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Cronaca

La cronaca nera ai tempi del Coronavirus

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

«Vinta giace la bontà, e la vergine Astrea, ultima degli dei, lascia la Terra madida di sangue»
(Publio Ovidio Nasone, Le metamorfosi, I, vv. 149-150


Coronavirus, morti, malati, contagio e quarantena. Queste sono ora le nostre paure, questa è oggi la nostra emergenza. Il peggiore degli incubi, un silenzioso assassino che si trasmette da persona a persona. Non ci si può più fidare di nessuno, nemmeno delle persone più care. Bisogna stare in casa, a distanza. Uscire solo per cose urgenti. La nostra vita è cambiata, forse per sempre. Cambiate, sono anche le nostre paure. Il crimine e l’omicidio, ora ci fanno meno paura, ci interessano meno. Con un virus che ha fatto migliaia di morti, con una crisi sanitaria, economica e sociale, è normale. Così succede che di cronaca nera, si parla poco o nulla. Tutte le trasmissioni si occupano principalmente anzi esclusivamente di Coronavirus. Dei casi di cronaca nera non si parla quasi più anche perché i processi sono bloccati. L’informazione è una questione di priorità e di grandi numeri. Possiamo parlare di legge di mercato. Ma in Italia si continua ad essere uccisi, a scomparire, continuano le violenze su minori, continuano le violenze sessuali e il femminicidio. Ai margini della società, si continua a morire, continua lo sfruttamento. Ora a chi interessa della prostituta picchiata? Del barbone aggredito? Della corruzione? Dei delitti contro l’ambiente? Della malavita organizzata che troverà modo di guadagnare anche dal Coronavirus? A poche persone. Certo le indagini continuano, come è normale. Ma l’interesse sociale è calato. Come era ovvio. Ma il ruolo della cronaca nera è delicato. Non offre un prodotto, non può essere eccessivamente collegata al momento storico. Perché non si racconta un fatto violento solo per informare, solo perché interessa la pubblico. La cronaca nera, intesa come indagine giornalistica, ha lo scopo di collaborare alla ricerca della verità. Mantenere alta l’attenzione, fornire elementi utili, questo deve essere il primo compito della cronaca nera. Allo stesso tempo deve dare voce alle vittime. Tutti ci invitano anzi ci ordinano di stare a casa. Ma a quanti interessa di cosa succede in quelle case? Delle donne che in quelle case vengono picchiate, dei bambini che sono testimoni di violenze. La Giustizia deve essere ceca, ma è compito anche della cronaca nera, portare il grido di dolore delle vittime all’orecchio della Giustizia. In tempi di emergenza, il male purtroppo non si ferma. Nel film “ La Notte dei Generali “, un ufficiale tedesco indaga sulla morte violenta di alcune prostitute. Ai molti che gli chiedono che senso ha indagare su delle prostitute morte mentre milioni di persone vengono uccise dalla guerra, lui risponde che un delitto è un delitto anche in guerra. A voler dire che la Giustizia è il vero baluardo di civiltà. Che il senso di Giustizia è il vero baluardo, in ogni emergenza. Perché il vero pericolo è far vincere la logica del numero. Un solo morto accoltellato, non vale meno perché è un morto solo.  Anche, anzi sopratutto, in momenti di grave crisi, ciascuno deve continuare a fare il proprio lavoro. Ci sono valori che non possono abdicare. Sarebbe pericoloso pensare, che per uscire da una emergenza, sia legittimo rinunciare ai nostri principi di Giustizia e Democrazia. In questi giorni si ripete spesso, che il diritto alla vita e alla salute è il primo dei diritti. Vero. Per questo motivo è giusto continuare a dare voce a coloro che la vita l’hanno persa in modo violento. Perché non esiste salute e benessere, senza Giustizia.

Credit foto https://www.modenatoday.it/attualita/coronavirus-modena-diventa-zona-rossa-insieme-ad-altre-4-province-della-regione.html