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Cultura

Ersilia, sposa di Romolo (prima parte)

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di MARIA PACE

“Talasio! Talasio!”

Era l’accorato e gioioso canto del corteo nuziale che accompagnava la sposa, nell’Antica Roma, a casa dello sposo. La rievocazione di un episodio accaduto durante il leggendario episodio del Ratto delle Sabine, che divenne  parte integrante del rituale durante  le  cerimonie di nozze, Talasio era un giovane e nobile guerriero romano che eccelleva in tutto… proprio in tutto e i suoi servi, in quella speciale occasione, vollero per lui una fanciulla che fosse straordinaria al pari di lui, in bellezza e nobiltà e così scelsero la più bella fra le donne rapite e la portarono lontano affinché nessuno  ponesse gli occhi su di lei. Poiché in molti chiedevano da chi stessero portando la fanciulla, quelli  gridavano: “Talasius!”  “Talasius”

In ricordo di quel rapimento, il grido accompagnò da allora ogni cerimonia nuziale a venire.


Di quella fanciulla non si conosce nemmeno il nome  e forse non era nemmeno la più bella del gruppo di ragazze rapite. Di certo la più nobile e bella era un’altra ragazza. Era nobile e bella e di lei si innamorò subito il gran capo, ossia Romolo.. ma vediamo come andò la cosa…sin dal principio.

Roma era stata fondata da poco, ma, con il tempo, andava sempre più ingrandendosi, tanto, scrive Tito Livio,

“… da divenire così potente da poter rivaleggiare militarmente con qualunque popolo dei dintorni”

La maggior parte dei suoi abitanti erano giovani guerrieri e la città cresceva in potenza e grandezza, ma con un grosso problema: la mancanza di donne e con la reale prospettiva di non avere un futuro. Senza donne era impossibile creare delle famiglie e dei figli che ne perpetrassero la specie e, riferisce ancora Livio, su consiglio del Senato, Romolo inviò ambasciatori alle vicine popolazioni per stipulare Trattati di Alleanza che favorissero dei matrimoni.

La risposta fu negativa.

“All’ambasceria – riferisce ancora  Livio – non fu dato ascolto da parte di nessun popolo: da una parte provavano disprezzo, dall’altra temevano per loro stessi e per i loro successori, ché in mezzo a loro potesse crescere un simile potere.”

Di fronte a quel rifiuto, i giovani guerrieri romani ci rimasero davvero assai male e già pensavano di risolvere il problema alla solita maniera, ossia con atti di forza e qualche colpo di mano. Romolo, però, dissimulando ogni contrarietà, agì d’astuzia e mise in atto un’idea per nulla inedita, ma assai efficace: rapire, con qualche stratagemma, le donne delle vicine popolazioni sabine.

Correva il quarto anno di regno del novello Re di Roma e, il 21 del mese di agosto, Romolo istituì le Feste Consualia, in onore di Consu  il dio del raccolto, identificato con  Nettuno Equestre, protettore dei ca-valli.  Romolo organizzò una festa grandiosa, foglie e fiori e soprattutto cavalli ed asini adornati con ghirlande di rami intrecciati  ed invitò il vicino popolo dei Sabini con le loro donne.

Giunsero in molti, anzi, in moltissimi, attirati dal-l’atmosfera gioiosa e dalle corse di cavalli e incu-riositi ed ammirati dalla bellezza delle numerose costruzioni che la nuova città aveva edificato in così breve tempo.

Racconta  Tito Livio:

“Arrivarono Ceninensi, Antemnati, Crustomini. I Sa-bini, poi, vennero al completo, con tanto di figli e consorti. Invitati ospitalmente nelle case, dopo aver visto la posizione della città, le mura fortificate, la grande quantità di abitazioni, si meravigliarono della rapidità con cui Roma era cresciuta.”

Dovette essere una festa piena di trasporto ed allegria, ma, proprio quando ebbe raggiunto il culmine, ecco Romolo, il Re della nuova città, erigersi in tutta la sua possanza ed avvolgersi nel suo mantello rosso: era il segnale convenuto, quello,cioè di rapire le donne: donne giovani  e vergini,  poiché le intenzioni di quel tranello non erano di recar violenza alle giovani don-ne,  ma di  rapirle per farne delle spose.

Donne giovani e vergini!  Secondo alcune note furono meno di cento, secondo altre quasi seicento. Ed erano tutte vergini… Tutte, meno una. Una ragazza di nome Ersilia….

Non fu fatta violenza a nessuna di loro, così come Romolo aveva ordinato ai suoi giovani guerrieri.

Ma chi era questa Ersilia, destinata a diventare la prima Regina di Roma?

Intorno al suo nome nacquero diverse leggende. (continua)

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo