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Inchiesta

Aree di crisi nel mondo

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di STEFANO ORSI

La terra prosegue il suo giro attorno al sole, e noi qui procediamo spediti verso la riproposizione di un mondo diviso a blocchi, in cui però, pare molto difficile capire chi sia il buono e chi il cattivo.



Cerchiamo di capire perchè.

Venezuela

Rieccoci a Caracas, avevamo lasciato la sequela di fallimenti inanellata da Guaidò, il pupazzo beniamino dei media nostrani ( inteso come mondo atlantista), un fallito autoproclama a presidente, una fallita rivoluzione, un fallito black out un fallito golpe, ed ora una novità, un fallito onesto.

Si sta esplodendo lo scandalo che travolge Guaidò e tutto il suo entourage.

Ricordate la crisi umanitaria che aveva spinto diversi Paesi a raccogliere fondi per l’aiuto alla popolazione venezuelana? Ebbene non piacerà a nessuno sapere come sono stati usati.

Milioni di dollari sprecati e sperperati.

Centinaia di migliaia di dollari pagati per convincere soldati a disertare, aderirono da tutto il Paese solo in una quarantine, cittadini a manifestare, Cucuta, città sul confine tra Venezuela e Colombia,  è stata teatro di questo scempio.

Qui si era riunito lo stato maggiore di Guaidò e poi lui stesso li ha raggiunti, da qui doveva partire la rivolta contro Maduro, la grande sollevazione popolare e militare ce avrebbe dovuto, nei loro sogni, rovesciare il governo democratico venezuelano ed instaurare una dittatura da paese delle banane al servizio degli USA, come riuscito loro in Brasile e Ecuador.

I soldi sono arrivati a fiumi, si sa che la CIA non badi a spese pur di uccidere una democrazia reale al servizio del popolo, per cui non ha badato a spese, e nemmeno i collaboratori di Guadò lo hanno fatto. Lusso sfrenato, alberghi costosissimi, una selva di prostitute, droga e naturalmente la materia più abbondante in caso di organizzazione di un golpe, le promesse false e le menzogne.

I traditori del popolo venezuelano sarebbero vissuti nell’agio godendo in maniera perpetua della riconoscenza del regime che si sarebbe instaurato in caso di vittoria di Guaidò. Tutta fuffa per creduloni. Naturalmente il governo democratico di Maduro, forte dell’appoggio della popolazione, dei militari, di tutto l’apparato statale e della Costituzione, non è caduto, anzi, e i malcapitati creduloni sono stati ospitati in sette lussuosi alberghi presso Cucuta e mantenuti, qui si è svolto lo scempio degli aiuti umanitari, che sono stati usati, ma a favore di una umanità limitata: puttane, spacciatori. Hampton Inn Hotel, Villa Antigua, Villa del Rosario, pagati a quanto pare direttamente dal Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati UNHCR, pare solo due a carico del fantomatico governo di Guaidò che gode dei frutti dei furti degli USA a spese del popolo venezuelano che si è visto sequestrare i beni e i conti correnti , oltre alla riserva aurea detenuta in GB e negli USA a garanzia di un prestito di Citigroup- Rubano al Paese in difficoltà e che dicono di volere aiutare. Vi renderete conto a che punto di squallore si sia giunti tra i nostri governi che si presentano come  difensori della democrazia e della prosperità quando altro non sono che comuni ladri, malfattori e assassini. Come dicevo due soli conti da pagare per Guaidò, quelli degli alberghi Acora e Vasconia.

Il tutto è andato avanti da febbraio a maggio quando Guaidò smette di tenere i contatti con i traditori del Venezuela e sospende il pagamento dei loro conti, il gioco si era protratto troppo in la e diveniva troppo oneroso.

Cosa stava succedendo dunque?

Gli uomini chiave di questa vicenda sono due collaboratori di Guaidò, Rossana Barrera e Kevin Rojas che vennero incaricati di seguire per conto del “governo” Guaidò la questione degli sfollati venezuelani che confidavano nelle promesse false fatte loro.

Proprio questi due in particolare la Barrera, cognata di Sergio Vergara braccio destro di Guaidò e leader del partito di opposizione Popular Will party, è dalla loro gestione che è nata la scriteriata mala gestione dei fondi, una vera appropriazione indebita è partita da subito.

L’indagine giornalistica a firma di Sebastiana Barraez, ha fatto emergere questi crimini.

Qui alcuni articoli del giornale colombiano El Tiempo che parlano del problema https://www.eltiempo.com/colombia/otras-ciudades/los-lios-economicos-de-los-exmilitares-venezolanos-en-cucuta-359050 , https://www.eltiempo.com/mundo/venezuela/guaido-pide-a-colombia-investigacion-por-presunto-dinero-malversado-377038 , https://www.eltiempo.com/mundo/venezuela/fiscalia-venezolana-investigara-a-delegados-de-guaido-por-corrupcion-377392 .

Essendo la Colombia un Paese che formalmente appoggia e riconosce Guaidò come presidente, anche se il solo pensiero fa ridere, il peso dato al fenomeno di corruzione testimonia, la spudoratezza e vastità del fenomeno, che non è stato possibile nascondere nemmeno per un Paese corrotto ai livelli della Colombia.

L’organizzazione di Guaidò aveva anche gonfiato i numeri delle persone rifugiate, i militari e tutte le loro famiglie, normali cittadini e funzionari pubblici, tutti con famiglia, notare che tutti furono lasciati andare liberamente dalle autorità venezuelane, ed erano indicati in 1450 persone, mentre le autorità colombiane accertarono che questo numero, allargato anche a numerosi e precedenti esuli che si erano aggregati, non arrivasse nemmeno a 700 persone in totale.

Ad un certo punto, persino colui che il “governo” Guaidò nominò come ambasciatore in Colombia, prese le distanze dalla gestione degli “aiuti umanitari” e informò di quanto accadeva sia il Guaidò che il leader politico di opposizione Leopoldo Lopez Mendoza, che da quel momento non poterono più dirsi ignari di quanto accadeva. L’appropriazione indebita pare raggiunga quasi il milione di dollari e solamente riferito alla gestione delle spese riferite ai due alberghi in carico a Guaidò.

Tremano i polsi sapendo che a causa dell’ingerenza e dei furti perpetrati dagli USA ai danni del popolo venezuelano, le società petrolifere estere del Venezuela, cioè del popolo venezuelano, sono stati dati in gestione e controllo a incaricati dal “governo” di Guaidò, società e tutti i beni ad esse intestati e capitali da esse gestiti, parlo chiaramente della PDVSA Petroleos de Venezuela S.A..

Per la gestione di questa società è stata aperta una indagine sulla appropriazione indebita addirittura di 70 milioni di dollari in cui risulterebbe addirittura implicato il nominato ambasciatore di Guaidò a Washington Carlos Vecchio.

Ora abbiamo tutti più chiaro che genere di regime avessero in serbo gli USA per il Venezuela.

Non mancheremo di seguire il prosieguo delle indagini.

Siria

Sono proseguiti gli scontri armati sempre lungo il fronte a nord di Hama.

Si sono alternate le offensive siriane a quelle degli jihadisti, ma nessuno dei due è riuscito ad avere la meglio ed ogni temporaneo guadagno di terreno è tornato poi al precedente detentore.

In particolar modo, tra sabato e domenica c’è stata una importate avanzata siriana che sembrava aver recuperato il terreno perso nella recente avanzata jihadista lungo la strada tra Mardeh e Suqailabiyah, ma dopo una iniziale ritirata, le milizie di Al Qaeda e Jaish al Izza, sono tornate sotto prendendo in contropiede le truppe siriane ancora non sistemate in assetto difensivo e quindi hanno dovuto ritirarsi per non lasciare sul campo troppe vittime.

In seguito vi sono stati altri tentativi ma mai troppo convinti e con un impiego limitato di truppe. Gli jihadisti invece in un paio di occasioni hanno tentato la via verso alcuni villaggi nei pressi di Mahrdeh che hanno nel mirino da tempo, per fortuna hanno subito un pesante numero di caduti e perdite in materiali, prima di doversi ritirare a loro volta.

Se si difendessero e basta sarebbe più difficile il lavoro di logoramento in atto da tempo, con questi tentativi, volti a recuperare una iniziativa persa da anni, in realtà non fanno altro che fare il gioco dei comandi siriani.

Ultimamente, dobbiamo annotare, si fanno più evidenti le presenze di sistemi antiaerei spalleggiabili da parte degli jihadisti, ieri hanno anche colpito un vecchio caccia siriano che comunque, anche se danneggiato è riuscito a compiere un atterraggio di emergenza presso il vicino aeroporto militare di Hama. Il fatto che desta maggiore preoccupazione è che questi sistemi siano in possesso di Al Qaeda, a buon intenditor…

I fronti, comunque, dalla scorsa settimana, non sono mutati affatto.

C’è da segnalare su altri settori la continua distruzione dei raccolti di frumento nei territori occupati dell’est del Paese, e di cui i contadini locali accusano le milizie al soldo degli USA.

L’ISIS si è rifatta viva attaccando delle unità siriane a sud della strada che collega Al Suknah con Deir Ezzour.

Ed ora il piatto caldo della settimana

IRAN-USA

Questa notte alle prime ore del 20-6-2019, le forze di difesa aerea iraniane in forza al Corpo delle Guardie della Rivoluzione, hanno ingaggiato un bersaglio che aveva sconfinato al largo della provincia meridionale di Hormuzgan.

Il rapporto pubblicato da Sepah news, dice che il drone è stato abbattuto non appena ha sconfinato all’interno dello spazio aereo iraniano.

Come è stato abbattuto?

Innanzitutto parliamo del drone, si tratta infatti di un sofisticatissimo prodotto di punta della Northrop Grumman, il RQ-4 Bams-D Global Hawk che potete vedere bene sulla pagina Wikipedia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Northrop_Grumman_RQ-4_Global_Hawk

È in drone di costo molto elevato a causa dei sofisticatissimi sistemi che ha a bordo, radar (SAR, radar di apertura sintetica) e sistemi ottici (sistemi EO/IR) e di telecomunicazioni.

https://www.esa.int/SPECIALS/Eduspace_Global_IT/SEMLT0G64RH_0.html

Il fatto che sia un velivolo comunque a ridotto segnale radar, che volasse a quota molto elevata, attorno ai 20.000 metri pare, significa che i sistemi di difesa iraniani sono ad elevata efficienza ed integrazione, il sistema impiegato dovrebbe essere un Buk M2E sistema che ha una gittata massima di 50Km e 25 Km di tangenza operativa, il Global Hawk volava quindi ad una quota vicina al limite operativo del missile.

Il fatto di maggior interesse è però l’atto in se, cioè l’aver difeso lo spazio aereo del proprio Paese anche se di fronte hanno la più potente macchina bellica del pianeta, quella americana, e per nulla intimoriti, abbiano preso tutte le misure per far valere un loro diritto.

Significative le parole del comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione, il Gen. Hossein Salami, cito testualmente come riportate da Pars Today: “L’abbattimento del drone americano RQ-4 Global Hawk da parte iraniana dopo il suo sorvolo sui cieli della provincia di Hormozgan, nel sud dell’Iran, è un ”chiaro messaggio alla Casa Bianca”. ”I nemici non hanno altra scelta se non quella di rispettare l’integrità territoriale dell’Iran e i suoi interessi” l’abbattimento del drone americano dimostra che l’Iran ”è pronto a dare una risposta decisiva a qualsiasi aggressione” l’Iran non sta cercando la guerra con alcun Paese, ma le sue forze armate sono pronte a difendere il Paese da qualsiasi aggressione”

”il nemico ha intrapreso una guerra economica contro l’Iran con l’obiettivo di indebolire la capacità difensiva del Paese”  ”le cospirazioni americane contro l’Iran sono destinate a fallire”. ”Condanniamo nei termini più duri questo atto provocatorio e aggressivo e mettiamo in guardia contro la violazione del nostro spazio aereo”

Parole forti e di grande dignità da una persona che nel momento difficile si è rivelata forte e risoluta.

Il presidente Trump ha annunciato che si sia trattato di un errore, credo indeciso sul da farsi  prova a minimizzare l’accaduto, ma non credo che non stiano valutando una risposta, sebbene la prova data dalle difese iraniane lascino intendere che una eventuale contromossa USA, vada studiata molto bene perchè potrebbe trasformarsi, come già accaduto in passato, in un pericoloso boomerang per l’amministrazione USA.

Di certo da oggi gli USA, tratteranno con ben altra attenzione e considerazione le difese iraniane.


 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo