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LA COSTITUZIONE, UN CAPOLAVORO CHE NECESSITA DI RESTAURI

La nostra Costituzione è un patrimonio inestimabile. Non è solo un “libro”. Non sono semplici pagine stampate.
Contiene sofferenze e ideali di un Popolo che, privato della libertà, scrive le regole per una vera democrazia.

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La nostra Costituzione è un patrimonio inestimabile. Non è solo un “libro”. Non sono semplici pagine stampate.

Contiene sofferenze e ideali di un Popolo che, privato della libertà, scrive le regole per una vera democrazia.

La parte Prima della Costituzione italiana contiene tutta l’eredità morale e ideale dei nostri padri costituenti. Attualissima.

La Costituzione, come tutti i capolavori, sente però il peso degli anni. Necessità di restauri.

La parte Seconda in particolare risente degli anni e soprattutto del cambio della classe politica.

L’elezione del Presidente della Repubblica e la formazione del Governo prevedono procedure lunghe nate per favorire il dialogo tra le forze politiche. Evitando i colpi di maggioranza.

Il dialogo deve però essere costruttivo altrimenti diventa palude. Come purtroppo succede negli ultimi anni.

Quando a dialogare erano De Gasperi, Togliatti, Moro, Berlinguer aveva un senso diverso. Con gli attuali leader(?) di partito si rischia spesso la paralisi.

Sia l’elezione del Presidente della Repubblica e sia la formazione del Governo richiedono nuove procedure.

Non l’elezione diretta, troppo divisiva. Andrebbe contro lo spirito stesso della Costituzione.

Per la formazione del Governo sarebbe applicabile la proposta di riforma della Bicamerale De Mita-Iotti. Elezione del Presidente del Consiglio da parte del Parlamento in seduta comune a maggioranza assoluta. Se entro un mese non venisse eletto, il candidato sarebbe designato dal Presidente della Repubblica dopo le opportune consultazioni.

Se non viene eletto nemmeno il candidato designato dal Presidente della Repubblica, le camere verrebbero sciolte e si tornerebbe alle urne. Introdotta anche la sfiducia costruttiva.

Per l’elezione del Presidente della Repubblica si potrebbe introdurre una specifica assemblea elettiva in sostituzione del Parlamento in seduta comune.

I membri di tale assemblea elettiva verrebbero scelti con metodo proporzionale dagli elettori. Ovviamente non potrebbero farne parte senatori e deputati.

Dei grandi elettori scelti volta per volta dal popolo. Evitando di paralizzare il Parlamento per giorni. Inoltre, sarebbe un fedele specchio della volontà popolare.

Il Parlamento eletto nel 2018, ad esempio, non rappresenta più la volontà popolare dopo 4 anni.

Realizzare un metodo di elezione indiretta del Capo dello Stato sarebbe forse la soluzione più equilibrata.

Avere un’apposita assemblea elettiva che dura giusto il tempo dell’elezione del Presidente, permetterebbe anche di prevedere la sola elezione con maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea. Così da prevedere solo soluzioni condivise.

I partiti del centrodestra hanno la chiara intenzione di modificare la Costituzione con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Sul modello francese.

Sarebbe un grave danno. Andrebbe a minare il nostro equilibrio istituzionale.

La sinistra risponde con un preoccupante immobilismo.

La Costituzione deve essere difesa. Ad ogni costo. Anche con i necessari adeguamenti.

Prima che l’elettore medio la percepisca come “vecchia”, aprendo così la strada alle riforme populiste.

Una eventualità che è dovere di tutti impedire.

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