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Inchiesta

Situazione in Siria ed in altre aree del mondo al 14-12-18

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di STEFANO ORSI

Siria

Sebbene i maggiori fronti siano stati chiusi con la piena vittoria siriana, la crisi non pare prossima alla sua soluzione, restano chiaramente, i nodi della sacca di Idlib, dove si annidano i terroristi qaedisti e le milizie al servizio della Turchia altrimenti note come FSA, poi abbiamo la sacca ISIS di Al Suknah, dove ad ovest del fiume Eufrate c’è la persistente presenza di ciò che rimane del Califfato, ad est del fiume abbiamo invece la Siria Occupata dai mercenari al servizio USA e dalle stesse truppe americane, come del resto accade anche ad Al Tanf. Motivi di apprensione ed attività bellica, dunque, ne abbiamo parecchia, dobbiamo fare il punto sui vari fronti.

Idlib

Da quando le attività belliche ad alta intensità si sono fermate, su questo fronte è iniziata una situazione molto simile a quanto accade nel Donbass della fu Ucraina, non ci sono offensive in grande stile, almeno da un po’ di tempo, ma si prosegue con fraseggi di mitragliatrici, cannonate e razzi, a cui sporadicamente si affianca qualche incursione di commandos. Situazione quindi potenzialmente esplosiva, ma che potrebbe anche trascinarsi per mesi, o anni, in questo stesso modo.

Con il dispiegamento dell’intero 5°Corpo d’Armata siriano, si attendono comunque prossime novità.

Nord della Siria

L’annuncio fatto da Erdogan dell’imminente forte attacco contro le milizie curde, armate e pagate dagli USA, trova conferme nei precedentemente annunciati spostamenti a nord di milizie FSA, annunciarono di aver iniziato a spostare qualcosa come 20.000 miliziani da impiegare, e questo solo un paio di settimane fa, ora sarebbero pronti a attaccare.

Ieri, 13-12- 2018 ci sono stati attacchi molto pesanti da parte turca contro il settore ancora controllato da milizie YPG a nord di Aleppo, Tall’Rifat che è stata bersagliata con pesante fuoco di artiglieria.

I comandi USA cercano di intimidire la Turchia affinché desistano da una operazione che per gli americani risulterebbe davvero imbarazzante, non sarebbero in grado di opporsi alle forze turche, ben armate e ben supportate, mentre le forze USA, paradossalmente per il loro supporto necessitano proprio delle basi NATO in Turchia, per cui non esiste possibilità per loro di opporsi ad una eventuale invasione dei settori siriani occupati dalle milizie curde per conto degli USA.

Come già accadde in Afrin, gli USA potrebbero solamente emettere un duro comunicato di condanna, e dare supporto come rifornimenti ai loro mercenari, ma nulla i poco di più.

Probabile obbiettivo turco sarà il creare una fascia di sicurezza nel nord della Siria andando ad occupare il settore tra le città di Tall Abyat, Ras Al Ayn, Manbij , forse Kobane, e la autostrada M4.

L’attacco potrebbe naturalmente partire dalla Turchia per poi espandersi in territorio della Siria occupata.

Gli Usa stanno tuttavia cercando di evidenziare la loro presenza nel settore di Hassakah con la creazione di punti di osservazione fissi a ridosso del confine turco.

Settori ISIS nel sud est siriano

Hajin

Il fronte attivo, vede qui impegnata ISIS contro le SDF e supporto USA, la battaglia per Hajin è ormai quasi del tutto ultimata, e le SDF sembrano ormai avere riacquisito il controllo sulla cittadina, come già avevano fatto prima della violenta controffensiva del califfato.

Le perdite dei miliziani jihadisti, ormai, sono tali da rendere estremamente difficile mantenere attive le difese dei fronti, e per loro sarà sempre più difficile supportare i combattenti di prima linea, sia per gli evidenti problemi di logistica, le incursioni aeree hanno danneggiato o distrutto molti depositi, sia per il morale sempre meno buono con l’approssimarsi della inevitabile sconfitta finale.

Presso Al Suknah le forze siriane si sono scontrate più volte con le truppe ISIS, ma a differenza di alcune settimane fa, queste, sono state sempre respinte e con gravi predite.

Non so se e quando ci sarà modo di spostare qui un dispositivo di forze sufficienti da eliminare questa fastidiosa presenza dal sud della Siria, ma spero che possa avvenire quanto prima, per potere poi occuparsi con le dovute attenzioni a Idlib, a meno che non intendano invertire l’ordine delle priorità.

Al Tanf

Notizia di ieri, la Russia sta creando una base nelle vicinanze delle forze Usa che occupano illegalmente il settore di Al Tanf, e in questo settore, nella provincia di Deir Ezzour, potrebbero spostare una batteria di S300, o altri sistemi di difesa aerea, per controllare il settore sud della Siria ed impedire incursioni da Giordania ed Iraq da parte sia Israeliana che USA.

Chiaramente la vicinanza con la base americana non mancherà di creare motivi di screzi e possibili scontri tra le agguerrite formazioni militari dei due Paesi, infatti sarebbero state segnalate anche alcune piattaforme di artiglieria lanciamissili, sicuramente in risposta al lancio americano che ha colpito alcune strutture siriane il giorno 2 dicembre nel settore di Al Suknah.

Le truppe siriane che hanno partecipato all’offensiva di Al Safa, terminata con la completa eliminazione delle milizie ISIS, saranno trasferite per intero nel nord della provincia di Latakia, a ridosso della sacca di Idlib, si tratta di unità NDF siriane e brigate della 3° e 4° divisioni corazzate.

Passiamo all’Europa

Ucraina

Le forze armate ucraine sono schierate in forze ai confini delle Repubbliche Popolari di Donestk e di Lugansk, i recenti rinforzi fanno davvero temere l’imminenza di un attacco, per la prima volta dal 2015, il pericolo pare essere concreto. Oggi le forze armate delle due repubbliche sono state poste in stato di pronte al combattimento, al fine di poter rispondere immediatamente ad ogni segnale di attacco da parte di Kiev.

I timori maggiori sono nel sospetto che gli ucraini simulino un attacco chimico contro di loro per giustificare di fronte all’opinione pubblica la loro aggressione contro il Donbass libero.

Dal golpe del 2014, mai riconosciuto ed accettato da gran parte della popolazione di origine russa del Donbass, che si estende da Odessa a Karkov, le forze armate al servizio di Kiev si sono macchiate di crimini efferati contro la popolazione, questo tipo di attacco simulato sarebbe nel pieno delle loro capacità di organizzazione e pertanto rappresenta una reale possibilità.

Lo stato di allerta e presenza di truppe corazzate nei pressi di Rostov on Don, Russia, sta a significare che l’allarme è visto con grande apprensione anche dai comandi della Federazione russa. Il rischio di un allargamento del conflitto, in caso di attacco ucraino è più che un rischio. È una probabilità molto concreta.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo