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AUTOFERROTRANVIERE, UN LAVORATORE INVISIBILE

Il servizio pubblico deve ritrovare efficienza e rispetto della dignità. Degli utenti e dei lavoratori. La prossima volta che prendiamo un bus, ricordiamoci dell’autista.

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Credit foto https://nexumstp.it/news/ccnl-autoferrotranvieri-accordo-sullerogazione-di-una-tantum/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Il medico, l’infermiere, il poliziotto, il vigile del fuoco. Sono figure eroiche, che tutti guardiamo con grande ammirazione. Ovviamente. A loro affidiamo le nostre vite.

Esite una figura professionale a cui ogni giorno molti di noi affidano la propria vita e quella delle persone care, che non gode della stessa visibilità. L’autoferrotranviere.

Sembra un paragone improprio. Per dirla alla Antonio Di Pietro, che c’azzecca un medico con un autista di bus?

In realtà è un paragone sensato. Ogni giorno su bus, tram, treni e metropolitane, viaggiano migliaia di persone. La loro sicurezza è affidata al conducente e alla manutenzione.

Quando ci sediamo, a condizione di trovare posto, su un bus o tram o metropolitana raramente pensiamo al conducente. Ci ricordiamo di lui o di lei se viaggiamo con ritardo. Altrimenti è come se non esistesse.

Eppure, dovrebbe essere nostro interesse conoscere le condizioni lavorative e psicofisiche dell’autoferrotranviere. In questi giorni grande scalpore ha suscitato la notizia dell’autista ATAC che si è addormentato alla guida per un colpo di sonno. https://www.romatoday.it/cronaca/autista-atac-si-addormenta-alla-guida-video.html

Non serve la facile indignazione o ipotizzare l’uso di sostanze illegali. Probabilmente è semplicemente stanchezza. Sarebbe utile tener conto del ritmo circadiano nel pianificare i turni di lavoro degli autisti.

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Quello dell’autoferrotranviere è un lavoro logorante. Fisicamente e psicologicamente. Ore e ore di guida condizionano l’apparato scheletrico con conseguente dolore. Il dolore è un nemico se devi guidare con concentrazione. Turni sempre più massacranti, portano stanchezza. La stanchezza è pericolosa. Tanto più quando mancano le infrastrutture necessarie per permettere al personale viaggiante di espletare le funzioni fisiologiche.

A livello psicologico poi la pressione è notevole. La continua concentrazione necessaria per prevedere ogni pericolo. La paura di essere aggrediti. Sono aumentati i casi di aggressione ad autoferrotranvieri. Un caso emblematico è quello di Luana Zaratti https://ilsudest.it/societa/2021/07/12/luana-zaratti-vittima-di-guerra/

Portiamo la nostra auto dal meccanico appena si presenta un problema. Facciamo la revisione come previsto dalla legge. Invece ci chiediamo mai se il bus che prendiamo è sicuro? No, lo diamo per scontato. Poi ci rendiamo conto che tanto scontato non è.

Vediamo il trasporto pubblico come quella “cosa” che deve portarci dal punto A al punto B. Quella “cosa” è composta da esseri umani che custodiscono la nostra vita per tutto il tempo del viaggio, giusto ribadirlo.

Troppo spesso il risanamento delle aziende del trasporto pubblico viene tradotto in un peggioramento delle condizioni lavorative e in pericolosi risparmi sulla manutenzione. Poi i viaggiatori rischiano di essere falciati dalle scale mobili “impazzite” https://tg24.sky.it/cronaca/2018/10/23/roma-metro-incidenti o gli autobus si accendono https://www.iene.mediaset.it/2018/news/atac-autobus-incendi-roma-micaela-quintavalle_169234.shtml . Letteralmente

Il trasporto pubblico a volte viene indicato in maniera ironica o sprezzante come “lo sposta poveri”. Purtroppo, spesso il passeggero è trattato come un cittadino di serie B che può viaggiare su mezzi vecchi, affollati, in ritardo e con conducenti spesso stremati. Evidentemente la politica ci offre il servizio che a loro giudizio meritiamo. Le persone che “contano” non prendono il mezzo pubblico. Noi utenti poi preferiamo il rassegnato silenzio. Quando saranno gli utenti a manifestare?

Eppure, l’autoferrotranviere è una preziosa risorsa anche come ruolo sociale. Essendo a continuo contatto con le persone, vivendo quotidianamente la strada. Molti i casi di autisti che hanno aiutato persone in difficoltà https://www.ilriformista.it/autista-atac-salva-bimbo-di-5-anni-era-il-minimo-che-potessi-fare-262488/ https://www.romatoday.it/attualita/autista-atac-accompagna-donne-smarrite-albergo.html

L’autoferrotranviere potrebbe avere un ruolo importante anche per il primo soccorso. Prendiamo ad esempio la più grande azienda di trasporti italiana, ATAC. Quanti in ATAC sono qualificati per le manovre BLSD e per l’uso del Defibrillatore Automatico Esterno (DAE)? Quanti DAE ha ATAC in dotazione? Quante vite solo a Roma si potrebbero salvare con un ragionevole numero di autisti formati al primo soccorso e di DAE a disposizione?

Il servizio pubblico deve ritrovare efficienza e rispetto della dignità. Degli utenti e dei lavoratori. La prossima volta che prendiamo un bus, ricordiamoci dell’autista.

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