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Cultura

La Regina Nefertiti

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di MARIA PACE

“E’ giunta la Bella”

Questo, il significato del suo nome. Che fosse bellissima lo testimoniano i numerosi manufatti, statue, busti e pitture, che la raffigurano. Uno, in particolare, un busto, considerato un capolavoro dell’antichità, trovato nel laboratorio dello scultore Thotmosis, nella città di Akhetaton. Egli seppe imprimere nella pietra tutto il fascino di questa donna dalla bellezza e dalla grazia incomparabili, dall’atteggiamento carico di spiritualità e di luce interiore, capace di toccare i cuori ancora dopo millenni. E’ esposto al Museo di Berlino ed è una piccola scultura alta cinquanta centimetri circa. Questo capolavoro, in realtà è soltanto un modello incompiuto, lasciato a metà dall’artigiano quando partì per Tebe. Un secondo, straordinario ritratto è conservato al Museo del Cairo ed ha le pupille non incastonate. Non c’è alcuna iscrizione che permette di identificarla in quei due ritratti, ma gli storici sono concordi nel riconoscervi la regina Nefertiti: la delicatezza del collo, la purezza delle linee della volto, la serenità dell’espressione.


Molti i titoli che le vennero riconosciuti: “Signora della felicità” “Signora dal viso luminoso.” Dice di lei il testo di una stele-cippo della città di Aton “Gioiosamente ornata della doppia piuma, dotata di tutte le virtù, dama piena di grazia, grande nell’amore, i cui sentimenti fanno la felicità del signore dei Due Paesi.”

Ma chi era Nefertiti? Forse era figlia di Amenhotep III e della regina Tuya, ma non esiste alcun indizio che confermi questa ipotesi, dal momento che nessun testo rivela i nomi dei suoi genitori. C’è un’unica certezza: la nutrice di Nefertiti si chiamava Tuya, come la grande sposa reale di Amenhotep III ma anche come la moglie di Ay, Gran Visir. Controversa è anche la paternità: alcuni l’attribuiscono al faraone Amenopeth III, di cui Tuya era Grande Consorte Reale, altri (la maggioranza) indicano, invece, come padre Ay, ufficiale di Sua Maestà Amenopeth III, nominato in seguito Gran Visir e amante della Regina. Altrettanto misteriosa fu la sua morte, avvenuta intorno all’anno dodicesimo di regno di Amenppeth IV, meglio conosciuto con il nome di Akhenaton. ln virtù del suo nome, che , come si è detto significa La bella é arrivata, alcuni egittologi supposero che la regina Nefertiti fosse di origine straniera, arrivata, forse, dal paese dei Mitanni. Dissero che aveva quindici anni quando giunse a corte per sposare il Faraone d’Egitto, Amenopeth III e ne aveva diciassette quando sposò il figlio di lui, il principe Amenopeth IV . Non è così. Il suo nome è tipicamente egizio e fa riferimento, piuttosto alla sua funzione divina. Nefertiti, infatti, amatissima dal popolo, fu divinizzata in vita e spesso rappresentata come una Dea. Il nome da lei assunto, Nefer-neferu-Aton , Aton è raggiante di splendore poichè la bellissima è arrivata” fa riferimento alla Teologia Memfitica.

Questa bellissima è la Dea Tefnut che nella Regina si è incarnata. Tefnut, Signora dell’Umidità, era una Dea Cosmica Eliopolitana che, dopo essersi allontanata dal Ra-Creatore, era partita per il deserto della Nubia, condannando il Paese alla siccità ed alla desolazione. Grazie all’intervento degli Dei, in particolare di Thot e di Shu, Signore dell’Aria e suo Consorte Divino, la Dea era tornata in Egitto riportando prosperità e serenità. Nefertiti era l’incarnazione di questa Dea ritornata all’Egitto e che, attraverso il suo amore verso il Faraone, elargiva benessere al popolo.. Era questo il ruolo fondamentale di tutte le regine d’Egitto. Nel grande tempio di Aton, infatti, furono innalzate statue di Nefertiti come ad una Dea. Era a lei, infatti, che il popolo si rivolgeva, piuttosto che al Sovrano, completamente catturato dal suo fervore religioso; appare chiaro che Nefertiti aveva assunto un’importanza mai raggiunta prima da una Regina. Nefertiti ebbe sei figlie. Tutte femmine.

Questa Regina è passata alla storia soprattutto per la straordinaria bellezza, tale da offuscarne perfino la personalità, che invece era assai forte. La vediamo, infatti, ritratta mentre riceve i suoi sudditi oppure fa doni affacciata al balcone o ancora mentre fa offerte al dio Aton ed addirittura mentre sfreccia sul suo carro da guerra o colpisce un nemico.

Sensibile, spirituale, di temperamento mistico, fu lei che influenzò il marito, il quale aderì al culto di Aton, ossia del Dio-Uno, raffigurato dal disco solare radiante. Già prima dello scisma religioso operato dal Faraone nei confronti di Ammon, il Dio di Tebe, Nefertiti praticava il culto solare di Elaiopoli e fu pronta a sostenere il colpo di Stato del marito contro il potentissimo clero tebano e con lui e con la corte si trasferì in pompa magna ad Akhetaton, la nuova capitale, partecipando a tutte le Cerimonie al fianco dello sposo. Chiamò i migliori artisti da tutto il regno e impose loro il rinnovamento dell’arte, rompendo con la tradizione millenaria.

Dotata di grande temperamento, intelligenza e di notevoli capacità politiche e diplomatiche, finì per sopperire alle carenze governative del marito , ma non si limitò a ricoprire il ruolo di Grande Consorte Reale, ma esercitò di fatto il potere, influenzando la guida politica del Paese.

Forte e di carattere, al contrario del marito che cedendo alla pressione di alcuni cortigiani tornò a Tebe, Nefertiti preferì non seguirlo e restò ad Akhetaton a curare l’educazione del futuro Thut ankAmmon, il figlio che Akhenaton aveva avuto da un’altra Regina e che aveva dato in sposo alla sua terzogenita, Anksenammon. Nefertiti visse gli ultimi anni della sua vita in uno dei tanti palazzi della città che intanto, pian piano, si stava spopolando. Tutti i cortigiani, l’uno dopo l’altro, erano tornati a Tebe, facendo di Alkhetaton una città fantasma.. A corte, a Tebe, la Regina era stata sostituita dalla principessa Bakhetaton, sua secondogenita, che era stata fatta sposare al principe Mekhare, correggente del Faraone.

Rimasta praticamente sola con pochi fedelissimi, la Regina cominciò a trovarsi in difficoltà; osteggiata da tutti, perfino dalla propria famiglia, finì la sua vita in solitudine. Dopo la sua morte la città venne rasa al suolo affinché non restasse traccia dell’odiato Aton e il nome della Regina venne cancellato da tutti i cartigli reali. Triste fine per una donna di così grande ingegno e bellezza.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo