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Inchiesta

9 MARZO 1978, IL PROLOGO DELLA STRAGE DI USTICA?

 Forse quanto accaduto il 9 marzo 1978 può svelare molti misteri legati ad Ustica. Continueremo a seguire le tracce documentali legate a questi fatti. Perché ai passeggeri dell’ITIGI è dovuta la verità.

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Credit foto https://lapaginamancante.tgcom24.it/2020/04/29/strage-di-ustica-un-buco-nero-durato-40-anni/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La strage di Ustica, anche se sarebbe più corretto dire di Ponza, rimane una ferita aperta. Una pagina oscura della nostra storia. Il 27 giugno 1980 l’aereo DC9 ITAVIA I-TIGI IH870 precipita in mare. Il bilancio è di 81 vittime.

Tante ipotesi ma nessuna verità. Una collisione in volo, una bomba, un missile lanciato durante una battaglia aerea. Erano gli anni della guerra fredda e il Mar Tirreno era teatro di tensioni e confronti tra schieramenti avversi. Erano gli anni della moglie americana e dell’amante araba.

Abbiamo avuto modo di consultare un documento che potrebbe essere utile per ricostruire quanto accaduto nella notte di Ustica.

9 marzo 1978, ore 19.41. Il comandante Luciano Ascione pilota del volo ITAVIA IH 662 decollato da Ciampino e diretto a Treviso, contattata il centro di controllo di Milano. Riferisce che “a 75 miglia da Vicenza sulla nostra destra s’è acceso come un razzo verde, faccia conto quello che spara la torre per dire che si deve atterrare ma molto luminoso a circa un miglio sulla nostra destra”. Ascione specifica che non è un UFO. Il controllore di volo così risponde alla segnalazione “vi confermiamo che a 75 miglia da Vicenza a 260 non c’era nessun velivolo nel raggio di 40 miglia da voi ed eravate quindi veramente da solo dal punto di vista del T.A”. Ascione a questo punto dice una cosa estremamente interessante “Ora noi vi confermiamo quello che vi abbiamo detto, c’era soltanto il dubbio che potesse essere un post bruciatore perché aveva lo stesso tipo di intensità ma non essendoci aeroplani in giro non sappiamo di che si tratti…”.

Alla luce di quanto accaduto poi nel 1980 è una tremenda profezia la domanda ironica rivolta ad Ascione da un controllore di volo “Aho! T’hanno abbattuto?”.

La comunicazione radio sta per finire quando improvvisamente il controllore di volo interviene “Attenzione, attenzione, abbiamo un’altra notizia per voi c’è un Malta Airways su Ancona che adesso lo hanno visto loro”. Questa la risposta di Ascione “Allora guardate ve lo confermiamo perché io non lo volevo dire che se no uno passa per pazzo, ma io ho avuto l’impressione che facesse proprio una puntata su di noi e poi che avesse fatto una contro accostata. Non lo ho detto se no chi sentiva magari mi pigliava per matto”. Milano controllo risponde “No, no, la notizia è confermata adesso ci sono altri velivoli che nella zona di Ancona stanno confermando, bagliore verde chi a sette chi a 15 miglia da loro”.

Quindi Ascione vede un velivolo pilotato con una fiammata simile a quella di un post bruciatore che puntava il velivolo ITAVIA. Il radar, però, non riporta traffico aereo in zona. Esattamente come nella tragica notte di Ustica. Per triste coincidenza Luciano Ascione, il 27 giugno 1980, sale sul DC9 ITAVIA poco prima che partisse da Bologna per accompagnare una passeggera disabile. Per poi ridiscendere dopo pochi minuti.

La sera del 9 marzo 1978 anche velivoli militari confermano gli avvistamenti dei piloti civili. Alle 19.34 Potenza Picena “riferisce che la Mix 368 ha riportato un avvistamento di fenomeno luminoso (tipo razzo o bengala di colore verde) in oscillazione, salita e discesa nei suoi pressi come per intercettazione. La Mix 368 si trovava in località Monte Gargiano (Terni) a FL 110”. Ancora la Mix 368 “riporta a Potenza Picena di ritenere di essere stato fatto oggetto di intercettazione da parte di un razzo o bengala verde che sale e che scende vicino alla sua posizione in località Pizzo di Seve (15 NM Nord-Ovest Gran Sasso)”.

Nella sera del 9 marzo 1978 un velivolo pilotato, forse un caccia militare o un drone, effettuava manovre evasive e d’intercettazione in una zona compresa tra l’Adriatico e le zone montuose del Centro. Un dato importante perché, come ottimamente illustrato nel libro “Ustica la vera storia”, quella era una zona usata da velivoli provenienti da Paesi del Patto di Varsavia per penetrare nello spazio aereo italiano a causa della scarsa copertura radar. Era “terra di nessuno” usata da amici e nemici?

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Il 9 marzo 1978 diversi piloti avvistano un velivolo che però non compare sui radar. Perché? Troppo piccolo o forse sono state usate tecniche di guerra elettronica? Per la strage di Ustica molti hanno sostenuto che l’assenza di tracce radar intorno al DC9 Itavia smentiva l’ipotesi di battaglia aerea. Nella serata del 27 giugno 1980 appare una strana traccia radar, associata ad un pallone sonda. Già negli anni 70 esistevano sofisticati apparati di guerra elettronica.

 Forse quanto accaduto il 9 marzo 1978 può svelare molti misteri legati ad Ustica. Continueremo a seguire le tracce documentali legate a questi fatti. Perché ai passeggeri dell’ITIGI è dovuta la verità.

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