Cronaca
EMANUELA ORLANDI, VATICANO INDAGINE A SALVE?
Ogni nuova indagine è utile ma rischia di essere inutile se non parte da dove tutto è iniziato. Dai vicoli di Roma.
Di Pierdomenico Corte Ruggiero
Nuova indagine del Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Questa la grande novità. Sarà una nuova indagine? O seguirà le orme di passate inconcludenti indagini?
Probabilmente l’esito di queste nuove indagini è già scritto: il Vaticano ha fatto tutto il possibile e non ha notizie risolutive sulla scomparsa di Emanuela.
Tutte le indagini sulla scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi sono state caratterizzate dallo stesso errore. Hanno trascurato le strade di Roma. Puntano ai corridoi del Vaticano, alle stanze dell’alta finanza. Ai vertici della malavita e dei servizi segreti. Al terrorismo internazionale.
Eppure tutto nasce per strada. Mirella Gregori incontra un misterioso uomo in un bar nei pressi di casa sua. Sparisce in pieno giorno nella trafficata via Nomentana. Emanuela Orlandi viene avvicinata per strada nei pressi di Piazza Navona, che raccoglieva personaggi di ogni tipo. Anche pericolosi. Josè Garramon viene avvicinato durante il percorso da casa al suo parrucchiere.
Nel 1983 Marco Accetti viveva le strade di Roma, cercando soggetti per le sue fotografie. Nel centro di Roma.
Anche la telefonata di “Mario” ci parla di una vicenda nata per strada, gestita da gente di strada. La telefonata di “Mario” ha il chiaro scopo di prendere tempo per cancellare le tracce, di rassicurare i famigliari di Emanuela sul suo prossimo ritorno a casa. Niente piani alti. Niente menti raffinate.
Le “menti raffinate” sono intervenute massicciamente dopo, quando era chiaro il valore mediatico di Emanuela Orlandi.
Le notizie su Emanuela fornite da “Pierluigi” e dai “turchi”, sembrano provenire dai corridoi delle scuole frequentate da Emanuela e dalle strade del Vaticano.
Per cercare la soluzione del giallo Gregori/Orlandi abbiamo girato mezza Europa. In realtà bisogna battere le strade di Roma.
Partendo dalle due ragazze che per ultime hanno visto Mirella ed Emanuela. Nel caso di Emanuela Orlandi questa ragazza non è mai stata individuata.
Sarebbe il caso di esaminare gli archivi di Polizia e Carabinieri nel periodo 1980-1983, cercando verbali e denunce di episodi di violenza con giovani ragazze e bambini come vittime. Leggere le informative delle operazioni delle Forze dell’Ordine che hanno portato alla liberazione di ragazze cadute vittime di soggetti che le sfruttavano.
Procedere, sempre per il periodo 1980-1983, ad individuare persone implicate nella produzione di materiale pornografico. All’epoca erano necessarie specifiche competenze per avere materiale di qualità, specialmente per lo sviluppo, considerato il materiale analogico utilizzato per le riprese.
Puntare la massima attenzione su Piazza Navona. Su tutte le dinamiche criminali che erano presenti in quella zona.
Indagare sulle persone, con precedenti penali specifici, che negli anni 80 ruotavano intorno a cinema a luci rosse. Come quello in via Montebello.
Indagini certamente meno affascinanti di quelle su fantasiosi intrighi internazionali ma probabilmente più utili.
La vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi ha scatenato l’immaginario popolare. Perché era cittadina vaticana. Quindi doveva esserci necessariamente lo scandalo.
In realtà Emanuela e Mirella erano principalmente ragazze di 15 anni che vivevano in una città piena di insidie e di pericoli. Roma non era una città sicura. Devastata dallo spaccio di sostanze stupefacenti, dalla prostituzione e dalla malavita organizzata. Una città con molti vizi, anche inconfessabili.
Ogni nuova indagine è utile ma rischia di essere inutile se non parte da dove tutto è iniziato. Dai vicoli di Roma.
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