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Multe ai senzatetto perché non a casa

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di MADDALENA COVIELLO

L’Italia è tra quei paesi in cui la maggior parte degli stereotipi è messa fortemente in discussione da grandi uomini, ma è anche il paese per eccellenza dei paradossi.

È il caso di molte città dell’Italia settentrionale, dove si stanno passando in rassegna privi di ogni solidarietà e umana pietà oltre che raziocinio multe ai senzatetto. È quanto si apprende dalle notizie di moltissimi giornali e fa molto discutere.

Inutile dire che non basta il destino avverso e la sciagura di questi poveri malcapitati, a ciò si aggiunge la mancanza di norme a riguardo che, invece di far astenere dal giudizio e porre la questione al vaglio dell’esame, fa pure sentenziare.

Innanzitutto i senzatetto versano in una povertà che è il vero allarme di questo paese, ma di cui pare nessuno voglia occuparsi seriamente contento com’è nella sua tiepida casa. I senzatetto sono circa 50.000. La povertà è una situazione fatale in cui chiunque può incorrere attraverso un evento che irrompa la propria stabilità, soprattutto se non ci siano norme che salvaguardino da questa sciagura.

E dunque perché no delle politiche che li reintegrino all’interno del tessuto sociale piuttosto che punire questi poveri disgraziati? A conferma di ciò nessuno ha mai sognato o desiderato nella propria vita patire fame, freddo, mancanza d’igiene e ogni mezzo. Non è perciò una situazione voluta.

Si parla tanto di scienza e dei suoi progressi, della tecnologia e del XXI secolo, come quello del futuro, eppure, mancano le basi. Sì, le basi di una serena convivenza civile che può essere data solo da una solida stabilità economica che elimini gli istinti più beceri di sopraffazione tipici delle giungle e della savana. La cosa sembra invece irrisolvibile e più difficile di quello che s’immagini. Dobbiamo sempre inceppare nel male e nel malessere senza soluzioni di sorta quasi fosse necessario.

Bisogna capire che questa politica non va bene e se metaforicamente perdessimo questa felicità procurando ciò, non si va avanti come quando privando di un arto, una persona non potrà mai raggiungere la felicità e viceversa non si andrà mai d’accordo con la propria coscienza.

Un tempo a far capire tutto questo erano grandi personalità che amavano la gente e la gente amava loro.

Oggi purtroppo molti li hanno dimenticati e buoni esempi sono sempre di meno.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo