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SIMONETTA CESARONI, LA NUOVA PUNTATA DI UN GIALLO INFINITO

Sono trentadue anni che Simonetta Cesaroni attende giustizia.
Dopo anni d’indagini e un processo che ha visto l’assoluzione di Raniero Busco, la Procura di Roma ha riaperto il caso in questi giorni.

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Credit foto https://it.wikipedia.org/wiki/Delitto_di_via_Carlo_Poma

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Sono trentadue anni che Simonetta Cesaroni attende giustizia.

Dopo anni d’indagini e un processo che ha visto l’assoluzione di Raniero Busco, la Procura di Roma ha riaperto il caso in questi giorni.

Ad essere attenzionato dagli investigatori è l’ex presidente dell’AIAG Francesco Caracciolo di Sarno. Deceduto sei anni fa.

 In attesa dei risultati delle nuove indagini, l’omicidio di Simonetta Cesaroni è uno dei più grandi misteri italiani.

 Molti ritengono che non sia più possibile risolvere il caso. L’unica certezza ad oggi è l’innocenza di Busco.

 Simonetta Cesaroni viene uccisa il 7 agosto 1990 a Roma in via Poma, negli uffici dell’Associazione Alberghi della Gioventù (AIAG). Dove lavorava nel pomeriggio, due giorni a settimana.

Viene colpita ventinove volte con un oggetto tagliente. Forse un tagliacarte. I vestiti vengono portati via. Viene uccisa in un luogo circoscritto, un ufficio chiuso da una porta blindata.

 Per entrare era necessario avere la chiave o doveva essere Simonetta ad aprire la porta. E lei non avrebbe aperto la porta a chiunque. Questo è il primo elemento.

 Simonetta lavorava in via Poma due giorni a settimana per inserire dati contabili nel computer. Lei lavorava per la Reli sas, era stata “prestata” all’AIAG, grazie ad un accordo tra il suo datore di lavoro Ermanno Bizzocchi e il presidente dell’AIAG Francesco Caracciolo di Sarno.

 Simonetta aveva iniziato a lavorare in via Poma nel giugno del 1990 e non era mai sola. Era affiancata da un impiegato dell’AIAG, Luciano Menicocci.

Fino a fine luglio, poi l’impiegato va in ferie e Simonetta va al lavoro sola in via Poma. Questo è il secondo punto cruciale. Perché lasciare Simonetta sola? Non era più semplice e sicuro chiederle di lavorare la mattina?

 Arriviamo al giorno 7 agosto 1990. La mattina Simonetta si reca a lavoro alla Reli sas. Torna a casa verso le 12.40. Si cambia gli indumenti e pranza. Durante il pranzo si reca nella sua cameretta per una telefonata.

 Verso le 15 viene accompagnata dalla sorella alla fermata Subaugusta della metro A. Arriva in Via Poma verso le 16-16.15. Nessuno la vede arrivare.

 Arriviamo alle 17.15, alla telefonata che può essere la chiave per risolvere il mistero.

 Luigina Berrettini è una impiegata AIAG e lavora in via Poma. Si trova a casa quando verso le 17.15 riceve una telefonata da via Poma.

 È Simonetta Cesaroni che ha un problema con l’inserimento dati e chiede aiuto alla Berrettini. Ma la Berrettini non può aiutarla e quindi dice a Simonetta che avrebbe chiamato Anita Baldi, direttore amministrativo AIAG e poi l’avrebbe richiamata per darle la soluzione del problema contabile.

  La Berrettini chiama a casa la Baldi. Che fornisce le istruzioni da dare a Simonetta. La Berrettini, quindi, richiama Simonetta in via Poma.

 È una strana telefonata. Simonetta aveva il numero di Menicocci e nel caso poteva contattare la Baldi. Perché chiamare la Berrettini?

 La Berrettini dichiara che aveva parlato altre volte al telefono con Simonetta. Ma se era presente già Menicocci perché parlare con la Berrettini?

 Inoltre, perché la Baldi affida le istruzioni alla Berrettini invece di chiamare Simonetta?

Se era Simonetta è una strana telefonata.

Se non era Simonetta era un qualcuno a conoscenza di procedure e dinamiche dell’AIAG.

 Una falsa telefonata poteva avere lo scopo di creare un falso alibi. Collocando l’orario della morte dopo le 17.30. Quando in realtà Simonetta potrebbe essere stata uccisa intorno alle 16.30-16.40.

Più che dal Dna, questo è un omicidio che può essere risolto solo dalla logica.

 Un omicidio dove il ruolo di una donna nell’uccisione di Simonetta Cesaroni, potrebbe essere più importante di quanto ipotizzato.

Dopo trentadue anni, siamo ancora bloccati in quella calda giornata romana. Dove una ragazza che cercava la vita ha trovato una morte orrenda.

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