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Attualità

La Salute Mentale nelle Regioni Italiane

L’Istat-BES calcola l’indice della salute mentale nelle regioni italiane.

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DI ANGELO LEOGRANDE

Nel 2020 è stato pari in media a 69

L’Istat BES calcola il valore dell’indice della salute mentale per le regioni italiane. L’indice di salute mentale è una misura di disagio psicologico ottenuta dalla sintesi dei punteggi totalizzati da ciascun individuo di 14 anni e più a 5 quesiti estratti dal questionario SF36 (36-Item Short Form Survey). I quesiti fanno riferimento alle quattro dimensioni principali della salute mentale ovvero: ansia, depressione, perdita di controllo comportamentale o emozionale e benessere psicologico. L’indice varia tra 0 e 100, con migliori condizioni di benessere psicologico al crescere del valore dell’indice[1].

Ranking delle regioni italiane per valore dell’indice della salute mentale nel 2020. Il Trentino-Alto Adige è al primo posto per valore dell’indice di salute mentale con un valore pari a 71,9, seguito dal Friuli-Venezia Giulia con un valore pari a 71,1 unità e dalla Valle d’Aosta al terzo posto con un ammontare di 70,3 unità. La Puglia è all’ottavo posto con un valore pari a 69, seguita dalla Basilicata e dalla Sicilia con un valore pari ad un ammontare di 68,9 unità. Chiudono la classifica il Piemonte con un valore pari a 67,7 unità, seguito dal Molise e dalla Campania con un valore pari a 67,6 unità. In media il valore dell’indice della salute mentale in Italia è pari ad un valore di 69,03. Tuttavia, solo 5 regioni tra le 20 italiane nel 2020 hanno avuto un valore dell’indice di salute mentale superiore a 69,03.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale dell’indice di salute mentale tra il 2016 ed il 2020. La Campania è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’indice di salute mentale tra il 2016 ed il 2020 con un ammontare pari a 3,68% pari ad un valore di 2,40 unità, seguita al secondo posto dalla Puglia con un valore pari a 3,45% pari a 2,30 unità e dalla Valle d’Aosta con un valore pari a 3,08% pari a 2,10 unità. A metà classifica vi sono la Calabria con un valore di 2,08% pari ad un ammontare di 1,40, seguita dalla Toscana con un valore di 1,48% pari ad un ammontare di 1,00 unità e dal Piemonte con un valore pari a 1,04% pari ad un ammontare di 0,70 unità. Chiudono la classifica l’Emilia-Romagna con un ammontare di -0,85% pari ad un ammontare di -0,60 unità, seguito dal Lazio con un valore pari a -1,00% pari ad un ammontare di -0,70 unità e dal Trentino-Alto Adige con un ammontare pari a -2,04 unità pari ad un valore di -1,50%. In media tra il 2016 ed il 2020 il valore dell’indice della salute mentale nelle regioni italiane è cresciuto di un ammontare pari a 1,13% pari a 0,775 unità.

Macro-regioni italiane. L’indice di salute mentale nel Nord Italia è cresciuto tra il 2016 ed il 2020 da un ammontare di 68,7 fino ad un valore di 68,9 unità ovvero pari ad un valore di 0,20 unità pari ad un valore di 0,29%. L’indice di salute mentale nel Centro Italia è cresciuto da un valore di 68,5 unità fino ad un valore di 68,9 unità ovvero pari ad un valore di 0,40 unità pari ad una variazione di 0,58%. L’indice di salute mentale nel Mezzogiorno è cresciuto da un ammontare di 66,9 unità fino ad un valore di 68,9 unità ovvero pari ad un valore di 0,40 unità pari ad un valore di 0,58%. In Italia l’indice di salute mentale è cresciuto da un ammontare di 68,1 unità fino ad un valore di 68,8 unità ovvero pari ad un ammontare di 0,70 unità pari ad una variazione di 1,03%. Complessivamente a livello di macro-regioni è possibile verificare una significativa convergenza dell’indice di salute mentale verso il valore compreso tra 68,6 e 68,9 tra il 2016 ed il 2020.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means. L’algoritmo viene ottimizzato con l’utilizzo del coefficiente Silhouette. L’analisi mostra la presenza di tre clusters indicato di seguito ovvero:

  • Cluster 1: Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Toscana;
  • Cluster 2: Trentino-Alto Adige;
  • Cluster 3: Umbria, Marche, Sicilia, Basilicata, Piemonte, Campania, Calabria, Puglia, Molise.

Calcolando il valore della mediana per cluster ne deriva che il valore mediano del cluster 2 è pari a 71,9, mentre il valore del cluster 1-C1 è pari a 69,35 ed il valore del cluster 3-C3 è pari ad un valore di 68,1. L’ordinamento dei clusters è quindi dato da C2>C1>C3. Come risulta evidente dall’analisi della mappa delle regioni italiane vi è una sostanziale contrapposizione tra un centro-nord con valori dell’indice di salute mentale elevati e Centro-Sud con un valore dell’indice di salute mentale più ridotto. Tuttavia, a tale macro-distinzione bisogna fare comunque delle eccezioni, tra le quali spiccano quella del Piemonte che pure essendo una regione del Nord condivide il cluster della salute mentale con le regioni meridionali e l’Abruzzo e la Sardegna che pure essendo regioni del Sud sono presenti nel cluster delle regioni del Nord.

Le determinanti dell’indice di salute mentale. Di seguito viene proposto un modello Pooled OLS e WLS per la stima delle determinanti dell’indice della salute mentale. Viene stimata la seguente equazioni ovvero:

Dove i=20 e t=[2016;2020].

Dall’analisi, pertanto, risulta che l’indice della salute mentale cresce insieme alle seguenti variabili ovvero:

  • Speranza di vita in buona salute alla nascita: dove cresce la speranza di vita in buona salute alla nascita vi è anche una crescita dell’indice della salute mentale.
  • Mortalità evitabile: tale indicatore che considera le morti evitabili, tra le quali vi sono per esempio le morti che si sarebbero potute evitare in conseguenza di un intervento di tipo sanitario. Tale variabile è associata positivamente all’indice di salute mentale per il fatto che vi sono alcune regioni del Nord, come per esempio il Friuli-Venezia Giulia e la Valle d’Aosta che hanno un valore di tale indicatore medio-alto.
  • Mortalità infantile: considera il numero di decessi nel primo anno di vita per ogni 10.000 nati vivi. Tale valore risulta essere associato positivamente alla salute mentale per il fatto che le regioni dove l’indice di salute mentale è più elevato, ovvero le regioni del Nord, sono anche quelle che hanno maggiori tassi di fertilità, e quindi, in proporzione anche una maggiore mortalità infantile.

 L’indice di salute mentale si riduce in connessione alle seguenti variabili ovvero:

  • Speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni: tale indicatore considera la speranza di vita attiva che i 65enni possono sperimentare. Tale valore è associato negativamente all’indice della salute mentale.
  • Eccesso di peso: calcola la percentuale di persone obese o in sovrappeso. L’eccesso di peso va ridurre l’indice della salute mentale.
  • Fumo: percentuale di persone aventi più di 14 anni che dichiarano di fumare. La presenza di fumatori fa ridurre l’indice di salute mentale.
  • Sedentarietà: persone con più di 14 anni che non praticano alcuna attività fisica. La sedentarietà riduce l’indice di salute mentale.  
  • Adeguata alimentazione: percentuale di persone che consumano almeno 3 o 4 porzioni di frutta e verdura al giorno. Tale valore risulta essere associato negativamente all’indice della salute mentale.

Ne deriva pertanto che l’indice di salute mentale è sensibile agli stili di vita delle persone. La riduzione dell’obesità, del fumo, della sedentarietà possono aiutare ad incrementare l’indice di salute mentale. Ovviamente tali fattori non sono indipendenti rispetto a fattori di reddito ed infatti nelle regioni del Nord, dove il reddito è più elevato e gli stili di vita salutari sono più accessibili, si verifica anche una crescita del valore dell’indice della salute mentale.

Conclusioni. In sintesi, l’indice di salute mentale tende a crescere soprattutto nelle regioni del Nord. Il Trentino-Alto Adige si conferma come regione di alto profilo come del resto avviene in quasi tutti gli indicatori di tipo socio-economico e sanitario. Il valore dell’indice di salute mentale è cresciuto nelle macro-regioni italiane. Gli stili di vita hanno un effetto molto rilevante nella determinazione dell’indice della salute mentale. Tuttavia occorre considerare che i dati mancano di considerare gli effetti deleteri del Covid19 sulla salute mentale degli italiani.


[1] https://www.istat.it/it/files/2018/12/BES2018-cap-01.pdf

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is Assistant Professor at the LUM University-Giuseppe Degennaro in Casamassima-Bari, where he is also researcher for the LUM Enterprise S.r.l. a firm oriented to develop digitalization services for SMEs. He worked at Dyrecta Lab Research Institute, a research institute officially recognized by the Italian Minister of University and Research-MIUR, where he acquired professional hard skills on the economic consequences of Industry 4.0, Big Data, Machine Learning and Artificial Intelligence. His research interests include Cooperative Banking, Business Ethics, Innovation Technology, Knowledge, and R&D.