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15 LUGLIO 2022, A CASSINO IL DIRITTO CALPESTATO DALLA FOLLA

Rimane la foto di Serena lasciata sola su una panca del tribunale mentre all’esterno succedeva il putiferio. Immagine che racchiude il fallimento di tutti noi. Serena chiede verità e rispetto non volgare gazzarra. Non una verità ma LA Verità.

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Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Il 15 luglio 2022 è una data che a Cassino non verrà dimenticata facilmente. Il giorno dell’assoluzione in primo grado degli imputati per l’omicidio di Serena Mollicone. In realtà è una data che nessuno dovrebbe dimenticare.

Il tentativo di aggredire i componenti della famiglia Mottola e del collegio difensivo è una ferita grave al nostro stato di diritto. Nel clima attuale meglio chiarire subito, personalmente sostengo tesi opposte a quelle degli imputati ma non bastano le opinioni personali per sentenziare la colpevolezza degli imputati.

Invece è sacra la nostra civiltà giuridica. Il destino degli imputati è affidato ad un giudice terzo e imparziale che deve applicare solo la legge. Nel caso di dubbio deve decidere a favore dell’imputato. Poche e semplici regole. Che sono, però, costate ingiustizie e sangue. I tanti innocenti condannati per capriccio dei potenti o per volontà popolare.

In Italia la cronaca nera è sempre stata molto seguita. Con un rispetto sostanziale per le decisioni dei giudici. L’opinione pubblica seguiva le indagini, si spaccava tra colpevolisti e innocentisti ma lasciava le sentenze ai giudici.

Negli ultimi anni questo è cambiato. Sono nate trasmissioni tv che hanno il preciso scopo di far sentire il cittadino parte del sistema giudiziario. La tv e i social diventano così un nuovo grado di giudizio. Uso massiccio di opinionisti, la ricerca continua di toccare l’emotività del pubblico. Il fascicolo processuale è composto da migliaia di atti, in televisione vengono scelte e mostrate solo un paio di pagine. Come può essere valida l’opinione formata così?

Applicare la faziosità tipica delle trasmissioni sportive e di gossip alla cronaca nera porta a risultati devastanti. Il tribunale è diventato uno stadio, i giudici arbitri da insultare. Diversi giornalisti di cronaca nera hanno dimenticato quanto scritto da Stefania Maurizi nel libro Il potere segreto: “Se uno dice che fuori piove e un altro dice che fuori c’è il sole, il compito di un giornalista non è citare tutti e due, ma guardare fuori della finestra e scoprire cosa è vero”.

Le persone inferocite per l’assoluzione dei Mottola non hanno probabilmente letto un solo atto del processo. Basta ciò che hanno visto in tv o letto sui social. Non ci dobbiamo meravigliare se poi succede ciò che è successo a Cassino. Aggressioni e minacce.

Nei giorni successivi alla sentenza, diverse le dichiarazioni bizzarre. Ad esempio che la Corte d’Assise deve collaborare con la Procura, in totale contrasto con l’Art. 111 della Costituzione. Ancora peggio l’affermazione che l’opinione del popolo deve avere il suo peso nelle decisioni dei giudici, perché se tanta gente pensa che tizio è colpevole qualche buon motivo ci sarà. La stessa gente che tra Gesù o Barabba ha scelto Barabba, non c’è da stare tranquilli.

La Corte d’Assise di Cassino depositerà le motivazioni. Poi ci sarà l’appello e solo in quella sede sarà lecito contestare e contrastare la sentenza di assoluzione.

Un paese curioso il nostro, dove vogliamo togliere i diritti costituzionali agli imputati ma dove usiamo un cavillo giuridico per non pagare una giusta multa per eccesso di velocità

Dobbiamo sentirci sollevati perché esistono giudici capaci di assolvere andando contro al sentimento popolare. Pochi hanno fatto caso all’espressione stanca e tesa dei giudici togati e popolari della Corte d’Assise di Cassino. Tensione e stanchezza segno del duro compito che hanno svolto.

Rimane la foto di Serena lasciata sola su una panca del tribunale mentre all’esterno succedeva il putiferio. Immagine che racchiude il fallimento di tutti noi. Serena chiede verità e rispetto non volgare gazzarra. Non una verità ma LA Verità.

Falcone e Borsellino sono morti credendo nelle leggi dello Stato. Rinnegare i valori giuridici, attaccare i giudici, minacciare, è un insulto alla loro memoria e rende ipocrita ogni celebrazione del loro sacrificio.

Ingresso Palazzo di Giustizia di Cassino. Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Ci attende tanto lavoro per dare verità e giustizia a Serena, Santino e Guglielmo. Lavoro da fare in silenzio e con un po’ di vergogna.

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