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Esteri

Sulla visita di Xi a Mosca poggiano le ultime speranze per la pace

Il viaggio di Xi Jinping a Mosca, Il mandato di arresto per Putin da parte della Corte Penale internazionale, la situazione sui fronti.

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Aree di crisi nel mondo n. 119 del 19-3-2023

Mosca

Nei giorni dal 20 al 22 di marzo, il Presidente cinese Xi, fresco del rinnovo del suo mandato presidenziale, compirà il suo primo viaggio all’estero da neo rieletto.

Nella sua permanenza a Mosca siamo certi che sarà ampiamente dibattuta la possibilità di avviare iniziative diplomatiche con la Nato per verificare se sussistano le condizioni per fermare un conflitto via via sempre più aspro tra l’Occidente e la Russia.

Proprio i pregiudiziali rifiuti e sbeffeggi dell’Occidente fanno disperare, ma sappiamo anche che la proverbiale pazienza cinese e di Xi in particolare, sono molto coriacei e sanno resistere ai primi scontri sebbene espressi in maniera inusitatamente forte da parte della NATO come degli USA stessi.

Devono aver mal digerito di sentirsi tagliati fuori da molte aree del mondo e di vedere la Cina primeggiare anche in campo democratico e di difesa della Pace nel mondo.

La situazione potrebbe evolvere in due direzioni, Xi e Putin valuteranno attentamente la situazione anche sulla base delle indicazioni ricevute dai Paesi interessati dopo la divulgazione della proposta di pace cinese.

Nel primo caso, avranno ricevuto indicazioni di apertura e procederanno verso l’avvio di un percorso che porti ad un immediato cessate il fuoco e apertura di un ampio tavolo di discussione che riguardi il futuro status neutrale dell’Ucraina negli attuali confini.

Non la chiameranno resa della NATO, ma di fatto sarebbe questa.

È una ipotesi che conoscendo i governi occidentali attuali non ritengo sia praticabile. Essi non riconoscerebbero mai la propria sconfitta e vorrebbero la prosecuzione ad oltranza del conflitto anche rischiando la catastrofe di una sua estensione al livello continentale, con tutto ciò che ne possa conseguire in termini di confronto termonucleare.

Nel secondo caso, i rapporti che hanno in mano, confrontati, daranno chiare indicazioni che l’Occidente non solo non voglia e non ricerchi in alcun caso la pace, ma che persegua una estensione del conflitto. Che cioè mirino a colpire la Cina stessa tentando con ogni mezzo di far capitolare la Russia.

In questo caso allora vedremo i due leader prendere atto della situazione e la Cina, forte di aver tentato tutte le vie possibili per difendere la pace, deciderà che non vi sia alternativa al giungere ad una sconfitta militare sul campo dell’Occidente stesso e fornirà sistemi d’arma che al momento mancano alla Russia, dai Droni d’attacco, al miglioramento della copertura satellitare al fine di migliorare il rilevamento dei bersagli e tracciare le posizioni dei carichi di armi occidentali.

Tale eventualità garantirebbe alla Russia di colmare un evidente gap nei confronti degli occidentali che dispongono di una fitta rete satellitare che garantisce loro di individuare con efficacia i bersagli per i missili guidati Himars.

Non è da escludere che forze di “volontari” cinesi si uniscano alle truppe russe al fine di maturale quella necessaria ed insostituibile esperienza sul campo che manca in maniera cronica alla Cina.

Questa possibilità maturerebbe nell’ambito di un quadro chiaro della strategia perseguita dalla NATO, colpire la Russia per strozzare dopo la Cina.

Se questo scenario diviene chiaro al Presidente cinese come lo è a quello russo, allora le opzioni di scelta per Pechino saranno ben poche se non nulle del tutto.

La Cina comunque non scenderà in campo direttamente, ma fornirà quanto serve al raggiungimento di una netta vittoria russa sul campo.

Il concetto è stato molto ben espresso dal Ministro degli esteri cinese Qin Gang: “ Più il mondo diverrà turbolento e più le relazioni sino-russe dovranno divenire solide”.

Il ruolo della CPI Corte Penale Internazionale

La frustrazione dell’apparato Occidentale si sta manifestando attraverso le sue peggiori facce.

Ridurre un progetto interessante e apprezzabile come quello di un tribunale universalmente riconosciuto come baluardo della giustizia, sarebbe potuto divenire un punto di riferimento di civiltà giuridica.

Purtroppo il periodo cui risale la sua formazione, 2002, non ci pare deponga a suo favore, ci trovavamo in pieno periodo post 11 di settembre e di certo le iniziative di qualunque genere erano da ritenersi legate agli interessi occidentali impegnati in una lotta contro i presunti aggressori degli USA.

Il trattato che la istituiva fu firmato presso Roma nel 1996, non tutti i paesi nel mondo la ratificarono, tra questi spiccano per la loro assenza Gli USA, Israele, La Cina, la Russia ed almeno altri 71 Stati che pur facendo parte dell’ONU, non rientrano tra coloro che riconoscono a questa corte legittimità o competenza.

Dal 2002 sarebbero stati già molti i casi in cui avrebbe dovuto agire, l’invasione dell’Afghanistan e la sequela immane di crimini commessi dalle truppe occupanti, compresi massacri di invitati a matrimoni, bombardamenti su ospedali da campo gestiti da Emergency e altri, o l’invasione in Iraq da parte degli USA e della coalizione di volenterosi del 2003, i bombardamenti contro la Siria da parte israeliana, l’invasione e la attuale occupazione degli USA in Siria, la guerra nello Yemen, la morte causata dalle sanzioni unilaterali contro vari Stati portate avanti dagli USA e altri Paesi, nessuna denuncia seguì i crimini comprovati dalle rivelazioni di Wikileaks.

Nel 2018 la CPI avviò una indagine per crimini di guerra contro soldati USA per crimini di guerra in Afghanistan, la risposta degli Usa fu lapidaria, se avessero proceduto gli USA avrebbero sanzionato pesantemente i giudici stessi congelando i loro beni, e attraverso il circuito Swift, lo avrebbero potuto fare anche al di fuori dei loro confini ed in assenza di disposizioni delle autorità locali, e questo i giudici dell’Aja lo sapevano bene, non se ne fece nulla e le denunce caddero nel vuoto.

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa-minacciano-sanzioni-ai-danni-corte-penale-internazionale-1574017.html

Tra le tante dichiarazioni di Bolton contro la Corte spiccano le accuse di volontà politica, mancanza di imparzialità, giudici mossi da forze antiamericane ecc ecc.

Le sanzioni prese dagli USA vennero rimosse solo nel 2021 da Biden.

Quindi oggi come dobbiamo prendere la notizia delle accuse contro un Presidente di uno stato che non riconosce la corte, che pertanto può tranquillamente ignorarne richieste e/o sentenze e che non può agire in alcun modo sul suo territorio?

Vi sarete già dati una risposta.

Ci troviamo immersi in un conflitto tra l’Occidente e la Russia, conflitto che per l’Occidente non pare vada al meglio, e che l’Occidente tenti di puntare molto sull’aspetto mediatico per giustificare il proprio operato di fronte alla propria opinione pubblica è non solo chiaro, ma anche lampante.

Il presidente attuale della Corte è un polacco, Piotr Hofmanski, la Polonia è pesantemente coinvolta nel conflitto in Ucraina fin dal 2014 per l’organizzazione del colpo di stato di Maidan.

I servizi polacchi furono pesantemente coinvolti anche nel tentato colpo di stato in Bielorussia del 2020, a rivelarlo è stato una testata polacca.

https://dziennik-polityczny.com/2023/03/16/hanna-kramer-polski-imperium-zla-i-klamstwa-oszustwa-warszawy-pod-przykrywka-dobroczynnosci/ che conferma anche il coinvolgimento per arrivare al Maidan, con 5 miliardi spesi.

Chi è il giudice incaricato delle indagini sui presunti crimini russi? Karim Khan è un giudice britannico, appartiene quindi ad un altro paese pesantemente coinvolto nel conflitto a tal punto da essere stato indicato dal giornalista statunitense Seymour Hersh come coinvolto anche nel sabotaggio del NS2.

Per non parlare dell’invio di armi di addestramento del personale militare, della presenza di numerosi mercenari britannici al fronte ecc ecc.

Dove sarebbe la credibilità e l’autorevolezza di questa corte di fronte alla realtà dei fatti? Possono le parti in conflitto essere credibili nell’accusare il loro nemico?

Alla luce della assoluta mancanza di procedure a carico dell’Ucraina per i presunti crimini commessi contro la popolazione civile del Donbass dal 2014 in avanti, per il fatto che nessun presidente USA o primo ministro britannico sia mai finito sotto indagine per i presunti crimini commessi dalle loro forze armate in Iraq o in Afghanistan, ecco si potrebbe propendere per il no, che non ci siano ne autorevolezza, meno che mai morale, ne credibilità.

Speranza di dare seguito alle accuse, meno che mai.

Allora quale è lo scopo di queste iniziative estemporanee? Credo che queste risiedano tutte nel tentare di screditare la missione di pace cinese in Russia che partirà dal 20 di marzo, e i tempi coincidono esattamente con questo intento, come del resto confermano anche gli articoli della stampa statunitense. https://www.nytimes.com/2023/03/17/world/asia/xi-putin-ukraine-jets.html?searchResultPosition=2

La situazione sui fronti in Ucraina.

situazione aggiornata su Artemovsk (BAkmut) al 18-3-2023 mappa di libero uso

Presso Artemovsk la situazione è questa, con le truppe russe che avanzano ancora rispetto ad una settimana fa e le forze ucraine che subiscono.

situazione presso Adveevka al 19-3-2023 immagine di libero uso

Presso Adveevka si segnala una importante avanzata russa sul villaggio di Krasnogorovka, che se confermata nella sua completezza, sarebbe un gravissimo rischio per la tenuta della posizione delle truppe di Kiev.

Nei giorni scorsi si sono avuti pesanti attacchi di droni Geran 2 su diversi depositi di carburante e munizioni, in special modo presso Dnepropetrovsk.

Il Presidente Putin si è recato in Crimea per celebrare l’anniversario del ritorno alla Russia della Repubblica di Crimea, nel mentre ha visitato la città russa di Mariupol dove ha incontrato la popolazione locale e alcune famiglie che hanno già ricevuto alcuni delle migliaia di appartamenti costruiti in questi mesi dopo la sua liberazione.