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Ambiente

L’acqua sta diventando un bene sempre più raro e prezioso

L’estate 2022 sarà ricordata per l’eccezionale siccità. L’acqua è un importante elemento per la vita. Un bene diventato sempre più limitato a causa dell’uso non razionale da parte dell’Umanità.

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DI NICO CATALANO

Credit foto:  USAID_IMAGES license CC BY-NC 2.0.

L’estate del 2022, verrà ricordata soprattutto per la grave siccità, per le immagini televisive dei fiumi asciutti nel nord Italia e per le tante imprese agricole italiane finite sul lastrico a causa dell’impossibilità di ottenere i raccolti. Ondate di caldo torrido, lunghi periodi di alte temperature, scioglimento dei ghiacciai e sempre più minori precipitazioni, tutte conseguenze riconducibili alla crisi climatica in corso, hanno ridotto quasi a zero la portata dei nostri fiumi e laghi, limitando la disponibilità di acqua dolce, elemento necessario sia per la vita dell’uomo che per lo svolgimento delle varie attività, tra cui l’agricoltura. L’accesso all’acqua è un diritto universale per tutti gli esseri viventi, oggi purtroppo diventato sempre più un privilegio per pochi a causa dei nostri reiterati comportamenti poco sostenibili. Oltre al cambiamento climatico dovuto principalmente all’uso non razionale da parte dell’uomo dei combustibili fossili, la disponibilità di acqua potabile è messa in pericolo dall’uso non corretto da parte dell’umanità di questo bene prezioso. Nel nostro Paese, oltre il quaranta per cento dell’acqua disponibile non raggiunge i rubinetti domestici o le pompe di irrigazione dei campi agricoli. Tubature deteriorate, condotte obsolete, invasi ridotti ad una groviera e scarsa manutenzione degli acquedotti rappresentano le cause principali di questo spreco, un fenomeno imbarazzante che nelle regioni meridionali raggiunge punte di quasi il sessanta per cento. L’auspicio del governo italiano è la riduzione di questa enorme percentuale di spreco idrico alla metà dell’odierno dato, attraverso l’ausilio dei percorsi di digitalizzazione che dovrebbero favorire nei prossimi mesi l’implementazione di reti idriche intelligenti che sostituiranno le attuali condutture fatiscenti, tutti interventi che rientrano tra le azioni contemplate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A questo fattore prettamente italiano, se ne aggiunge un altro globale e che incide in modo preponderante sulla minore disponibilità di acqua, ovvero l’ormai elevatissima impronta idrica del nostro cibo. Ad esempio per ottenere una bistecca di un chilogrammo, servono circa diecimila litri di acqua, che vengono sottratti agli altri usi: ecologici, umani e produttivi. Di tutta questa quantità di acqua, solo una minima parte di essa proviene da processi di riutilizzo idrico, la stragrande maggioranza (ben oltre l’ottanta per cento) è rappresentata da acqua originata con le precipitazioni e quindi dal ciclo dell’acqua. Tale esempio dimostra che, con la popolazione mondiale ormai prossima agli otto miliardi di persone, individui tutti uguali nel diritto di accesso al cibo e all’acqua, gli attuali stili di vita e soprattutto di consumo sono diventati insostenibili. Pertanto necessitano da parte della politica globale, urgenti interventi volti sia per ridurre la dispersione della risorsa idrica, attraverso la realizzazione di processi di recupero e riutilizzo della stessa, ma soprattutto una mirata campagna mondiale di consapevolezza alimentare al fine di dare a tutti gli essere viventi il diritto di accesso all’acqua e alla vita.

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista