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Intervistiamo “Pillole di Storia”
Nell’immaginario comune la storia viene vista come “una materia pallosa, un fatterello da imparare a memoria pieno zeppo di date utili solo durante l’interrogazione”. Eppure, non è affatto così. Ne parliamo oggi con Costantino De Luca, admin del blog “Pillole di Storia”.
di Alessandro Andrea Argeri
Foto profilo del blog “Pillole di Storia”. Autorizzazione all’uso concessa dal proprietario.
Ho avuto modo di tenere un’intervista a “Pillole di Storia”, il cui vero nome è Costantino De Luca, 27 anni, aspirante divulgatore, studente frequentante la magistrale di scienze storiche a Bologna. Nel 2017 questo ragazzo con la passione per la storia ha creato un blog in cui raccontava avvenimenti storici, molti dei quali tanto poco conosciuti quanto interessanti. In breve tempo è nata una community con oltre centomila follower su ogni piattaforma social.
- “Pillole di Storia”, da dove nasce l’idea di una storia in pillole?
L’idea non è nata da me, ma da una mia amica parlando un giorno su Whatsapp. Le ho raccontato di Annibale che aveva perso un occhio in battaglia durante la seconda guerra punica e quindi aveva vissuto tutta la vita senza un occhio. La mia amica è rimasta colpita e mi ha chiesto di raccontarle la pillola ogni giorno su Whatsapp. Da lì è partita l’idea di mettere le pillole su Facebook, poi circa sei mesi dopo anche su Instangram.
- La storia offre più versioni di uno stesso “fatto”. Come verifichi l’attendibilità di una pillola?
Di solito tutte le pillole nascono dai saggi storici che leggo. Quando mi imbatto in qualcosa di interessante me lo segno, e poi vado ad approfondire con articoli. Ci sono siti come jstore.org o Accaemia.edu che sono degli ottimi paper dove si possono trovare articoli di specialisti. Poi la storia ti offre sì “più versioni”, allora io cerco di dare quella più socialmente accettabile.
- Qual è la differenza tra saggio e scritto divulgativo?
Il saggio può essere sia divulgativo che tecnico. A differenza del romanzo il saggio racconta eventi reali, non inventa niente. Il divulgativo è scritto in un linguaggio più semplice, meno tecnico, mentre il saggio è in un linguaggio complesso, dove nozioni di base si danno per scontate. Io cerco di dare consigli a seconda dell’argomento, su quale tipo di testo scegliere.
- Qual è la tua formazione?
Ho frequentato il liceo scientifico per quattro anni, poi una High School americana, quindi ho due diplomi. Poi ho fatto l’università d’economia perché avevo paura di non trovare lavoro con la storia, ma non mi piaceva, quindi ho iniziato a lavorare, per un periodo ho vissuto anche di poker online. Adesso però sono alla magistrale di scienze storiche.
- Alberto Angela sfonda in RAI, Barbero ha raggiunto il meritato successo, tu sei seguitissimo. Come si sta evolvendo il ruolo dello storico?
In generale non sta cambiando così tanto. Ci sono i casi che hai menzionato, però secondo me sono un po’ particolari. Per la maggior parte si è rimasti a 50 anni fa, con il professore che fa ricerche, le pubblica e qualcuno le legge, ma è pur sempre un pubblico di nicchia. Sono felice che alcuni come Barbero abbiano avuto il meritato successo, e che semplici persone possano imparare dai grandi del passato e provare ad applicare certi insegnamenti nella vita.
- “Insegnamenti”, ecco. La più grande lezione imparata dalla storia?
Ci sono tante piccole lezioni che imparo qua e là. Se un politico vuole imparare il suo mestiere può legger Cicerone che spiega come muoversi, agire e guadagnare con la vita politica, mentre se qualcuno è giù di morale si legge Seneca per imparare a conoscersi leggendo delle riflessioni per rafforzare il proprio animo, insomma: c’è l’imbarazzo della scelta. Molto banalmente, leggendo tantissimi storici prima di me, vedendo come lavoravano loro, posso prendere cose che hanno funzionato nei loro scritti. Imparare da autori come Much Flack, Kantorowicz, Erodoto, Barbero, di cui leggo i libri e ascolto le conferenze per prendere spunto, anche se siamo diversi nello stile.
- Timoleonte di Corinto è in un certo senso la “mascotte” della tua vasta community. Perché hai scelto proprio lui?
Ho scelto Timoleonte perché ho un debole per quei personaggi che hanno compiuto imprese clamorose ma non sono ricordati dalla storia. Se vai in piazza e chiedi “conosci Timoleonte di Corinto?” quasi nessuno ti sa rispondere. Una volta ho fatto anche questo esperimento ad una festa, dove chiedevo agli altri invitati se conoscessero questo grande personaggio. Penso che nessuno sarebbe riuscito a prevedere il successo di un vecchio emarginato, prima odiato dal suo popolo, poi divenuto eroe, salvatore e liberatore di un’intera isola, il tutto al comando di pochi uomini. In parole povere: ho un affetto per “gli sconfitti dalla memoria”.
- Quale personaggio del passato, secondo te, ci vorrebbe in quest’epoca?
Dei grandi personaggi del passato mi viene in mente Traiano, che oltre ad aver portato l’Impero romano alla massima espansione è stato molto capace in alcune riforme sociali per contadini e orfani. Credo che saprebbe reinventarsi bene.
- Qual è il periodo storico più simile a quello attuale?
C’è una pandemia ma la peste nera non è molto simile come si crede, anche perché quando si verificò morì un terzo della popolazione mondiale. Però le reazioni di panico, di rabbia, di paura, di aggressività della gente sono molto simili. C’è stato un periodo in cui la folla bruciava le antenne 5G perché aveva paura che potessero diffondere il covid. Durante la peste nera invece la gente bruciava gli ebrei. Un’altra epoca da un punto di vista politico invece potrebbe vedersi nella confusione e nella corruzione della classe politica, che non cambia mai qualsiasi sia il periodo storico. Adesso è un periodo dove c’è molta indignazione, ma anche nel senato romano erano frequenti le offese, gli intrighi, le corruzioni, ogni tanto ci scappava anche il morto! Ho avuto modo di visitare il Parlamento durante una gita scolastica. Ci sequestrarono i telefoni, ci raccomandarono il silenzio per non disturbare, poi però dentro c’era letteralmente una sagra di paese, tra urla, grida, e offese che si lanciavano i politici. È stato molto deludente. Dal punto di vista economico invece non è cambiato il maltrattamento della Grecia, ho anche scritto una pillola in merito. La Grecia si indebitò fortemente con l’Inghilterra a causa della guerra di indipendenza contro i turchi, oggi invece è indebitata con la Germania. (Al link qui di seguito è disponibile la “pillola”: Pillola n.357 )
- Uno storico del futuro, quando nel prossimo secolo si troverà a dover interpretare quest’epoca, quale titolo potrebbe darle?
Dipende tutto dai prossimi decenni, ora è troppo presto per fare una previsione. Potrebbe essere “Il Secolo del Cambiamento Climatico”, che ha distrutto mezzo mondo, anche se spero non sarà così, oppure “Il Secolo della Cina e dell’India”, che stanno passando da essere terzo mono a primo mondo. Quindi l’Occidente perde la supremazia mondiale. Però come ho già detto può succedere di tutto, può anche colpirci un meteorite e diventare “Il Secolo del Meteorite”.
- Qualche tempo fa l’attuale Ministro della transizione ecologica Cingolani ha dichiarato: “Non serve studiare quattro volte le guerre puniche, occorre cultura tecnica. Serve formare i giovani per le professioni del futuro”. Tu, che conosci bene la storia sicuramente meglio di me e del Ministro della transizione ecologica, cosa ne pensi?
Se al posto della storia Cingolani avesse fatto questo esempio con un’altra materia, ad esempio col latino, avrei pure potuto dargli ragione. A mio parere lo studio della letteratura latina può aiutare molto, ma la grammatica latina penso che sia superflua. Però con lo studio della storia magari no, possiamo imparare tanto da piccoli e grandi uomini venuti prima di noi. In fondo l’uomo non ha bisogno solo di lavorare, ma anche di crearsi una cultura con la quale sentirsi meglio, poi noi non siamo destinati solo a lavorare, ma anche a divertirci: non deve essere finalizzato tutto all’economia e ai soldi.
- Hai scritto anche il libro, intitolato “Pillole di Storia Antica. 365 curiosità per ogni giorno dell’anno”, pubblicato prima su Amazon come self publisher, poi con Newton Compton. Ti va di presentarcelo brevemente?
Mentre pubblicavo le pillole ho notato che i miei lettori iniziavano a chiedermi di raccoglierle in un libro. Hanno cominciato a chiederlo sempre più persone e alla fine ho accettato. Alcune case editrici mi hanno contattato e ho firmato con Newton Compton, pubblicando una versione ampliata. Dal 2019 ho venduto diecimila copie, che è un ottimo risultato per un libro di divulgazione storica. Adesso sto scrivendo altri tre libri, ma ci vorrà tempo. Il primo di questi lo pubblicherò nel 2024, su Sparta. Un altro sarà una seconda raccolta di “pillole”, il terzo invece è più particolare, quindi preferirei tenerlo per me.
- A proposito di libri, quali consiglieresti a chi intende approcciarsi alla storia?
I tre libri storici che consiglio sempre a tutti sono: “Sapiens” di Arari, “Muri” di David Frye, “Le Vie della Seta” di Peter Frankopen. Tutti e tre raccontano l’intero passato dell’umanità ma da punti di vista differenti. “Sapiens” è più “scientifico”, con riferimenti alla chimica, alla fisica e all’antropologia, “Muri” invece delinea la storai umana in base ai grandi muri che si sono visti nella storia, mentre “Le Vie della Seta” racconta il progredire dell’umanità sotto l’aspetto economico.
- Ultima domanda, questa è per gli universitari: storia greca o storia romana?
Io preferisco storia greca al 30%, romana al 25%, il restante 45% è diviso tra Mesopotamia, Egitto e Medioevo. Quindi ti direi storia greca, anche perché c’è Timoleonte di Corinto!
- Il grande Timoleonte di Corinto!
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