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Cronaca

Emanuela Orlandi, niente di serio

La sensazione è che non ci sia più alcun interesse ad arrivare all’accertamento dei fatti. Meglio un mistero sempre aperto che può servire per scrivere articoli, libri e fare lunghi documentari non sempre documentati.

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Credit foto https://www.progettoitalianews.net/news/caso-orlandi-le-ossa-trovate-in-vaticano-non-sono-della-ragazza-scomparsa/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Secondo alcuni ci sono cose che nemmeno Dio conosce. Come ad esempio cosa pensa un gesuita. Sarà vero? Certamente più di qualcuno sembra non aver capito le intenzioni di Papa Bergoglio quando ha disposto un’inchiesta “ a 360 gradi” sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Desiderio di verità? Forse, ma anche una mossa da giocatore di poker. Per vedere le carte in possesso di Pietro Orlandi.

Nel quarantennale della scomparsa di Emanuela, la pressione mediatica sul Vaticano è e sarà terribile. Meglio anticipare. Così Pietro Orlandi è stato convocato dalla magistratura vaticana. Per ascoltarlo e vedere le sue prove. Ore di deposizione e una lista di nomi. Porteranno a qualcosa? Sicuramente hanno portato ad una dura polemica.

Perché Pietro Orlandi ha parlato anche di una registrazione audio in cui una persona vicina agli ambienti della Banda della Magliana, accusava Papa Giovanni Paolo II di uscite notturne dettate da motivazioni non certamente ecclesiastiche. A difesa della memoria di Giovanni Paolo II è intervenuto anche Papa Bergoglio. Giovanni Paolo II è un Santo, accusarlo crea anche problemi teologici. Ci sono state scomuniche per molto meno.

Sicuramente è stato uno scivolone. Se le “nuove” prove sono fatte di voci raccolte de relato l’inchiesta non porterà da nessuna parte. In tribunale servono elementi verificabili, non è una trasmissione televisiva. I parenti delle vittime a volte sono portati a fare confusione: in televisione puoi dire ciò che pensi ma in tribunale puoi portare solo ciò che puoi provare. A proposito di televisione, è lecito chiedersi perché giornalisti e scrittori come Pino Nicotri, Tommaso Nelli e Fabio Rossi hanno pochissimo spazio nei programmi televisivi che trattano il caso Orlandi. Eppure hanno svolto inchieste documentate e solide. Forse è questa la loro “colpa”.

Troppi mitomani, troppe piste fantasiose, troppi documenti falsi nella forma e nel contenuto. Così è impossibile trovare la verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Ammesso che qualcuno voglia trovarla la verità.

Bisogna ripartire dalle strade di Roma dove Emanuela è scomparsa. Trovare la ragazza mai identificata. Tutti accertamenti da fare in territorio Italiano. A cosa serve indagare in Vaticano se non è chiaro nemmeno il movente della scomparsa della ragazza? Inoltre perché ignorare sistematicamente le risultanze dell’inchiesta archiviata dalla magistratura italiana? I magistrati fanno uscire dalla porta l’ipotesi del coinvolgimento della Banda della Magliana perché priva di riscontro e qualche trasmissione televisiva, domani forse qualche commissione parlamentare, provvede a far rientrare dalla finestra la Banda della Magliana, ecc, ecc.

Il primo passo da fare è ripartire da Mirella Gregori. Attenzione, i due casi non sono collegati ma il peccato originale/morale è trascurare la scomparsa di Mirella. In un mese due ragazze svaniscono nel nulla. Di una si parlerà sempre poco. L’altra, perché cittadina vaticana, avrà continue attenzioni. Attirando eserciti di mitomani. Mentre ha senso che la magistratura faccia indagini separate per diverse ipotesi di reato, è moralmente ingiusto fare indagini giornalistiche e storiche dimenticando Mirella. Anche perché porta ad essere abbagliati dal Cupolone mentre probabilmente la verità è nei vicoli di Roma https://ilsudest.it/attualita/cronaca/2023/01/16/emanuela-orlandi-vaticano-indagine-a-salve/ .

Inoltre non possiamo escludere, anzi è molto probabile, che qualcuno coinvolto nella scomparsa di Mirella Gregori si sia intrufolato nel depistaggio mediatico della scomparsa Orlandi per allontanare ogni attenzione dalla vera pista che poteva portare alla verità sulla scomparsa della Gregori.  Altro caso dimenticato è quello di Josè Garramon.

Il Vaticano e Papa Giovanni Paolo II, questi elementi hanno attirato l’attenzione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Negli anni si è parlato di Ior, di Calvi, della politica estera di Giovanni Paolo II, di Banda della Magliana, di fazioni vaticane ma non degli elementi utili per trovare la verità. Ad esempio perché i “rapitori” usano le amiche di Emanuela per trasmettere i propri messaggi? Una velata minaccia? La scomparsa di Emanuela Orlandi sembra nata in un ambiente giovanile dove è entrato qualche adulto con intenzioni evidentemente criminali. Ragazzi, ora diventati adulti, che potrebbero essere preziosi testimoni.

La sensazione è che non ci sia più alcun interesse ad arrivare all’accertamento dei fatti. Meglio un mistero sempre aperto che può servire per scrivere articoli, libri e fare lunghi documentari non sempre documentati.

Non esistono delitti perfetti. Il crimine rimane frutto dell’azione umana che per sua natura è imperfetta. Può essere risolto ogni mistero. Serve capacità. Soprattutto servono volontà e onestà intellettuale.

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