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Inchiesta

Aree di crisi nel mondo

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di STEFANO ORSI

 

La situazione attuale in Siria


 

Il giorno 14 febbraio si è svolto l’incontro programmato a Sochi tra i presidenti Putin, Erdogan, Rouhani e invitato speciale Lukashenko della Bielorussia, sul tavolo le annose questioni della sistemazione dei fronti ancora aperti in Siria, dalla Sacca di Idlib alla minaccia di creare una fascia di sicurezza al confine con la Turchia, proposta di Erdogan.

La permanenza dell’Iran in Siria, presenza richiesta dalla Siria stessa, è una delle questioni trattate,  ed appare legata anche al permanere di forze di occupazione come quelle USA o francesi, proprio il ritiro di queste, ritiro finora solo annunciato e mai iniziato, è fonte di nuove preoccupazioni, il futuro dei settori occupati da forze curde , ad esempio è oggetto delle mire turche, che vedono come una minaccia la presenza di milizie tanto armate e in controllo delle loro frontiere. Premono quindi per un ritorno al controllo governativo che disarmi o ponga sotto diretto controllo le milizie  curde.

La Sacca di Idlib è l’altro grosso problema, le forze qaediste cercano di attenuare la loro immagine di gruppo terrorista jihadista, ma ormai appaiono isolate, sembra che neppure i rifornimenti  arrivino più da fuori sacca, a tal punto che le milizie nel nord di Hama, la parte meridionale della sacca, starebbero mostrando i primi veri problemi di rifornimenti di munizioni.

La Russia cerca di mediare tra queste posizioni e con la Siria di ottenere concessioni di autonomia amministrativa per le forze YPG curde al fine di chiudere un difficile accordo, osteggiato però dagli USA che invece vorrebbero il permanere dei loro mercenari a controllare questo settore siriano.

La sacca ISIS oltre il fiume vede al momento i miliziani arrendersi spontaneamente, e forse dopo i falliti assalti delle SDF per chiudere la partita, costati perdite pesanti per loro, ci troviamo più vicino alla soluzione definitiva per ISIS oltre il fiume.

Il giornalista italiano Gabriele Micalizzi è stato ferito da una granata RPG durante degli scontri avvenuti in Siria mentre si trovava su un fronte avanzato oltre il fiume Eufrate, ho contattato con alcuni messaggi un amico, il giornalista documentarista e fotografo Giorgio Bianchi che si trovava nei pressi e mi ha detto che sia lui che gli altri italiani con loro stanno bene, si sarebbe trattato di un colpo di RPG, non ha specificato per ragioni di sicurezza, il luogo esatto in cui si trovano e lo comprendo bene.

Venezuela

Il golpe di Guaidò appare sempre più diluito nel tempo, l’inefficacia di tutte le minacce fatte cadere sul Paese da parte degli USA e degli altri Paesi che hanno riconosciuto in Guaidò il legittimo presidente venezuelano, basandosi sull’errata interpretazione dell’art. 233 della costituzione venezuelana, che non vale essendoci eletto regolarmente il Presidente del Paese con le libere elezioni di maggio, e riconosciuto da un centinaio di Paesi stranieri,  non sortiscono alcun effetto.

L’appello di Guaidò all’eventuale intervento militare da arte USA è stato stoppato persino dal Senato americano stesso, unico organo che può votare a tal riguardo, sembra quindi cadere nel voto.

Prende piede l’iniziativa messicana di portare ad un incontro bilaterale le parti in causa presso Montevideo per un confronto diplomatico in cui si addivenga ad una soluzione politica.

Forse anche la UE potrebbe appoggiare questa iniziativa.

Prosegue senza tentennamenti la grande esercitazione militare delle forza armate venezuelane, per nulla messe in difficoltà dalle minacce di Guadò ed americane, non solo non si sono ribellate al presidente legittimo, come richiesto loro, ma anzi stanno approntando al meglio le difese del paese, portando allo stato di massima operatività i caccia SU30M e le difese antiaeree che vedono negli S300 il fulcro delle difese aeree.

Come già detto in precedenza, il tempo gioca contro Guaidò, più tempo trascorre e meno la sua figura attrae consensi, visto che lo stato prosegue la sua normale vita quotidiana del tutto indifferente ad ogni proclama del burattino di Washington.

Un Paese che lo tratta con l’indifferenza che merita è un Paese che non ha bisogno di un sedicente Presidente, è un Paese che sa di aver compiuto una scelta a maggio scorso, co le elezioni e non accetta che dall’esterno del Paese si cerchi di imporre un finto presidente.

La possibilità di un colpo di scena , con la possibile richiesta di incontro diretto tra Trump e Maduro, sulla scia di quanto avvenuto con l’omologo nordcoreano Kim appare forse come una svolta tutt’altro che remota e di cui non dovremmo stupirci molto.

Russia e Cina sono rimaste ferme nella difesa della legittimità del Presidente Maduro ed in difesa degli accordi economici e militari che hanno col Venezuela.

Le voci di trattative in corso tra opposizione fascista e Cina sono state smentite ufficialmente dalle stesse autorità di Pechino.

Del resto anche in Europa vi sono voci di intelletto efficiente, Jeremy Corbyn ad esempio, ha dichiarato di opporsi alle ingerenze negli affari del Venezuela e anche la posizione italiana , che ha bloccato il provvedimento unanime della UE rappresentano una speranza per evitare una nuova Siria in sud America.

Il fatto che gli Usa abbiano incaricato Eliot Abrams di seguire la vicenda del Venezuela getta nuove luci fosche , il passato di Abrams non è di quelli da esibire pubblicamente, avendo lui gestito l’invio, pare, di armi per i ribelli nicaraguensi e essere stato anche coinvolto nel famoso scandalo Iran –Contras, in cui si facevano giungere armi ai terroristi nascoste nei carichi di aiuti umanitari per gli sfollati e la popolazione sofferente. Capirete bene come mai vi sia tanta diffidenza nel far arrivare a Caracas gli aiuti che gli USA vorrebbero inviare ai fascisti delle opposizioni.

Attendiamo i nuovi sviluppi.


Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo