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Cultura

Marta Fabrizi, musicista: “Prima interpretavo le tracce degli altri, ora canto le mie canzoni”

I pensieri e le idee della musicista Marta Fabrizi sulla sua carriera artistica dopo l’uscita del suo primo brano. L’ EP che Marta ha registrato è stato realizzato grazie alla vittoria di Musicaffamata.

Registrato e mixato da Marco Testa presso Sinusoide studio.

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Marta Fabrizi

a cura di Fabia tonazzi

photocredit Facebook

Ep da solista per Marta Fabrizi accompagnata dalla band composta da Matteo Fabrizi (basso), Massimo Colabella (chitarra); Tiziano Teatro (batteria); Francesco Dominicis (sax), Emanuele Grigioni ed ora Cristian Pratofiorito al piano.

Parliamo del debutto, in versione cantautrice, per l’artista ternana Marta Fabrizi. Lo scorso 12 novembre è infatti ‘fuori’ l’Ep d’esordio ‘Numero uno’ composto da tre tracce. La prima evoca proprio il formato discografico e si computa ad ‘Andata, ma torno’ e ‘Lavori in corso’. Il progetto nasce dall’affermazione al contest Musicaffamata, ossia il premio musicale under 30 organizzato dal Mishima nel 2019, il quale metteva in palio la registrazione dell’Ep.

Qualcosa su di te e di cosa ti occupi, cosa puoi dirci sulle tue tre canzoni?

Sono Marta Fabrizi, 29 anni, musicista nella vita. Dapprima solo interprete di musica di altri, qualche anno fa ho deciso di buttarmi ed inziare a scrivere e proporre i miei brani originali. Numero Uno è il primo che ho scritto in italiano ed ho deciso di dare proprio questo nome all’Ep: è la prima avventura fuori dalla comfort zone dell’interprete. “L’approccio è stato estremamente viscerale, istintivo. La prima canzone (Numero uno ndr) l’ho elaborata una mattina al pianoforte. Il testo è andato da sé come un fiume, prima di perfezionare l’arrangiamento in sala prove. Per ‘Andata, ma torno’ invece mi trovavo in Germania. Durante un viaggio in treno, mentre guardavo fuori dal finestrino, ho voluto mettere su carta pensieri ed emozioni provate. Infine il terzo, in collaborazione con Matteo Fabrizi, ossia ‘Lavori in corso’ che è stato cucito sopra la musica, a sua firma. Prima interpretavo le tracce degli altri, ora canto le mie canzoni.

Ho avuto la possibilità di partecipare al contest Musicaaffamata del 2019. La giuria tecnica era composta da Marco Testa, dello studio Sinusoide dove ho registrato l’Ep, Marco Biagetti (musicista) ed Emiliano Angelelli il quale cura la parte artistica del locale”

Cosa vuoi dirci in merito al progetto?

Il progetto nasce dalla voglia di misurarmi con la scrittura in prima persona. Avevo sempre interpretato canzoni di altri, in quel momento ho sentito l’esigenza di esprimermi con le mie parole. Giulia ed io ci conosciamo da anni, per la prima volta ci siamo trovate a collaborare: ha curato lei il mio ufficio stampa per la promozione dell’ uscita del singolo e del video prima (marzo) ed ora dell’EP. Oltre a ciò è nato un rapporto di amicizia e stima reciproca, abbiamo lavorato insieme a diverse cose. È una persona estremamente dinamica, piena di idee e determinata, sono felice di avere avuto l’opportunità di iniziare a lavorare con lei. Numero Uno è senza dubbio autobiografico: parla della mia vita del periodo in cui è nata. Era l’inizio di un periodo di cambiamenti e Numero Uno è figlia delle riflessioni, le emozioni, le paure e le speranze di quel momento.

Come è la tua giornata tipo?

Diciamo che non esiste una vera e proprio giornata tipo: divido il mio tempo tra la musica per me, la parte più creativa, di approfondimento e curiosità, il conservatorio e la musica “per gli altri”, ossia il lavoro di insegnamento. Quel che resta è dedicato alle persone a me care, la palestra, la casa e i miei gatti! Viaggio ogni volta che ne ho la possibilità!

Trovi il tempo per rilassarti?

Sì, spesso mi capita di affrontare intere giornate (o settimane!) a pieno ritmo, ma appena si calmano le acque adoro rinchiudermi nel mio nido (casa) o esplorare nuovi posti, spesso in mezzo alla natura, per ricaricarmi.

Cosa sognavi da piccolo? C’è qualcosa che ti accomuna ai tuoi personaggi?

Non avevo dei personaggi ben precisi, mi piacevano gli outsider, quelli un po’ strani e odiavo le principesse! In realtà quello che amavo di più era immedesimarmi nelle storie con cui venivo a contatto. Mi piaceva molto immaginare episodi a partire dalle canzoni: recitavo la parte del o della protagonista a seconda di ciò che la musica mi comunicava. Immaginavo di stare di fronte a un pubblico e muovermi liberamente sul palco… Credo che in parte ci sono arrivata!

Cosa ti piace di più del lavoro che fai?

Tante cose: il fatto che mi sveglio ogni mattina e so che ho scelto di fare una cosa che amo, innanzitutto. Amo potermi esprimere attraverso la mia passione, che coincide con il lavoro ed il fatto che sono sempre a contatto con le persone: altri musicisti, allievi ed allieve, pubblico.

Qual è il tuo mantra quotidiano?

Ho fiducia nell’universo, che tutto succede per una ragione e ciò che è mio già c’è.

La cultura e i libri…Hai un riferimento in politica o nella società attuale che ti ispira fiducia?

Da musicista prima ed insegnate poi, credo che i ragazzi e le ragazze oggi abbiano molti stimoli musicali ed artistici in generale. Sono continuamente stimolat* dai vari social e piattaforme di streaming e questo comporta, a volte, che ci sia un po’ di dispersione di idee ed attenzione. Per quanto riguarda gli eventi veri e propri, purtroppo, nella situazione attuale è venuta a mancare per molto tempo la possibilità di condividere liberamente dal vivo, magari nei piccoli club, potersi confrontare con artisti, gruppi di coetanei, in maniera spontanea senza troppe restrizioni e questo potrebbe comportare una perdita di interesse per gli eventi live.

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