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Inchiesta

Columbus Day, in Canada si pensa di strapparlo agli Usa

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Redazionale

Il Columbus Day, la festa celebrata dal 1869 negli Usa per commemorare la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492, potrebbe trovare nuova collocazione in Canada.
Iniziativa che parte dalle comunità italiane di Toronto e Montreal e da due ex parlamentari italiani da sempre impegnati sul fronte della emigrazione, il senatore calabrese Basilio Giordano, eletto in America nel 2008 con il Popolo delle Libertà e dagli anni Ottanta editore di riviste per gli italiani in Canada, e il deputato molisano Angelo Sollazzo, eletto alla Camera con il Psi
negli anni Ottanta, imprenditore impegnato in America e presidente della Confederazione degli italiani nel mondo.


I due si incontreranno la prossima settimana a Roma per perfezionare la costituzione di un comitato organizzatore aperto, a cui hanno già dato adesione Tony Vespa, uno dei nomi più noti nelle comunità italiane in Canada, Domenico Mamone, presidente del sindacato Unsic con dodici sedi estere, rappresentanti della Unar (unione delle associazioni regionali) e dello storico sodalizio dei molisani nel mondo, Forche Caudine.


«Attribuire a Colombo la responsabilità del genocidio dei nativi è un falso storico» evidenzia Sollazzo. «I massacri dei nativi vennero perpetrati dagli spagnoli prima e dagli inglesi dopo, mentre Cristoforo Colombo era un tipo mite e guardava con ammirazione e rispetto il popolo nativo, come risulta chiaramente dai suoi scritti» continua il presidente della Cim. «Si dimentica
che oggi gli States costituiscono il mix di tanti popoli, razze e colori che diversamente non avrebbero fatto degli Usa il Paese più potente della terra.


Voler nascondere la propria storia con motivazioni assurde e puerili rappresenta lo spaccato del Trump-pensiero».
La presenza italiana in Canada non è meno significativa, per numeri, da quella statunitense. Aire, anagrafe dei cittadini italiani allestero, certifica che in Canada vivono circa 138mila italiani a fronte dei 222mila negli States. Ma, considerando gli oriundi e i discendenti, che stanno
reagendo pesantemente con proteste ed iniziative politiche per ricordare il determinante apporto delle collettività italiane per fare grandi gli States, il numero va moltiplicato almeno per dieci.
Nel censimento del 2011, 1.488.425 canadesi hanno dichiarato di avere origini italiane, il 4,6 per cento della popolazione totale. I più hanno radici in Calabria, Abruzzo, Molise, Campania, Veneto e Friuli. Le province con maggiore presenza italiana sono Ontario e Quebec. Tra i più celebri canadesi con origini italiane figurano il manager Sergio Marchionne, la modella Linda Evangelista, i cantanti Gino Vannelli, Michael Bublé e Lara Fabian.


«Siamo pronti a raccogliere il testimone dei festeggiamenti per la ricorrenza perché in cultura, politica, economia, gli italo-americani hanno assicurato il loro prezioso contributo, riconosciuto da oltre due secoli» continua Sollazzo.


«La pretesa demagogica di ritenere gli emigrati in America, di ogni razza e religione, come usurpatori delle terre e dei diritti dei nativi, a 200 anni di distanza, suona come una bestemmia. Ogni Paese ha subito invasioni, occupazioni e guerre la cui sintesi ha creato le moderne nazioni» conclude il presidente della Cim.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo