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Cronaca

Alighiero Noschese, la tragica morte dell’uomo dai mille volti

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di PIERDOMENICO CORTE

Uno,nessuno,centomila. Con questa “ formula “ il grande Pirandello fotografava la natura umana.

Ci sono persone che hanno costruito una carriera professionale con la capacità di farsi uno e centomila. L’esempio più famoso è quello di Alighiero Noschese, l’uomo dai mille volti. Sicuramente il migliore imitatore italiano. Alle nuove generazioni Noschese non dice nulla ma basta vedere un suo filmato su internet per capirne la grandezza. Alighiero Noschese è il primo , sul finire degli anni 60, ad imitare personaggi politici in trasmissioni della Rai. Noschese imita alla perfezione la voce e l’aspetto dei personaggi che sceglie. Andreotti, Leone , Fanfani, sono solo alcuni dei personaggi politici che Noschese imita. La sua è una ironia garbata ed elegante. Per un politico essere imitato da Noschese è la consacrazione della notorietà , quindi diversi politici chiedono di essere imitati. Alighiero Noschese non si limita ad imitare politici, tra le sue “ vittime “ anche giornalisti, cantanti, attori. Dalla fine degli anni 60 ai primi anni 70 Noschese ha un successo travolgente. Poi accade qualcosa. Nel 1974 la Rai cessa la collaborazione con Noschese. Anche nella vita privata le cose iniziano ad andare male. Noschese si separa dalla moglie, la separazione porta all’allontanamento dei suoi due figli. Noschese perde il grande pubblico e la sua famiglia. Un duro colpo. Prova comunque a ripartire. Continua a fare le sue imitazioni , non Rai ma in diverse emittenti private. Nel 1978 finalmente il ritorno in Rai. Nuovamente il grande pubblico. Noschese prepara il suo migliore repertorio di imitazioni di politici. Tutto è pronto per il grande ritorno. Ritorno che non ci sarà mai. Il 16/03/1978 viene rapito Aldo Moro. Il Paese piomba nel terrore, nessuno ha voglia di ridere. Viene quindi annullato il rientro di Noschese. Si può immaginare che duro colpo sia stato per lui. Colpo talmente duro che ha riflessi sul suo stato di salute. Il 3 dicembre 1979 Noschese si trova ricoverato presso Villa Stuart, a Roma. Si reca presso la cappella della clinica e si uccide con un colpo della sua pistola. Presso Villa Stuart era ricoverato anche Giulio Andreotti, quindi nella clinica era presente un rigido servizio di sicurezza ma nessuno ferma Noschese che gira armato. Pare che Noschese fosse stato autorizzato dai sanitari a tenere la pistola perché si sentiva più sicuro. Certamente è strano che Noschese avesse una pistola in clinica, come è strano che la scorta di Andreotti non sia intervenuta. La morte di Noschese viene archiviata come suicidio. Nel 1981 si scopre che Alighiero Noschese era iscritto alla loggia P2. Nel giugno 1981 “ L’Espresso “ pubblica l’intervista ad un Generale che afferma che per depistare le indagini sulle stragi si fece ricorso a telefonate affidate ad un imitatore estremamente abile nell’imitare i dialetti regionali e personaggi politici di spicco, quali il Presidente della Repubblica Leone e Giulio Andreotti. Che Noschese possa aver avuto un ruolo nella strategia della tensione rimane una teoria senza prove. Probabilmente è solo rimasto vittima dei cupi anni 70, lui che voleva solo strappare un sorriso. Nessuno ha saputo scorgere, tra i suoi mille volti, quello  autentico e sofferente. Oggi ci restano le sue magistrali imitazioni. Ci regalerà ancora un sorriso, noi per ricambiarlo non dimentichiamo cosa accade quando si spengono le luci della notorietà.