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Ambiente

Dopo la Xylella una svolta verde per il Salento

L’autorizzazione a piantare Mandorlo, Pesco, Susino, Ciliegio, Albicocco oltre alle varie specie di Agrumi, in un territorio che per diverso tempo ha visto solo la monocultura dell’olivo, potrebbe rappresentare il primo passo verso la riqualificazione dei suoli salentini

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DI NICO CATALANO

Credit foto Mariateresa Toledo licenza  CC BY-NC-ND 2.0

Semaforo verde da parte del comitato fitosanitario nazionale per la richiesta di deroga avanzata dalla Regione Puglia al regolamento di esecuzione UE 1201 /2020. La richiesta accolta dagli uffici del Ministero delle politiche agricole, permetterà di impiantare nella cosiddetta zona infetta dalla Xylella Fastidiosa, oltre alle cultivar di ulivo resistenti o tolleranti al patogeno menzionato, anche tutte le specie e varietà dei generi Prunus e Citrus al posto degli ulivi resi scheletri dal disseccamento rapido. Una svolta “Green” avvenuta una decina di giorni dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato incostituzionale la Legge 52/2019 della Regione Puglia, in quanto rea di autorizzare l’impianto di qualsiasi essenza arborea in deroga ai vincoli paesaggistici o colturali nelle aree colpite dall’avversità batterica. La concessione della deroga è merito dell’ottimo lavoro di ricerca effettuato in questi ultimi anni da parte del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Bari. Gli studi scientifici basati su un ampio numero di sperimentazioni in campo, hanno dimostrato come diverse specie teoricamente suscettibili alla Xylella, negli areali della Puglia meridionale hanno evidenziato una spiccata tolleranza, immunità e resistenza alla stessa avversità. L’autorizzazione a piantare Mandorlo, Pesco, Susino, Ciliegio, Albicocco oltre alle varie specie di Agrumi, in un territorio che per diverso tempo ha visto solo la monocultura dell’olivo, potrebbe rappresentare il primo passo verso la riqualificazione dei suoli salentini, ecosistemi da tempo al limite del collasso a causa di scellerate azioni di origine antropica. La piantumazione di queste colture arboree, se fatta nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, adottando metodi di agricoltura sostenibile, potrebbe rappresentare anche il primo vero passo verso quella auspicata diversificazione vegetale necessaria per riconvertire quel vasto territorio del Salento che collega lo Ionio con il mare Adriatico. Un areale che annovera sia la presenza di un’agricoltura “da polpa” nelle zone litorali, quindi bisognosa di adeguati sostegni alle imprese, così come l’esistenza di importanti aree marginali rappresentate dalla tipica macchia mediterranea delle “Serre Salentine” il cui territorio si presta alle funzioni multifunzionali erogate dai frutteti didattici e dal bosco da reddito. La Xylella Fastidiosa un batterio proveniente dal Costarica, nel volgere di pochi anni, ha portato alla morte milioni di ulivi, causando per l’agricoltura pugliese una crisi di proporzioni enormi. Gli antichi Greci consideravano i periodi di crisi come opportunità per migliorarsi. Un’opportunità oggi rappresentata dai trecento milioni di euro stanziati dal piano antixylella. Pertanto, necessitano collaborazione, responsabilità e maturità da parte della classe politica al fine di elaborare e attivare un piano di ricostruzione per quel bene comune qual è il paesaggio salentino. Un piano basato sui principi della trasparenza, efficacia e imparzialità amministrativa che deve prevedere l’accessibilità alle misure di sostegno per tutti, dagli agricoltori ai cittadini proprietari degli appezzamenti più piccoli. La sfida è appena iniziata.