Mettiti in comunicazione con noi

Attualità

Addio al maestro di giornalismo Sergio Lepri, ex direttore ANSA

Una triste perdita per il settore dell’informazione tutto: giovedì 20 gennaio Sergio Lepri è morto all’età di 102 anni. L’ex direttore Ansa aveva guidato l’agenzia d’informazione dal 1962 al 1990, con alle spalle una lunga storia di resistenza alla dittatura fascista.

Avatar photo

Pubblicato

su

di Alessandro Andrea Argeri

Giovedì 20 gennaio il mondo dice addio a Sergio Lepri, ex direttore ANSA, storica agenzia d’informazione guidata per quasi trent’anni, nonché maestro di vero giornalismo, quello vero, diametralmente opposto alla propaganda politica. Celebre la frase: <<Non voglio capire per chi voti da quello che scrivi>>, un mantra col quale il direttore invitava i suoi giornalisti a distinguere i fatti dalle opinioni, a beneficio dell’informazione.

La vita di Sergio Lepri non è stata certamente monotona. Consegue la laurea in filosofia il 10 giugno 1940, lo stesso giorno in cui l’Italia mussoliniana entra nella seconda guerra mondiale. Nell’esercito Lepri fu caporale, caporalmaggiore, infine sergente. Iscritto al partito d’Azione, di orientamento Liberale, nel 1943 a Firenze partecipò alla Resistenza in qualità di direttore del giornale clandestino “L’Opinione”, in tempi in cui “fare un giornale e distribuirlo significava rischiare la vita”, come ha raccontato lo stesso Lepri in occasione del suo centesimo compleanno. Nonostante fosse laico, dopo la Liberazione entrò al “Giornale del Mattino”, sotto la direzione di Ettore Bernabei, dove divenne portavoce del democristiano Amintore Fanfani, futuro presidente del consiglio. Lepri fu anche inviato speciale in USA, Unione Sovietica, Francia. Dell’esperienza al “Giornale del Mattino” racconterà in seguito: <<Fu il primo giornale moderno: grandi foto, titoli secchi, inserto della domenica, pagina dei ragazzi, e pure il cruciverba. L’editore non era la Dc ma Montini, il futuro Papa: era stato lui a trovare i soldi. Io ero il caporedattore, mi affidavano anche lunghe inchieste. Nel 1952 passai tre mesi negli Stati Uniti, evitando con cura New York e la California. Mandai 26 articoli, tutti dall’America sconosciuta: il Kentucky, l’Illinois…>>

Se Lepri in America si tenne lontano dalle classiche narrazioni del mondo delle metropoli felici, per prediligere il racconto originale di una società ai tempi fortemente divisa dagli scontri interraziali, in Unione Sovietica adottò la massima di ogni cronista: vivere un Paese per conoscerlo veramente, attraverso visite alle piazze, alle periferie, ai mercati, alle chiese, ai cimiteri. Di quest’ultimi in particolare riferirà: <<C’era moltissima gente. Le tombe erano interrate, e attorno c’erano sedie su cui vedove e orfani passavano intere giornate, a far compagnia al defunto; siccome non si trovavano fiori, portavano quelli di carta. Non parlavo il russo, ma tanto loro non dicevano nulla. Restavano lì.>>

Nel 1961 infine Lepri approdò in ANSA, dove fu direttore per quasi trent’anni. Sotto la sua direzione la storica agenzia italiana divenne la quarta più importante al mondo, davanti alla Dpa tedesca e all’Efe spagnola, con corrispondenti da tutte le capitali. Oltre al Lepri giornalista si è distinto anche l’innovatore dell’editoria. Non è mancato infatti lo sguardo al futuro, a una rete internet considerata un nuovo punto di forza utile ad arricchire l’informazione di un giornale, in tempi in cui il cartaceo era ancora largamente favorito rispetto alla versione web. Nacque dunque il primo archivio digitale europeo. <<I nostri articoli di carta venivano gettati via dopo poche ore. Il mio sito resterà anche dopo la mia morte>> commentava Lepri all’epoca. Decenni dopo, la storia gli ha dato largamente ragione.

Una vita vissuta. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha mancato di salutare Sergio Lepri: “Con Sergio Lepri scompare un prestigioso direttore, maestro di professionalità e deontologia per generazioni di giornalisti, e un testimone attento e partecipe di lunghe e decisive fasi della storia italiana”. Nel 2019, come augurio del suo centesimo compleanno, Mattarella aveva inviato un messaggio in cui ringraziava lo storico direttore ANSA “per il suo ruolo di protagonista nella storia dell’informazione in Italia e di punto di riferimento per generazioni di giornalisti”.

Lepri ha senza alcun dubbio descritto il giornalismo come dovrebbe essere: imparziale, preciso, rigoroso, ma soprattutto onesto. Col suo esempio di “uomo della Resistenza” ha insegnato alle future generazioni di giornalisti il modo non solo di intendere, ma anche di affrontare deontologicamente una professione troppo spesso confusa con la semplice espressione d’opinione, col favoreggiamento di un partito, con l’adesione alla propaganda. Insegnamenti da ricordare, specialmente in questi tempi duri, dove la disinformazione è largamente favorita alla narrazione intellettualmente indipendente. I suoi libri sono manuali didattici, indispensabili per chiunque voglia intraprendere la carriera giornalistica, perché prima di cimentarsi bisogna innanzitutto apprendere, essere consapevoli del tipo di attività da svolgere. Questo articolo è dunque un saluto a un uomo che meritava ben più di un piccolo trafiletto.

(Le dichiarazioni di Sergio Lepri sono state prese da un pezzo del Corriere della Sera per arricchire il presente articolo con una forma di testimonianza diretta. Fonte: https://www.corriere.it/cronache/22_gennaio_20/morto-sergio-l-ex-direttore-dell-ansa-aveva-102-anni-6f2ac89e-79ce-11ec-8e5a-46f0afadec3f.shtml)

RIPRODUZIONE RISERVATA ©

Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).