchi che imbiancano la città. Il riscaldamento globale non perdona!”. La Russa: “Stanno ancora rosicando perché uno di destra è Presidente del Senato… Ma quanto rosicano?”. Gasparri a un parlamentare mentre presiede una seduta al Senato: “Lei corra che è grasso, così dimagrisce”. Roccella, ministro della famiglia: “L’aborto è un diritto delle donne? Purtroppo sì”. Chissà ancora quant’altre ne avrebbero dette se Alfredo Cospito non si fosse preso la scena.

Si votano le regionali, Meloni stravince perché l’opposizione è un colabrodo, poi arriva Sanremo a imporre un time-out. Berlusconi viene assolto dal ruby-ter, allora arriva Calderoli: “L’Italia non è razzista. Ci sono episodi di razzismo che capitano ovunque, anche in Africa”. In tutta tranquillità il Governo rinvia al 2025 il decreto sulla concorrenza in merito alla revoca delle concessioni balneari imposto dalla Commissione europea. La Russa rilascia un’intervista a “Belve” di cui parlano tutti. Tuona persino Anna Maria Bernini, ministra dell’Università, a quanto pare gli atenei non sono lasciati a sé stessi: “La fuga di cervelli dall’Italia non va drenata ma implementata”. Come non detto.

Il 26 febbraio 2023 si verifica il tragico naufragio di Cutro, una catastrofe non solo umanitaria ma anche imbarazzante sul piano internazionale per il Governo, eletto da appena cinque mesi. Il solito Rampelli: “Gli immigrati hanno tutti il telefono. Avvisiamoli prima che i viaggi non sono come vengono dipinti dai trafficanti di uomini”. Avete il numero di Samir? Sapete se si paga il trasferimento di chiamata? Lucio Malan, sempre sul pezzo: “Ennesima prova inconfutabile del riscaldamento-globale causato dalle attività umane: tempesta di neve nella California del Sud”. Nel mentre si aggrava l’emergenza siccità.

Il Governo propone la Mia: in sostanza è il reddito di cittadinanza ma con un altro nome. Meloni viene contestata al congresso della Cgil con Bella Ciao. Di nuovo Rampelli: “La mail di Anastasio in cui imita il discorso di Mussolini? Principio goliardico espresso pessimamente”. Anastasio si dimette, allora Rampelli una settimana dopo chiarisce: “Se ci sono personaggi nell’area della destra italiana che hanno delle nostalgie del Ventennio sono sempre stati messi fuori da Fratelli d’Italia, anche prima che esistesse Fratelli d’Italia”. Vedo, prevedo, provvedo, “pre-nego”. Intanto il governo discute in silenzio la nuova riforma fiscale, l’inflazione è poco sotto il 10%, nel decreto bollette spunta un condono penale per chi evade le tasse, nasce “l’evasione per necessità”. La Russa attacca la Resistenza partigiana: “Via Rasella? I partigiani hanno ucciso pensionati, non nazisti”.

In silenzio, col favore delle tenebre, Noi Moderati di Maurizio Lupi presenta un disegno di legge per abrogare l’obbligo per i partiti di pubblicare tutti i casellari giudiziari nonché i curriculum dei candidati sul proprio sito oltre che al ministero dell’Interno. Il Governo tenta un taglio al cuneo fiscale capace di spazzare via il principio di gradualità delle imposte, simbolo di qualsiasi democrazia. La Russa precisa: “Forse avrei potuto specificare meglio che si trattava effettivamente di nazisti, quello sì, ma mi pareva una cosa ovvia…” mentre Rampelli propone un Ddl contro i forestierismi nella pubblica amministrazione, perché “la legge contro i forestierismi è per tutelare l’italiano, ma i croissant non si toccano”. Allora Tajani, per non sentirsi escluso: “L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto”.

Lollobrigida: “I giovani vadano a lavorare nei campi, invece di stare sul divano con il reddito di cittadinanza”. Il reddito, lo stesso abolito due mesi prima ma reintrodotto con un altro nome. Mollicone di Fratelli d’Italia rilancia la tesi dell’alleato Tajani: “La maternità surrogata è peggio della pedofilia”. Viene pubblicato il decreto appalti a nome di Salvini, per il quale i sindaci non saranno più vincolati ad istituire gare d’appalto per i lavori pubblici. Ebbene ci fideremo di zio Tonino e Mimmo il cugino di Ciccio, quello del bar in piazza. Arriviamo a sabato 15 aprile 2023: Meloni è in Etiopia per il piano Mattei, Giorgetti presenta a Bruxelles il Def, il debito pubblico segna un nuovo record di 2.772 miliardi, si prevedono nuovi tagli alla sanità. Qualcuno se n’è accorto?

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).