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VITTIME DI STRADE INSICURE. IL TRAGICO ESEMPIO DELLA SR 630

Un triste cerimoniale accompagna ogni vittima della strada: lacrime, dolore, un funerale con molta gente, commozione e poi tutti nuovamente alla vita di tutti i giorni. Sulla stessa strada che potrebbe uccidere noi la prossima volta.

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Credit foto gruppo facebook S. Giorgio a Liri The group

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Solo nel 2021, 2875 morti e 204.728 feriti. Il bilancio di una guerra? No, sono le vittime dei 151.875 incidenti stradali avvenuti in Italia. Un bilancio pesantissimo.

Le cause? Fatalità, distrazione, alta velocità, uso di alcool e sostanze stupefacenti. Questo l’elenco ufficiale, a cui bisogna aggiungere strade vecchie e inadeguate, la causa più grave e inaccettabile degli incidenti stradali.

Grave e inaccettabile perché strade sicure e moderne sono il primo dovere dello Stato. Guidare un veicolo è una delle operazioni più delicate e pericolose. Abbiamo la responsabilità della nostra vita e di quella degli altri. L’automobile può diventare facilmente e tragicamente uno strumento di morte.

Alla guida serve prudenza, attenzione e assoluta perizia. Siamo, però, esseri umani e quindi imperfetti. Può esserci l’errore, il momento di distrazione. Le auto moderne hanno sofisticati sistemi di sicurezza ma non bastano. Servono strade moderne, con moderne soluzioni di sicurezza.

L’Italia ha una rete viaria mediamente vecchia. Addirittura, in molti casi, nata già vecchia. Come ad esempio la SR 630 nel Lazio https://www.tg24.info/provincia-strada-regionale-630-indifferibile-un-intervento-strutturale-urgente/ .

La fine del Secondo Conflitto Mondiale aveva lasciato l’Italia in macerie. Era necessario ricostruire tutto. Anche la rete stradale. Già carente prima della guerra, necessitava di interventi radicali.

Vengono progettate e realizzate migliaia di strade. Viene costruita l’Autostrada del Sole che collega Milano a Napoli. L’Italia del boom economico corre veloce. Non abbastanza però.

Progettare una strada presenta diverse criticità. Bisogna stimare con esattezza il traffico veicolare, anche in prospettiva futura. La strada deve avere caratteristiche tali da garantire la sicurezza e la facilità di manutenzione.

Molte strade italiane sono state progettate negli anni 60 ma realizzate anche dopo dieci anni. Quando il traffico veicolare è raddoppiato. Ad esempio la Strada Regionale 630 è stata progettata nel 1959 ma ultimata solo a metà anni 70. Così una strada nasce già vecchia.

La manutenzione poi è da sempre un punto dolente. Competenze divise tra vari enti: Anas, Comuni, Provincie e Regioni. Mancanza di risorse umane e fondi.

Il risultato è strade piene di buche; strette; con curve pericolose; con la visibilità ridotta a causa della vegetazione; prive di adeguata segnaletica e sistemi di sicurezza.

Costruire o ammodernare una strada ha costi enormi. Economici ma anche politici. Perché spesso è necessario procedere ad espropri.

Vengono fatte le solite promesse elettorali, qualche intervento parziale ma il problema rimane senza soluzione.

Fiori e croci lungo le strade. Questo è il tragico spettacolo a cui siamo abituati. “Vite spezzate da un tragico incidente”, questa è la formula di rito.

Incidente come sinonimo di inevitabile, di inatteso e imprevedibile. In realtà non è così.

Troppo spesso l’incidente stradale è prevedibile ed evitabile. Con interventi tempestivi.

Non è rinviabile un piano strade nazionale che comprenda tutta la rete stradale. Il PNRR è occasione da non perdere per realizzarlo.

Necessaria anche maggiore severità nei confronti degli Enti proprietari delle strade nei casi di negligenza.

Un triste cerimoniale accompagna ogni vittima della strada: lacrime, dolore, un funerale con molta gente, commozione e poi tutti nuovamente alla vita di tutti i giorni. Sulla stessa strada che potrebbe uccidere noi la prossima volta.

La sicurezza è un diritto, la vita è il bene più prezioso. La morte è inevitabile solo quando è stato fatto tutto ciò che è umanamente possibile. La rassegnazione e la sciatteria possono uccidere. Senza alcuna giustificazione.

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