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L’ITALIA HA SETE MA SI MOLTIPLICANO SOLO I PARTITI

L’Italia ha sete. Non solo d’acqua che inizia ad essere razionata. Ha sete di posti di lavoro. Di uno Stato efficiente. I bisogni del Paese sono tantissimi.

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https://www.meteoweb.eu/2022/06/siccita-ecco-la-mappa-della-sete-in-italia/1806334/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

L’Italia ha sete. Non solo d’acqua che inizia ad essere razionata. Ha sete di posti di lavoro. Di uno Stato efficiente. I bisogni del Paese sono tantissimi.

Le risorse sempre poche e spesso usate male. L’aumento del costo della vita è costante, mettendo in seria difficoltà praticamente tutti.

Un Paese che inizia a vagare nel deserto. Senza una guida sicura.

Serve uno sforzo eccezionale della politica. È necessario moltiplicare energie e risorse.

Ad oggi l’unica moltiplicazione è quella dei partiti politici. Ultimo nato, ma solo per ora, è quello creato da Luigi Di Maio che ha lasciato il M5S guidato da Giuseppe Conte. Una rottura clamorosa anche per il popolo italiano abituato da sempre alle rotture di varia natura.

Luigi Di Maio era l’immagine stessa del progetto del Movimento 5 Stelle. Un giovane senza esperienza politica e senza significativa esperienza lavorativa mandato a guidare i parlamentari grillini nella missione di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno.

Tutti ricordiamo il Di Maio che urlava contro i privilegi della casta politica, che criticava i parlamentari che cambiano casacca.

https://m.facebook.com/LuigiDiMaio/photos/basta-con-i-voltagabbana-il-movimento-5-stelle-lha-sempre-sostenuto-e-si-%C3%A8-dato-/1235152033188007/

Tristemente indimenticabile il Di Maio che voleva mettere in stato d’accusa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della serie Sergio perdona loro perché non sanno quello che fanno.

Soprattutto tutti ricordiamo l’esultanza di Luigi Di Maio quando comunicava che la povertà era stata abolita. Evidentemente nessuno ha avvisato la povertà che continua ad essere nostra sgradita ospite.

Poi diventato ministro, Di Maio è cambiato. Forse ha scoperto l’amore per la politica. O per la poltrona come dicono i maligni.

Le critiche a Di Maio sono giuste ma ingenue. Passare da un lavoro modesto o addirittura dalla disoccupazione ad uno stipendio da parlamentare cambia le prospettive. Dai politici possiamo e dobbiamo pretendere onestà non uno stile di vita alla San Francesco d’Assisi.

Molte delle promesse elettorali del Movimento 5 Stelle erano ottime sul piano teorico ma senza nessuna possibilità di realizzazione pratica. Il vero fallimento del Movimento è stata l’idea dei dilettanti prestati alla politica.

Non funziona così. La politica richiede cultura, esperienza e gavetta. Consiglio comunale, poi esperienza in Regione e alla fine il Parlamento. I partiti della Prima Repubblica avevano scuole per preparare i dirigenti.

Fare della politica una professione non è una cosa negativa. Come tutte le professioni deve richiedere onestà e preparazione.

Il Movimento 5 Stelle è vittima della propria propaganda. Ad esempio, ridurre i parlamentari è una mossa utile alla propaganda non al Paese. Anche il delicato tema della giustizia è stato piegato agli interessi della propaganda. Indegna la gogna mediatica contro indagati e imputati. Molto discutibile anche la riforma della prescrizione ideata dai cinque stelle.

Tutti i partiti, compresi i grillini, hanno sempre lamentato il poco rispetto della volontà popolare. Nessun partito ha mai varato riforme per permettere maggiore partecipazione popolare. Per consentire agli elettori di scegliere i propri parlamentari.

I mesi che ci separano dalle elezioni politiche saranno durissimi. Tantissime le emergenze da affrontare.

Non possiamo permetterci la politica urlata e ignorante. Nessun politico può permettersi di governare, nel 2023, un Paese fatto di macerie.

Sono tempi eccezionali, che richiedono sforzi eccezionali. Bisogna tornare a fare politica per servire lo Stato non per servirsi dello Stato.

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