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Inchiesta

Grecia Esecutivo ND: Dalla fiducia in Parlamento alla questione di Cipro

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di NINNI RADICINI

Il 17 luglio si è svolto il giuramento dei deputati del Parlamento Ellenico eletti dopo le Legislative del 7 luglio.

 

Sono stati formati sei gruppi: Nuova Democrazia con 158 deputati, Syriza – Alleanza Progressista 86, Movimento per il Cambiamento (Kinal) 22, Partito comunista (Kke) 15, Soluzione Greca 10, MeRA25 9 seggi. In confronto alla legislatura precedente non sono più rappresentati Alba Dorata e Unione dei Centristi; sono invece entrati per la prima volta nell’Assemblea i delegati di Soluzione Greca e MeRA25. Konstantinos Tasoulas, deputato di Nuova Democrazia alla ottava legislatura consecutiva (dal 2000), è stato eletto Presidente del Parlamento con una maggioranza molto ampia: 283 voti a favore su 300. Per lui hanno votato tutti i partiti tranne il Kke. 

Nel suo intervento al dibattito parlamentare, il Primo Ministro e Presidente di Nuova Democrazia Kyriakos Mitsotakis ha annunciato, tra i vari punti programmatici, una riduzione delle tasse e l’impegno a conseguire la stabilità interna. Il suo predecessore Alexis Tsipras – Presidente di Syriza – ha invece difeso la politica economica dell’Esecutivo da lui presieduto e ha accusato il governo Mitsotakis di seguire una linea populista e di stare dalla parte delle elitè. Con il governo Tsipras la Grecia si è impegnata a mantenere avanzi primari pari al 3.5% del Prodotto interno lordo fino al 2022, quota che i creditori internazionali ritengono necessaria per la sostenibilità del debito nazionale. La Commissione Europea, il 26 luglio, ha annunciato la decisione di estendere per altri sei mesi la supervisione (il meccanismo di sorveglianza potenziata) della Grecia come stabilito dopo la conclusione del terzo piano di salvataggio (bailout) nell’estate del 2018. 

Questa procedura è considerata un sostegno al completamento e all’attuazione delle riforme stabilite nel programma di supporto alla stabilità della Grecia. Il nuovo rapporto di Sorveglianza Potenziata per la Grecia sarà pubblicato in autunno, come confermato dalla Commissione Europea. Sebbene l’ipotesi di una modifica dei parametri stabiliti non abbia incontrato il loro consenso, l’Esecutivo di Mitsotakis ha posto come traguardo l’allentamento delle restrizioni di bilancio, prospettando che una rinegoziazione con i creditori possa ottenersi dimostrando le credenziali riformiste del suo governo. All’inizio della seconda metà del 2019 il settore manifatturiero della Grecia ha registrato i più alti livelli di produzione, ordinativi e impiego. L’indice di riferimento (Purchasing Managers Index) è passato dal 52.4% di giugno al 54.6% di luglio, in crescita costante da 26 mesi (la fase è espansiva quando si supera il 50%, altrimenti vi è una contrazione). 

Sull’accordo di Prespes, ovvero sulla denominazione Repubblica di Macedonia del Nord attribuita all’ex Stato della Jugoslavia (Fyrom), Mitsotakis ha detto che si tratta di un “pessimo accordo” che, essendo stato ratificato da entrambe le parti, non può essere modificato in modo unilaterale, ma si può cercare, in alternativa, di correggerne gli errori. Tsipras ha attaccato Mitsotakis dicendogli di avere strumentalizzato la questione macedone e, rimanendo in ambito di relazioni internazionali, ha contestato la decisione del governo di Nuova Democrazia di riconoscere Juan Guaido come Presidente del Venezuela in accordo con la posizione comune della Unione Europea. A parere del Presidente di Syriza tale decisione indebolisce il ruolo di mediazione che la Grecia svolge nella Ue per risolvere le crisi in Stati terzi. A sua volta, Mitsotakis ha definito Alexis Tsipras e il suo ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis i “gemelli della catastrofe”. 

Nel quadro di una revisione della Scuola primaria e secondaria, l’Esecutivo, con Niki Kerameus – Ministro dell’Istruzione – ha annunciato l’intenzione di abolire la modalità di attribuzione di scelta dei portabandiera nelle parate scolastiche stabilita dal governo Tsipras nel 2017. Tale modifica cancellava la norma precedente che prevedeva l’attribuzione agli studenti con i migliori voti e complessivamente con migliore curriculum scolastico. Il governo Tsipras stabilì che ogni studente, qualsiasi fosse il suo rendimento scolastico e la sua etnia, avrebbe potuto avere occasione di portare la bandiera nazionale greca. Questa linea trovò la contrarietà di Nuova Democrazia (in quella fase all’opposizione), che invece sottolineava la particolare rilevanza del ruolo di portabandiera, per cui gli studenti avrebbero una motivazione ulteriore per impegnarsi negli studi. Su tale linea il governo di Nuova Democrazia sostiene il ripristino della procedura di selezione originaria. 

Il governo ha inoltre annunciato un piano decennale per il turismo – il settore principale dello sviluppo economico ellenico – da presentare entro i prossimi sei mesi, nel quadro di cui appare funzionale la prospettiva di rendere autonome dal punto di vista energetico le piccole isole elleniche attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili ibride. Dopo tre giorni di dibattito parlamentare, il 22 luglio il governo presieduto da Kyriakos Mitsotakis ha ottenuto la fiducia da parte del Parlamento con 158 a favore (corrispondenti all’intero gruppo parlamentare di ND) e 142 contrari (tutti gli altri gruppi). 

Il 23 luglio il governo ha inviato al Parlamento il primo disegno di legge. Il provvedimento è relativo alla semplificazione amministrativa attraverso un maggiore coordinamento tra i ministeri, una periodicità stabilita delle riunioni del Consiglio dei Ministri, una funzione propositiva delle Commissioni, l’istituzione di una Autorità per la Trasparenza, la riduzione del numero di segretari generali del governo da 93 a 58 (con un risparmio di 1.8 milioni di euro all’anno), una maggiore autonomia per le agenzie di controllo e la selezione di un segretario generale per ogni ministro scelto non in ambito governativo ma dal Consiglio Supremo per la Selezione del Personale Civile. 

Il 20 luglio Kyriakos Mitsotakis ha ricordato il 45esimo anniversario dalla invasione di Cipro compiuta dalla Turchia nel 1974, ribadendo l’importanza della memoria storica e la continuità del sostegno ai “fratelli ciprioti” nel percorso di riunificazione dell’Isola. A seguito della destituzione dell’arcivescovo Makarios III – Presidente di Cipro – avvenuta il 15 luglio ’74 con il sostegno del regime dei Colonnelli (al governo della Grecia dal 1967), la Turchia, avanzando la motivazione di voler proteggere i turco-ciprioti in base al Trattato di Garanzia del 1960, invase Cipro (motivazione respinta dall’Onu). Le prime truppe sbarcarono alle 5.30 del mattino del 20 luglio. Fino al 14 agosto 1974, quando furono occupate Famagosta e la penisola di Karpas. Da allora il 37% del territorio di Cipro è occupato dalle truppe turche. L’invasione turca di Cipro determinò la morte di circa quattromila ciprioti, circa 1.600 dispersi e duecentomila costretti a lasciare le proprie case. Da allora la Turchia ha proceduto a un insediamento di coloni nell’area occupata, che ha avuto come conseguenza una trasformazione demografica poiché, nel periodo corrente, il numero dei coloni turchi illegali supera quello dei turco-ciprioti in proporzione di due a uno. Nel novembre 1983 il territorio occupato è stato dichiarato Repubblica turca di Cipro Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia e considerata illegale dalla comunità internazionale.


In parallelo, in violazione del diritto internazionale, il regime turco-cipriota autoproclamato ha operato un continuo oscuramento del sistema culturale ellenico presente nel territorio occupato, attraverso la profanazione di chiese cristiane o la trasformazione per altri usi, il decadimento di siti archeologici, il cambiamento dei nomi delle città dalla denominazione originaria greca a una turca. Vari negoziati per trovare una soluzione finalizzata alla riunificazione dell’Isola si sono risolti senza accordo, compreso l’ultimo, in ordine di tempo, nel 2017. Nel 2004 un referendum per la riunificazione fu approvato dalla comunità turco-cipriota e respinto da quella greco-cipriota poiché, invece che una riunificazione, avrebbe determinato una confederazione (quindi un riconoscimento della entità turco-cipriota autoproclamata) e non risolveva la questione determinante della presenza delle truppe turche.


La prima visita di Kyriakos Mitsotakis si è svolta a Cipro. Il 29 luglio nell’incontro con Nicos Anastasiades – Presidente della Repubblica di Cipro – il Primo ministro ellenico ha ribadito che la soluzione della questione cipriota è un traguardo prioritario della politica estera della Grecia e che quella Cipriota è una questione incentrata sulla invasione e sulla occupazione di una parte del territorio di Cipro, per cui è essenziale il completo ritiro delle truppe turche dall’Isola. Il Presidente Nicos Anastasiades ha ribadito la sua determinazione ad avviare un un dialogo con i turco-ciprioti, ricordando comunque che ci dovrebbe essere reciprocità da entrambi i lati. Mitsotakis in proposito ha detto che le provocazioni turche nella Zona economica esclusiva (Eez) dell’Isola non riguardano soltanto i diritti di sovranità di uno Stato della Unione Europea ma, nell’insieme, la politica energetica della UE e ha auspicato una Repubblica di Cipro riunita, libera e prospera, le cui ricchezze, compresa quella proveniente dalla estrazione degli idrocarburi, sia a beneficio del popolo cipriota e delle sue comunità. Nicos Anastasiades è Presidente di Cipro dal 2013 e il suo partito Disy (Raggruppamento Democratico) nel Parlamento Europeo è aderente al gruppo del Partito Popolare, come Nuova Democrazia. 

Mentre era in corso di svolgimento la visita di Stato a Cipro, il 30 luglio il Parlamento ellenico ha approvato con una ampia maggioranza un disegno di legge presentato dal governo per ridurre le tasse ai circa quattro milioni di proprietari immobiliari. La normativa prevede anche una rateizzazione (massimo 120 rate) per debiti fiscali di imprenditori e privati. Oltre al gruppo parlamentare di Nuova Democrazia, hanno votato a favore Syriza e Kinal. Tale provvedimento è stato considerato da Mitsotakis come esemplare delle caratteristiche identitarie dell’Esecutivo.



* Ninni Radicini è coautore del libro “La Grecia contemporanea (1974-2006)” e autore di vari articoli sulla Grecia. Ha pubblicato articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri.

 

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo