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Ambiente

Ancora incendi: in Puglia nella prima settimana di luglio, bruciati oltre 1000 ettari.

Le temperature elevate dei giorni scorsi, hanno alimentato l’annosa piaga degli incendi. Dal Gargano al Salento, la Puglia brucia. Siccità e ulivi resi secchi dalla xylella tra le cause dei roghi. Necessitano azioni istituzionali veloci e concrete.

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DI NICO CATALANO

Credit foto: by MONUSCO license CC BY-SA 2.0.

Le eccezionali elevate temperature registrate nei giorni scorsi in Puglia, hanno alimentato l’annosa piaga degli incendi, un fenomeno increscioso che da qualche anno, sta affliggendo l’intero il territorio pugliese. Così come già avvenuto lo scorso anno, la terra brucia dal Gargano al Salento, e le fiamme alimentate dal caldo vento di scirocco, divorano alberi e vegetazione, sino spesso a lambire i centri abitati mettendo in pericolo residenti e turisti. Secondo le stime della centrale operativa regionale della Protezione Civile, solo nella prima settimana di luglio, sono oltre mille gli ettari andati in fumo nell’intera Regione. Un danno ingente sia per la perdita di biodiversità, sia dal punto di vista climatico, per l’indiscusso ruolo svolto dagli alberi nell’equilibrio del clima e nel contenimento del surriscaldamento. Una lotta impari, quella contro il fuoco, che vede nei mesi estivi, impegnati ogni giorno il personale antincendio Arif (Agenzia regionale Irrigui e Forestali), Vigili del fuoco, Carabinieri Forestali, Protezione Civile e volontari. Gargano, Monti Dauni, Arco Jonico tarantino, Valle d’Itria e Alta Murgia sono le aree maggiormente colpite, oltre al Salento, dove il fenomeno dei roghi è diventato drammaticamente serio nella sua diffusione e vastità. Incendi, quelli verificatesi nella penisola salentina, favoriti purtroppo dalla presenza di una burocrazia che indirettamente impedisce la rimozione del pericoloso substrato offerto dai cimiteri degli olivi secolari resi ormai secchi dalla Xylella Fastidiosa. La Regione Puglia, memore di quanto successo negli anni passati, rispondendo al decreto n177 del 4 maggio scorso, ha implementato un insieme di azioni mirate a contrastare il fenomeno degli incendi boschivi, nel periodo compreso tra il quindici giugno e il quindici settembre. Azioni che riguardano attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi, attraverso l’istituzione del SOUP (Sala Operativa Unificata Permanente) una struttura fondamentale per il coordinamento delle squadre antincendio. Se per quanto riguarda gli incendi prettamente boschivi, gli interventi risultano essere quasi tempestivi, lo stesso non avviene per gli incendi che colpiscono gli uliveti in Salento. Quest’ultimi rappresentano un problema per la tipologia del combustibile, un legname ormai secco e suscettibile a prendere fuoco, nonché più resistente allo spegnimento per la presenza di umidità. Purtroppo la gestione di tali incendi, in quanto generati da oliveti e non da piante forestali, non rientrano nelle attività della SOUP, ma nelle attività ordinarie del Corpo Vigili del Fuoco, che sfortunatamente risulta essere sotto organico in uomini e mezzi, oltre ad essere dislocato non uniformemente sul territorio. Una grave carenza che la politica ha il dovere di affrontare e colmare una volta per tutte, magari proprio attraverso lo strumento del tavolo tecnico permanente antincendio boschivo (AIB), istituito nel marzo scorso tramite delibera di Giunta Regionale, quindi trovando e concertando in esso le azioni necessarie da mettere in campo per il prossimo piano triennale antincendio. Se da un lato, occorre velocizzare le operazioni di rimozione, svellimento e reimpianto delle piante disseccate, dall’altro bisogna aumentare la consapevolezza dei cittadini e degli amministratori locali nel rispettare le normative e varare i piani antincendio comunali anche attraverso l’ottimizzazione di risorse provenienti dal Tavolo Tecnico AIB. Decine di migliaia di ettari di ulivi abbandonati in Salento, non possono trasformarsi in un’immensa torcia dai risvolti pericolosamente imprevedibili. Non c’è più tempo da perdere.

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista