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Ambiente

Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici

nico catalano

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di NICO CATALANO

Nulla di fatto!


Nei giorni scorsi si è svolta a Madrid la venticinquesima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, organizzata dalle Nazioni Unite con l’obbiettivo principale di trovare una soluzione condivisa rispetto agli accordi sul clima sottoscritti a Parigi nel 2015. L’evento, chiamato COP25 ha visto la partecipazione dal 2 al 13 dicembre dei rappresentanti di 190 Nazioni e si è concluso purtroppo con un vergognoso nulla di fatto.

L’appuntamento istituzionale svoltosi nella capitale spagnola è stato un vero fallimento, in quanto non ha prodotto niente di vincolante riguardo all’obbligo per i singoli Paesi di presentare piani concreti per ridurre ulteriormente le rispettive emissioni di gas serra, azioni necessarie per raggiungere proprio gli obiettivi fissati nel 2015.

Infatti, non tutte le Nazioni più ricche e industrializzate, si sono dichiarate favorevoli nel sostenere un meccanismo che prevede finanziamenti costanti e adeguati verso i Paesi più esposti agli impatti generati dai cambiamenti climatici, che sempre più nelle aree del sud del mondo sono la causa principale di una diffusa desertificazione con le conseguenti carestie responsabili a loro volta delle migrazioni di milioni di persone verso l’occidente opulento. Tra queste Nazioni ricche, spiccano gli Stati Uniti che dal novembre 2020 saranno ufficialmente fuori dal trattato di Parigi, così come aveva preannunciato in uno slancio di “egoismo” senza precedenti già nel 2017 il presidente USA Donald Trump.

Inoltre alcune Nazioni hanno ostacolato apertamente un accordo, per evitare di sottostare a regole più rigide per quanto riguarda l’emissione di gas serra, tra questi spiccano diversi Paesi in via di sviluppo spaventati dal fatto che le misure anti-inquinamento possano inibire la loro crescita economica. A causa proprio delle forti reticenze evidenziate da diversi Paesi nell’ assumersi impegni e responsabilità molte decisioni sono state rimandate nel 2020 in occasione della COP26 che si terrà a Glasgow.

L’uomo continua a fare tutto il contrario di quanto da tempo gli scienziati che studiano il riscaldamento globale, raccomandano di fare, dimostrando tramite le loro pubblicazioni come i cambiamenti climatici derivati dalle attività antropiche e dalle emissioni gassose correlate peggiorano il già presente effetto serra, causando un aumento repentino del livello degli Oceani, un sempre più veloce scioglimento delle calotte polari, così come la migrazione di molte specie animali e vegetali che al fine di ritrovare condizioni più adatte alla loro sopravvivenza creano vere e proprie colonie di pesci o crostacei alieni, fenomeni di inquinamento biologico con evidenti danni all’ecologia dei luoghi. Addirittura se non si interviene celermente con un programma di tagli riguardo le emissioni gassose responsabili dell’effetto serra secondo diversi studiosi entro la fine del secolo assisteremo ad un aumento globale della temperatura di circa due gradi che porterà gravi conseguenze per la vita di circa due terzi della popolazione mondiale. Mentre gran parte del mondo chiede a gran voce di agire, occupa piazze e strade, organizza manifestazioni e si assiste specie tra i più giovani ad una maggiore consapevolezza rispetto alle tematiche ambientali, la politica e le istituzioni mondiali sono oscurate dalla miopia dei loro giochetti di palazzo.

Fonte della foto “ilPost “

Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista