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Inchiesta

Situazione militare sui fronti siriani del 26-10-2018

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di STEFANO ORSI

La scorsa settimana abbiamo dato la notizia dell’inizio di alcuni pesanti scontri nei pressi di Aleppo, oggi possiamo confermare che dopo pochi giorni sono ripresi ancora più violenti dei precedenti.


Ieri mattina, sono esplosi nei pressi dei quartieri periferici di Aleppo ovest, dove le forze di Hayat Tahrir al Sham hanno bersagliato le zone abitate con colpi di artiglieria, almeno otto sono i civili rimasti uccisi dai colpi di cannone e razzi lanciati dai qaedisti.

La risposta dell’esercito non si è fatta attendere, purtroppo gli accordi tra Russia e Turchia non hanno trovato applicazione in vasti settori della sacca di Idlib e questi attacchi ne sono la diretta conferma.

I settori occupati di Kafr Hamra, Al Zahara, Al Layramoun, sono stati quindi raggiunti dai colpi di controbatteria siriana.

Il tutto è proseguito fino al pomeriggio.

Non è tutto però, in seguito a questi attacchi, l’esercito ha iniziato a schierarsi in ordine di attacco, per rispondere in maniera più concreta alla violazione palese degli accordi per il cessate il fuoco.

Fonti militari affermano che ogni giorno continuano ripetutamente i lanci di razzi e colpi di artiglieria sulle zone abitate da parte terrorista e non possono tollerare più una simile situazione di rischio per la città che va messa in sicurezza quanto prima.

L’accordo prevedeva infatti che ogni mezzo di artiglieria, lanciarazzi o cannoni, fosse fatto arretrare di 20 Km al fine di evitare proprio simili eventi.

Abbiamo letto le dichiarazioni del ministro della difesa siriano gen. Ali Abdullah Ayoub, secondo il quale con il perdurare delle violenze, esiste solo una via per ritrovare una pace duratura per la Siria in generale e per la provincia di Idlib in particolare, ovvero la riconciliazione di tutti i gruppi armati con il governo siriano, seguendo la via che ha permesso a migliaia di realtà locali, villaggi, comunità, gruppi armati, città e quartieri di esse,  di tornare sotto la bandiera della Siria e ritrovare la pace ed il perdono per quanto accaduto in questi anni, accordo rivelatosi vantaggioso e proficuo per tutte le parti in causa.

Grandissimo il lavoro portato avanti in questi anni dal gruppo di contatto guidato dalla delegazione russa.

Se ciò non dovesse avvenire, ha proseguito il ministro Ayoub, resterà solamente l’opzione armata, che la Siria è pronta a attuare.

Una occupazione prolungata nel tempo del territorio siriano sarebbe una violazione del diritto internazionale totalmente inaccettabile.

Anche stamane comunque stiamo registrando attacchi nel settore di Idlib, il pesante fuoco di mortai e artiglieria, sta colpendo i settori occidentali della sacca, la parte nord della provincia di Latakia, il settore a nord di Hama, tutti questi settori vedono preponderante la presenza di formazioni terroriste di matrice qaedista, non solo sul settore di Aleppo si stanno quindi palesando le violazioni agli accordi per un cessate il fuoco.

Nei settori orientali della provincia di Deir Ezzor, prosegue la campagna contro le forze ISIS ad opera dei mercenari filo USA, le SDF con i curdi YPG e stanno tentando di recuperare il terreno perduto la settimana scorsa, che aveva annullato tutti i guadagni ottenuti in più di un mese di assalti precedenti.

Ora è stata segnalata una colonna di circa 50 mezzi USA arrivare nel settore per dare manforte ai poco entusiasti combattenti locali, e li capisco, affrontare un nemico finalmente vero, per loro non è certo una esperienza piacevole come le passeggiate cui abbiamo assistito nei mesi e anni precedenti di finte avanzate.

Il tutto nonostante il pesante appoggio aereo USA che è già stato utilizzato per radere al suolo le città di Mosul e di Raqqa, dove le organizzazioni presenti in loco stanno estraendo dalle rovine migliaia di vittime civili delle bombe americane.

Sono state anche mosse accuse agli USA di aver utilizzato ripetutamente munizionamento e sostanze vietate dalle leggi internazionali, come il fosforo bianco, ma loro negano.

Orniamo alla vicenda della consegna dei sistemi antiaereo e antimissile S300 TMU2 russi consegnati alla Siria.

Abbiamo finalmente avuto le prime foto satellitari di un sito dove si trovano i lanciatori consegnati, nelle foto si vede appunto che sarebbero 4, attendiamo le eventuali indicazioni sulle altre eventuali consegna, come ricorderete noi citiamo il numero di 4 lanciatori, ovvero una batteria, in quanto la fonte ufficiale russa, il ministro Shoigu ha parlato con precisione di questi numeri e non dei 24 lanciatori divisi in tre batteria a formare un battaglione come riportato da altri, ma non possiamo certamente escludere che questi mezzi siano effettivamente stati consegnati come riportato da molte fonti di stampa, anche se non ufficialmente riconosciuti.

La zona dell’installazione sarebbe appunto quella tra Latakia ed Homs come immaginato, comunque se in futuro dovessimo trovare conferma del numero effettivo delle batterie presenti, non mancheremo di comunicarlo, ma lo faremo solo quando ne saremo certi.

Attacco con i droni alla base russa di Hemeymin.

In questi giorni la notizia che dietro un attacco preciso effettuato con droni contro la base russa vicino Latakia fosse stato in realtà guidato e condotto da forze speciali USA, ci ha lasciato una forte preoccupazione.

Il riferimento riguarda un attacco portato con una ventina di droni contemporaneamente, e nel contempo un aereo spia USA, Poseidon 8, iniziava a pattugliare e registrare ogni reazione dei sistemi radar difensivi e di disturbo elettronico messi in atto dalle difese russe che distrussero tutti i droni, ma chiaramente le contromisure di disturbo dei segnali e l’acquisizione dei bersagli con i radar di inseguimento erano stati impiegati e registrati nel loro funzionamento attivo dal Poseidon USA. Le manovre messe in atto dai droni contemporaneamente al posizionamento del Poseidon 8 e le manovre portate come se guidati tutti da un unico equipaggio, ma non appena le contromisure entrarono in azione, i droni si mossero in modalità singola, superando le contromisure fino ad allora resesi affidabili, ciò manifesta un controllo con tecnologia ritenuta militare e di livello non a disposizione dei terroristi qaedisti, e la presenza in zona del Poseidon rimane come la più probabile base per il pilotaggio dei dispositivi remoti.

https://www.youtube.com/watch?v=UiU0OJn01kg

Un altro tassello all’escalation della Guerra Fredda ci porta vicini ad un conflitto diretto tra due superpotenze.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo