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Ambiente

Giornata Mondiale dell’Ambiente: ripristiniamo gli ecosistemi.

È giunto il momento per l’umanità di guardare al futuro più che al passato.

nico catalano

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DI NICO CATALANO

Credit foto John Englart license CC BY-SA 2.0

Sabato 5 giugno, si è celebrata la quarantasettesima Giornata Mondiale dell’Ambiente (World Environment Day). La data celebrativa istituita dalle Nazioni Unite nel 1971, per accrescere la consapevolezza critica verso l’ambiente e la sua tutela, attraverso la promozione di modelli di consumo sostenibili. Una necessità che specialmente nei cosiddetti Paesi industrializzati, è aumentata anno dopo anno. Difatti, nei primi anni settanta del secolo scorso, l’overshoot day, cioè il giorno in cui l’intera umanità consuma tutte le risorse naturali che la Terra è capace di rigenerare in un anno, cadeva alla fine di novembre. Quest’anno si stima che tale evento ricorrerà invece il 29 luglio, pertanto da quel giorno in poi, l’intera popolazione mondiale per soddisfare i suoi bisogni, eroderà le risorse naturali destinate alle generazioni future. L’umanità in questi ultimi cento anni, producendo sempre più macchine, plastica, acciaio e cemento, ha contemporaneamente distrutto altrettanta vita sulla terra. Oggi sul nostro pianeta si trovano circa 3.000 miliardi di alberi, la metà di quelli presenti sulla terra quando l’uomo, da cacciatore nomade, diventò agricoltore e sedentario. Di questi, oltre 2.000 miliardi sono stati tagliati negli ultimi due secoli e ogni giorno oltre 15 milioni di alberi vengono abbattuti nelle foreste primarie per far posto alle coltivazioni industriali e agli allevamenti intensivi. Il genere umano con i suoi stili di vita insostenibili, ha causato una trasformazione degli ecosistemi così veloce e profonda da mettere a rischio la vita di oltre un milione di specie vegetali e animali, sempre più prossime all’estinzione, pregiudicando indirettamente il futuro dell’umanità. Negli ultimi venticinque anni, le popolazioni delle specie selvatiche sono state dimezzate e attualmente sono più del 28% le specie in via d’estinzione. Basti pensare che nel mondo, ogni giorno perdiamo una superficie coperta a bosco grande quanto l’intera Danimarca. Per queste motivazioni, il tema principale della Giornata dell’Ambiente 2021 è stato il ripristino degli ecosistemi, in linea con il “decennio del ripristino degli ecosistemi” promosso dall’Organizzazione delle Nazioni Unite tramite l’attuazione del programma “Orizzonte 2030”.  Gli ecosistemi rappresentano un elemento indispensabile per la vita sul pianeta in quanto fungono da scrigno per la biodiversità. Essi sono i principali responsabili della vastità di colori e sapori presenti in natura e hanno molteplici funzioni tra cui quella di fornire cibo, ossigeno e acqua all’umanità, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e frenare la diffusione di pericolose pandemie. Il degrado degli ecosistemi sta già mettendo a rischio il benessere del 40% dell’umanità, quindi ripristinare gli ecosistemi danneggiati significa non soltanto riportarli a una condizione originaria, ma impostare una interazione diversa tra uomo e natura. Un’azione che per centrare l’obiettivo deve necessariamente avere un respiro globale, avvalendosi di una ragnatela di interventi diffusi su tutti i continenti e gli oceani: dalla tutela delle mangrovie nel sud est asiatico, alla riforestazione in Pakistan, alla tutela dei suoli agricoli contro l’erosione in Kenya sino al ripristino della biodiversità perduta in alcuni zone dell’Amazzonia. Da oggi al 2030, il ripristino di un’area grande quanto gli Stati Uniti, potrebbe permettere a milioni di persone l’accesso a cibo, lavoro e acqua potabile.  Milioni di ettari di ecosistemi terrestri e acquatici riqualificati che potrebbero generare 9.000 miliardi di dollari di servizi ecosistemici, e rimuovere fino a 26 miliardi di tonnellate di gas serra dall’atmosfera. È giunto il momento per l’umanità di guardare al futuro più che al passato.

Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista