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BUON NATALE E LO SCIVOLONE DELL’UE

Ha fatto scalpore. Molto scalpore. Buon Natale, secondo le linee guida per la comunicazione dell’Ue, doveva scomparire.
Meglio un generico Buone Feste. Così generico da includere tutti. Almeno secondo le intenzioni degli estensori.
Nobile intenzione. Sbagliatissimo invece il modo scelto.

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Credit foto "Santa Claus, Papá Noel...IMG_3888c" by dietadeporte is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

Credit foto “Santa Claus, Papá Noel…IMG_3888c” by dietadeporte is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

A cura di Pierdomenico Corte Ruggiero

Ha fatto scalpore. Molto scalpore. Buon Natale, secondo le linee guida per la comunicazione dell’Ue, doveva scomparire.

Meglio un generico Buone Feste. Così generico da includere tutti. Almeno secondo le intenzioni degli estensori.

Pensavano di non discriminare coloro che non credono nel Natale o nella Pasqua, ecc.

Nobile intenzione. Sbagliatissimo invece il modo scelto.

Tanto che le contestate linee guida sono state ritirate.

Tante le religioni nella nostra Europa. Tantissimi coloro che non hanno religione.

Giusto rispettare tutti. Risultato che non si ottiene, però, con il fondere tutti dentro un termine generico. Uniformare non è la scelta migliore.

Avrebbe più senso creare e diffondere tra i cittadini europei, un calendario con tutte le festività di tutte le religioni presenti in Europa. Con il significato delle varie festività e ricorrenze.

Dobbiamo conoscerci a vicenda, partecipare a riti di religioni diverse.

Dobbiamo anche accettare che più di una religione, conta il comportamento individuale.

Un ateo che ha vissuto con onestà, rettitudine e generosità ha più senso religioso di un fedele ipocrita e falso.

Rimanendo sul tema, cosa dovrebbe spaventare in un Buon Natale?

Natale è la nascita di un bambino povero in un luogo povero. Tra povera gente.

Nascita che porta un ricco messaggio di speranza.

Ogni secondo nascono bambini in luoghi disperati e dimenticati. Eppure, i genitori vedendo il neonato sperano che avrà un futuro migliore. Faranno di tutto per dargli un futuro migliore.

Un bimbo che nasce è un forte messaggio per i genitori e per la società: “Datevi da fare, questa bambina, questo bambino, meritano un mondo migliore”. Un neonato scaccia la rassegnazione.

Possiamo non credere in Cristo ma tutti dobbiamo credere nella sacralità di una nuova vita. Della vita.

Natale quindi non deve spaventare. Non è divisivo.

“Amatevi tra voi come io ho amato voi”, non è certo un dogma religioso. Semplicemente il modo in cui la vita andrebbe vissuta.

Dove c’è amore non esiste peccato, vale per qualsiasi religione. Vale per qualsiasi comportamento e relazione.

Celebriamo l’amore con festività e ricorrenze. E’ ciò che conta veramente.

Impariamo a dire “Buona Pesach”, “Buon Id al-fitr”. Impariamo ad augurare pace e serenità a tutti, così da non offendere nessuno.

Non dobbiamo avere paura delle parole, delle differenze.

Ad una donna se viene chiamata medica invece di medico, non diamo più dignità. Non diamo rispetto dicendo Buone Feste quando poi ignoriamo le altre religioni.

Allontaniamo l’ipocrisia di voler cambiare il mondo con un tratto di penna.

Uguali nella diversità. Questo siamo, da questo dobbiamo partire.

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