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Ambiente

Il PNRR come volano di crescita per le aree naturali protette.

Le aree naturali protette, perseguono la finalità di preservare l’equilibrio ambientale. Le risorse finanziarie del PNRR permetterebbero a tali aree di svolgere la funzione di vigilare sulla salute degli ecosistemi e contrastare l’inquinamento di aria, suolo e acqua. Tra le misure finalizzate a tutto ciò, una premialità per i veri architetti del paesaggio: gli agricoltori che risiedono in queste aree

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DI NICO CATALANO

Credit foto:  altotemi license CC BY-SA 2.0

Le aree naturali protette rappresentano quelle porzioni del territorio nazionale, che definite dalla legge quadro 394/1991, perseguono la finalità di preservare l’equilibrio ambientale, aumentandone l’integrità ecologica attraverso la tutela della biodiversità animale e vegetale. Sono istituite tramite Direttive UE, Leggi dello stato o delle regioni e si dividono in: parchi nazionali, parchi naturali regionali e interregionali, riserve naturali, siti di importanza comunitaria, zone umide e oasi gestite da privati o associazioni ambientaliste.

Con il Piano nazionale di resistenza e resilienza (Pnrr), per queste aree naturali, è contemplata la possibilità, di implementare una nuova programmazione concertata tra gli enti gestori delle stesse, i comuni e privati cittadini. Tale strumento di finanziamento, che prevede la condizione per gli investimenti di concorrere alla transazione ecologica per circa il trentasette per cento, pena la perdita dell’aiuto, consegnerebbe alle aree protette una funzione che va ben oltre la semplice difesa della biodiversità, aprendo alla possibilità di una programmazione partecipata e trasparente che possa lavorare nella direzione di vigilare sulla salute degli ecosistemi e contrastare l’inquinamento di aria, suolo e acqua. Una dotazione di oltre 140 milioni di euro destinati alla costituzione di circa 30 siti green in aggregazione con i comuni, finalizzata alla progettazione e realizzazione di programmi di economia sostenibile. Queste rilevanti risorse, si associano a quelle già previste dal Bilancio pluriennale della Unione Europea 2021-2027 per la Politica agricola Comune, Fondo di coesione sociale e dello sviluppo regionale, in cui sono espressamente eletti come beneficiarie proprio quelle aree protette, che spesso lungo la nostra penisola sono connesse in rapporto virtuoso di sussidiarietà e di scambio con le realtà urbane. Tra le opportunità presenti nella nuova Politica agricola comune (PAC) ci sono gli ecoschemi, una misura premiale per tutti coloro che svolgono attività agricola nei siti Natura 2000, e che già operano all’insegna della sostenibilità o che si impegnano con adesione volontaria a coltivare con metodo di agricoltura biologica, riforestare, manutenere boschi, lame e muretti a secco. Una misura che a breve sarà estesa ai parchi contigui ai siti natura 2000, ossia a tutte quelle aree protette nazionali e regionali che da diversi anni gestiscono i territori all’insegna delle buone pratiche indicate dalle strategie della politica agricola comunitaria. È la prima volta che, in questo pilastro fondamentale del Bilancio 2021-2027 della Ue, rappresentato dal Fondo di Coesione sociale e Sviluppo Regionale vengono indicati come beneficiari potenziali, tutti coloro che fanno agricoltura nei parchi e nelle aree protette. Un meritato premio per i veri e propri architetti del territorio: gli agricoltori, coloro che tramite il lavoro nei campi tutelano e garantiscono la manutenzione di un bene comune chiamato paesaggio.

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista