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Saman Abbas, ennesima vittima di un Dio che non esiste

Uccisa. Per aver rifiutato un matrimonio combinato. Per aver amato un ragazzo contro il volere della famiglia. Questa è la sorte che, molto probabilmente, è toccata a Saman Abbas. Di origine pakistane, viveva con la famiglia a Novellara nella Bassa Reggiana. La ragazza si era già ribellata al matrimonio combinato imposto dalla famiglia.

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Credit foto Comune di Novellara

Credit foto Comune di Novellara.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Uccisa. Per aver rifiutato un matrimonio combinato. Per aver amato un ragazzo contro il volere della famiglia. Questa è la sorte che, molto probabilmente, è toccata a Saman Abbas. Di origini pakistane, viveva con la famiglia a Novellara nella Bassa Reggiana. La ragazza si era già ribellata al matrimonio combinato imposto dalla famiglia. Si era rivolta ai servizi sociali e aveva trovato asilo in una residenza protetta. Lo scorso aprile, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è stata attirata in una trappola e uccisa dallo zio.

Immediatamente è scattata la pretestuosa polemica contro l’Islam. Pretestuosa perché l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia ha emesso una fatwa contro i matrimoni imposti e contro l’infibulazione femminile. Certe pratiche non sono ammesse dall’Islam. Sono abitudini e consuetudini nate all’ombra della religione. Nel nome di un Dio che non esiste. Come non esiste il Dio cristiano in nome del quale si è ucciso, torturato, negato diritti civili. Associamo l’estremismo religioso ai mussulmani. In realtà, nemmeno noi cristiani siamo immuni dall’estremismo. I massacri delle Crociate, la poco Santa Inquisizione, la conversione al cristianesimo di intere popolazioni a suon di sberle. L’attuale negazione dei diritti civili. Aborto, unioni civili, parità di genere, tutti diritti negati in nome di un Dio che non esiste. Non esiste perché non è il Dio presente nei testi sacri dell’islam e del cristianesimo. Per secoli, nello Stato del Vaticano, i tribunali ecclesiastici hanno dato lavoro a Mastro Titta nel nome di un Cristo che aveva lasciato il comandamento «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» e di un Dio che disse nessuno tocchi Caino. Attualmente molti si scagliano contro gay, lesbiche, migranti, in nome di un Cristo che disse « Non giudicate, per non essere giudicati perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti».  E’ umana e comprensibile la necessità di credere in un Dio con la capacità sovrumana d’amare, comprendere e perdonare. Un Dio che ci aiuta a superare i nostri limiti e difetti. Non abbiamo invece bisogno di un Dio che incita all’odio, alla violenza, alla meschinità. Sono tutte cose che sappiamo fare benissimo da soli. Non esiste sacrilegio peggiore dell’inventarsi un Dio per giustificare violenze e perversioni. Nel capolavoro «Il giorno della civetta» di Leonardo Sciascia, quando il capitano dei carabinieri chiede al mafioso come sia compatibile la sua condotta malavitosa con l’assidua frequentazione delle funzioni religiose, si sente rispondere che «La Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio». Molti si creano un Dio di convenienza, un falso idolo. Eppure esiste una Religione universale. O meglio dovrebbe esistere. Basata su amore e misericordia. La fede incrollabile nella dignità di ogni essere umano dovrebbe unirci. Non è utopia. La Storia ha sempre insegnato che dall’odio non nasce nulla. Ogni volta, però, abbiamo dimenticato la lezione.

Davanti ad ogni violenza o ingiustizia, la domanda è sempre la stessa. Esiste un Dio buono? La risposta assoluta non esiste. Ciascuno ha la sua. Ogni risposta merita rispetto. Probabilmente cerchiamo Dio nel posto sbagliato. Troppo lontano e troppo in alto. Se Dio esiste è nel cuore delle persone. Delle persone che restano oneste quando essere onesti è difficile. Nelle persone che dividono il poco cibo. Nelle persone che rischiano la vita per degli sconosciuti. Nelle persone che sbagliano e poi rinascono.

A prescindere dalla fede, speriamo che tutte le vittime di un Dio che non esiste abbiano trovato qualcuno ad attenderle. Che abbiano trovato luce. Perché come scrisse Aldo Moro «Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo».