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Cronaca

Emanuela Orlandi, il caso è chiuso?

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

Per il Vaticano, il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi è chiuso, anzi archiviato.

Questa è stata la risposta alle istanze di verità della famiglia della ragazza scomparsa il 22 giugno 1983, questa è la risposta, dopo le indagini fatte sulle  ossa ritrovate presso il cimitero Teutonico. La notizia è di questi giorni, notizia che ha fatto molto discutere, nonostante il fatto che l’attenzione generale sia rivolta all’emergenza Coronavirus.  La posizione del Vaticano, è sempre stata la stessa. La cittadina vaticana Emanuela Orlandi, è scomparsa in territorio italiano,e le autorità vaticane non sono in possesso di informazioni utili per la soluzione del caso. Che ha coinvolto e sconvolto le coscienze. Nonostante tutto, il sospetto che in Vaticano sia nota la sorte di Emanuela, è forte. Emanuela Orlandi, scompare in un pomeriggio estivo, in una via centrale di Roma, davanti a Palazzo Madama. Eppure nessuno testimonia di aver  visto Emanuela, dopo che lei lascia la fermata del bus 70. Un particolare che avrebbe dovuto far riflettere da subito. Nei primi giorni della scomparsa, la famiglia riceve telefonate di un ragazzo e di un uomo. Telefonate che vogliono rassicurare la famiglia. Emanuela è fuggita di casa ma tornerà a breve. Nel luglio 1983, papa Giovanni Paolo II, lancia un appello chiedendo il ritorno a casa di Emanuela. Da quel preciso istante, la scomparsa di una ragazza di 15 anni, diventa un mistero pseudo internazionale. La scomparsa di Emanuela, viene collegata prima all’attentato a Giovanni Paolo II, poi al Banco Ambrosiano, poi alla banda della Magliana. Con cadenza periodica, arriva la nuova “ clamorosa pista “. Piste clamorose che ,puntualmente, si dimostrano prive di riscontri. Tutto avviene nel totale silenzio del Vaticano. Silenzio giustificato, secondo le autorità vaticane, dal non avere nulla da dire. Ma è vero ? Difficile credere che , in 37 anni, le autorità vaticane non si siano attivate per conoscere la sorte di Emanuela. Il Vaticano dispone di un proprio organo investigativo e ha legami con tutte le realtà della società italiana. Ha quindi un fondamento logico, pensare che il Vaticano abbia compiuto indagini sul rapimento di Emanuela. Indagini che hanno, probabilmente, portato ad elementi decisivi. Se l’ipotesi è corretta, perché il Vaticano, non ha divulgato gli elementi raccolti ? Forse per la Ragion di Stato. Forse gli elementi raccolti, portavano al coinvolgimento di persone legate al Vaticano. Di certo il Vaticano già dal 1984, ha considerato il caso Orlandi chiuso. Ma non può essere un caso chiuso, perché non è mai stato un caso aperto. Dal giugno 1983, le indagini sono state condizionate dalla costante presenza di mitomani e depistatori. Per 37 anni, gli investigatori sono stati costretti a seguire le piste più fantasiose. Per una buona riuscita delle indagini, è necessario cristallizzare subito gli elementi e testimonianze. Nel caso Orlandi non è stato possibile, dato che per mesi è durata la caccia al tesoro a base di comunicati e telefonate dei presunti rapitori turco-americani. Il caso Orlandi, è pieno di dichiarazioni ed elementi fuorvianti, che hanno saturato gli organi investigativi. Non è mai stata possibile un’ indagine classica, non condizionata da “ sconvolgenti dichiarazioni “. Come non è stato possibile nel caso di Mirella Gregori. Quindi no, il caso Orlandi non è chiuso, aspetta anzi di essere aperto, insieme al caso Gregori. Ripartendo da elementi certi, come le evidenti reticenze delle ultime persone che hanno visto Mirella ed Emanuela. La soluzione della scomparsa di Emanuela, probabilmente, non verrà dal Vaticano o dalle rivelazioni di qualcuno. Verrà da una ricerca della verità finalmente libera. Libera da condizionamenti e depistaggi. Libera da intemperanze mediatiche. Un caso è chiuso solo dopo l’affermazione della verità processuale. Un principio di civiltà giuridica, che nemmeno le mura Leonine possono fermare.

Credit foto www.comunitàolivettiroma.wordpress.com