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Ambiente

La UE classifica il nucleare come fonte di energia verde.

La proposta da parte della UE, di classificare il nucleare come fonte di energia verde, sta provocando diverse polemiche. Se è vero che l’energia nucleare ha un basso impatto ambientale rispetto alle fonti tradizionali. È altresì vero che tale fonte energetica risulta non ancora sicura e pulita.

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DI NICO CATALANO

Credit Roman Denisov license CC BY-SA 3.0

La proposta da parte della Commissione Europea, di includere il nucleare nella tassonomia verde sta generando un mare di polemiche. La decisione definitiva, prevista per la metà di questo mese, appare scontata. L’energia nucleare, sarà classificata come fonte di energia verde, con la possibilità per quest’ultima di usufruire dei green bond, la finanza agevolata che veicola cospicui investimenti UE verso le fonti energetiche dichiarate ecocompatibili. Questa volontà della commissione, in controtendenza con le scelte finora effettuate da diversi Paesi membri rispetto al nucleare, non risolverà l’enorme problema del surriscaldamento climatico, causato dall’immissione di gas serra che attualmente attanaglia la comunità internazionale. Sicuramente il nucleare, rispetto ai combustibili fossili, così come le varie fonti rinnovabili (eolico, solare e maree) non produce gas serra, ma lo smaltimento delle scorie radioattive non è di facile gestione, sia per la pericolosità nel trasporto, così come per la definitiva allocazione delle stesse. Infatti, basta ricordare come nel nostro Paese, che ospita 95 mila metri cubi di scorie in 26 depositi di rifiuti radioattivi disseminati in tutta la penisola, la seconda fase di consultazione pubblica prevista dal decreto legislativo n.31/2010, da poco avviata per la localizzazione del sito in cui realizzare il Deposito nazionale, sta creando agitazioni e scompiglio, in quanto nessuno vorrebbe vedersi costruire il luogo di stoccaggio nel proprio territorio. Inoltre, sempre in Italia, dove in due referendum la maggioranza dei cittadini si è espressa contro il nucleare, questa decisione comunitaria, in contrasto con la volontà popolare sta riportando alla luce un dibattito che si trascina da decenni. Se da una parte il nucleare è una fonte di energia a basso impatto ambientale rispetto alle fonti tradizionali, tanto da consentire una stabilizzazione dei prezzi e un modo valido per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica. Così come va precisato che l’Italia importa energia nucleare dalla Francia, pagandola con risorse economiche, che in caso contrario potrebbero rimanere sul territorio nazionale, il quale nel contempo rimane soggetto ai rischi di questa tecnologia, con i reattori francesi localizzati poco oltre i confini. Ciò detto, inserire il moderno nucleare, quello di quarta generazione, tra le fonti sicure e rinnovabili è inesatto. Secondo Angelo Tartaglia, docente di Fisica presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino, quella dell’atomo non è ancora energia “pulita e sicura”, così come vogliono fare passare i fautori della quarta generazione. Sempre secondo lo scienziato, al momento non ci sarebbe nessuna soluzione sicura al problema delle scorie, oltre al fatto, che i costi per la realizzazione delle centrali risultano essere ancora altissimi. Inoltre a detta dello stesso, prima di riproporre l’energia dell’atomo, bisognerebbe finanziare i programmi di ricerca sul nucleare di ultima generazione, in merito soprattutto alla risoluzione dei problemi rappresentati dalla sicurezza e sostenibilità dello stesso, cosa che ad oggi non è stata fatta. Fermo restando che i finanziamenti green dovrebbero andare solo alle vere fonti di energie verdi, va precisato che nel recente passato il nostro Paese, ha fatto una scelta precisa e democratica sul nucleare. Se oggi, la politica vuole rimettere in discussione tale scelta, sarebbe il caso di raccontare tutta la verità, senza continuare a prendere in giro gli italiani.

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista