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Inchiesta

situazione operativa siria al 27-9-2018

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di STEFANO ORSI

Giorno 26-9-2018
Questi giorni di tensione, come avevamo immaginato e ipotizzato nel video che potete vedere qui sotto, si sono svolti all’insegna delle minacce da parte israeliana, mescolate a preghiere di desistere da misure di risposta. Cosa ha dunque messo in piedi la Russia per rispondere alle continue aggressioni israeliane che hanno provocato la morte di 15 soldati russi? (anche se indirettamente, le azioni dei piloti sono state probabilmente intenzionali e tese a causare un incidente tra la Siria e la Russia).

 


Le mosse di Vladimir Putin, che aveva annunciato misure a difesa dei soldati in Siria che tutti avrebbero potuto notare, sono state queste.

L’arrivo di altri caccia da attacco e superiorità aerea, 8 Su-35, rinforza il dispositivo riportandolo a livelli passati.

il-76 Siria

Mezzi russi in arrivo in Siria
Negli ultimi giorni, una serie di voli militari con velivoli da trasporto IL-76 ( https://it.wikipedia.org/wiki/Ilyushin_Il-76 ) ha iniziato la consegna di materiali nuovi e mai utilizzati in Siria finora.

Dobbiamo innanzitutto ricordare che la Siria avesse acquistato dalla Russia i sistemi di difesa aerea S-300 e con lo scoppio della guerra, su pressione internazionale e in particolare di Israele, la Russia avesse sospeso la consegna, nonostante ciò, è emerso che il personale siriano, avrebbe seguito comunque in questi anni, un programma di formazione per il suo utilizzo. Fattore , quest’ultimo, che ha permesso oggi, di attuare la consegna dei primi componenti di questo sistema.

Attraverso i voli sono infatti arrivati alla base russa di Khemeimin i primi veicoli che compongono una batteria di S-300, le voci sulla entità reale del numero di batterie e reggimenti resta vago, si parla di 4-6 batterie o di 4-8 reggimenti, e non è propriamente la stessa cosa dire ciò.

S-300 PMU2 surface-to-air defense missile system
Come è composta una batteria di S-300 PMU2 (designazione NATO SA-20 Gargouille), innanzitutto una batteria non è il lanciatore, ovvero quel camion sormontato da grossi tubi, no, quello è una delle componenti della batteria, vi sono infatti tre veicoli adibiti a Radar, che hanno funzioni differenti di individuazione e inseguimento (questi radar sono in versione aggiornata e non troppo dissimili da quelli in servizio con i più moderni e sofisticati S400), un veicolo comando, dove sono operatori e i designatori dei bersagli, e poi ci sono i veicoli lanciatori che sono tre, muniti di 4 tubi di lancio, e ciascuno di differenti tipologie di missili a seconda della dei bersagli da colpire, si arriva addirittura a poter ingaggiare missili balistici intercontinentali. Poi c’è il reggimento, che è composto da più batterie in genere sono 4, pertanto ogni reggimento comanda fino a 16 lanciatori per 4 missili cadauno. Inoltre il posto comando è in grado di pilotare anche il lancio delle batterie S200, che sono attualmente la dotazione principale della difesa siriana e delle batterie Buk a medio raggio.

Almaz S-300 PMU2-Favorit
Il sistema S-300 PMU2 è in grado di inseguire fino a 100 bersagli per ogni reggimento dispiegato e designarne 30 da ingaggiare contemporaneamente.

La gittata effettiva di questo sistema arriva a circa 200 Km, anche se in talune schede si legge 250-300 Km credo siano stime piuttosto ottimistiche anche se non del tutto escluse, e fino a 25-40 Km di tangenza.

Ogni tipo di caccia nemico può quindi essere ingaggiato.

Ma non è tutto, le batterie operano o possono operare, in simbiosi con i comandi russi, ovvero usufruire pienamente della funzione di difesa integrata russa, ricevendo le informazioni sui bersagli da tutti i radar russi presenti in area, navi, caccia in volo e aerei AWACS. Ne consegue principalmente, che a Damasco sarà possibile avere un quadro estremamente preciso di quanto stia accadendo nei cieli non solo sulla Siria ma anche in quelli dei Paesi confinanti, Israele innanzitutto, questo è un fattore di estrema novità per le precedenti capacità di difesa a disposizione della Siria.

Ma non è finita qui.

Oltre ai sistemi S-300 PMU2 è già arrivato in Siria, sempre con voli aerei di IL-76, uno o più sistemi di guerra elettronica Krasukha-4, un jammer che serve ad inibire in un raggio di 150-200 Km l’utilizzo di sistemi GPS o radar anche aviotrasportati AWACS, sono anch’essi basati su supporti mobili ruotati, BAZ ad otto ruote motrici, inibiscono anche le trasmissioni satellitari oltre al sistema GPS, questo nel caso vi fossero squadre a terra di designatori bersagli.

Cosa comporta l’utilizzo di questi sistemi, innanzitutto sono già stati adoperati su altri scenari e testati, nelle loro precedenti versioni e con pieno successo, guerra in Serbia e in Iraq la più recente, ricorderete i rapporti su bombe a guida GPS che andavano completamente fuori bersaglio sopra a Bagdad, poi causano una immediata riduzione degli armamenti da selezionare per la missione, i caccia non riescono ad acquisire i bersagli a terra per i loro missili aria-terra e non possono utilizzare bombe a guida GPS, la scelta sostanzialmente si ridurrebbe a bombe a guida laser, ma occorre lanciare molto molto vicini al bersaglio, pochi Km contro i circa 70 per una guida GPS, oppure ricorrere a missili di tipo cruise a guida inerziale, sistemi dal costo estremamente elevato.

I piagnistei che si levano, oltre che dall’apposito muro di Gerusalemme, anche dalla capitale Telaviv, ben testimoniano le preoccupazioni israeliane, ben inteso, l’IAF è a conoscenza delle capacità del sistema, in servizio fin dagli anni 80, e si è sicuramente anche addestrato in maniera specifica per affrontare quella difesa aerea, resta il fatto che il salto tecnologico che compiranno i siriani è davvero enorme e sa vorranno proseguire nella criminale politica di aggressione finora praticata impunemente, gli scagnozzi di Nethaniau dovranno sudare sette camicie per riportare la loro pellaccia a casa a breve termine.

Spero che un avversario meno abbordabile li possa spingere a rivalutare concetti come la pace e il rispetto dei vicini e della vita umana, in maniera più attenta, loro che finora se ne sono dimostrati completamente privi.

Giorno 27-9-2018
Si aggiungono particolari alle forniture difensive in arrivo in Siria, oltre ai già citati S-300 PMU2, arriveranno nuovi lotti degli ottimi e molto efficaci Pantsir-S1, sistemi di difesa di punto in grado di ingaggiare in movimento aerei, elicotteri e missili, già operanti in Siria presso l’SAA e con ottimi risultati, e un ulteriore sistema di difesa a corto e medio raggio, i missili S125-PECHORA-2M , sistema di epoca sovietica, interamente ricostruito negli anni 2000, anche nei software e resi nuovamente temibili contro ogni bersaglio e probabilmente in grado di essere controllati dai sistemi di difesa integrata.

https://en.wikipedia.org/wiki/Pantsir_missile_system

https://en.wikipedia.org/wiki/S-125_Neva/Pechora

Si va dunque completando l’approntamento di un ombrello a più strati che difenderà i cieli siriani dai nemici criminali.

Più livelli difensivi dalla lunga distanza fino alla difesa del punto.

Idlib

Gli accordi su Idlib
Cosa sta accadendo in Siria in questi giorni, abbiamo visto l’annuncio dell’accordo tra Turchia, Russia e Siria sulla sorte di Idlib, ma al momento non vi è alcuna traccia di spostamento di truppe nemiche oltre la zona smilitarizzata che dovrebbe essere pattugliata dalle sole forze militari turche, russe e iraniane.

Ci sono stati invece diversi scontri a fuoco di media intensità lungo la linea di contatto, quasi tutti concentrati a nord di Hama.

Non sono certamente mancati gli scontri tra le fazioni di qaedisti e quelle filoturche, ormai in questi mesi ci siamo abituati a queste schermaglie.

Intanto il 15 di ottobre si sta avvicinando e ancora non vi è traccia di alcuna attuazione del famigerato accordo tra la Turchia e la Russia.

Nessuna formazione jihadista si sta allontanando dietro la zona cuscinetto, non lo fanno loro e nemmeno l’esercito siriano.

Inizio davvero a dubitare che lo si possa fare entro il 15 di ottobre e potrebbe davvero tornare in auge l’opzione militare per risolvere definitivamente la questione di Idlib.

Proseguono gli scontri nelle sacche ISIS, si stanno portando in zona rinforzi siriani per risolvere la situazione.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo