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Cultura

Michela Allegri autrice di Indaco Chiaro Notturno (Pav edizioni): “Credo che sia capitato a tutti almeno una volta nella vita di essersi sentito/a sostituito/a”

“Indaco chiaro notturno” Pav edizioni ha una trama tanto semplice quanto complessa. Il rapporto tra gli adolescenti e i genitori non è mai facile ma per la protagonista del libro non lo è per niente. Finale a sorpresa.

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Michela Allegri, indaco Chiaro notturno

a cura di Fabia Tonazzi

credit foto profilo Facebook

Michela Allegri è l’autrice del libro edito da Pav “Indaco Chiaro notturno” un libro davvero suggestivo, una sorta di romanzo epistolare che analizza le sfere più profonde dell’animo di un’adolescente di nome Aryah e di suo padre…Un libro carico di pathos. Oggi Michela ci racconta chi è la protagonista…

Michela, in un passo del libro Aryah, la protagonista allude ad un semaforo che per lei non è mai verde… Quando il semaforo è diventato verde, cosa succede?

Aryah è un”adolescente che ha sofferto molto…Per lei, il semaforo verde è il lasciapassare per avere una vita più facile, scorrevole, per andare avanti senza intoppi. Vivere invece col freno a mano tirato le comporta molti sforzi. Aryah cerca di non riversare sugli altri tutto l’affetto e l’amore di cui lei stessa in primis avrebbe bisogno. Lo tiene lì, nascosto dentro di lei. Allontana tutti per evitare di perdere ancora una volta, ciò che per lei è importante come in passato.

Quali sono “gli ideali” a cui si riferisce Aryah durante il romanzo?

Si riferisce a tutti gli ideali che, al momento, non riuscirebbe mai a perseguire: Aryah muore dalla voglia di costruirsi una famiglia sua, un porto sicuro in cui tornare ogni volta che ne sente il bisogno. Vorrebbe vivere un “amore-fortezza” in grado di farla sentire al sicuro. Crede in un amore puro che la accompagni per la vita, ma per paura si comporta come se tutto ciò non la sfiorasse minimamente.

Un passo molto suggestivo mi ha portato a volerti chiedere…Quante volte sei stata sostituita nella vita?

Credo che sia capitato a tutti almeno una volta nella vita di essersi sentito/a sostituito/a.

Crescendo, impariamo a capire che non tutte le persone che si avvicinano a noi hanno buone intenzioni nei nostri riguardi ma vogliono semplicemente assorbire la nostra energia e ciò che siamo. Spesso sono persone che si sentono “vuote”. Ci sono quei periodi nella nostra vita in cui non abbiamo la consapevolezza per capire che possiamo reagire, sempre e comunque. E’ importante usare questa consapevolezza per capire che siamo noi i protagonisti della nostra vita. Siamo davvero disposti ad accettare determinate assenze, mancanze?

Michela, secondo te qual’è la parte più vera della protagonista?

La parte più vera di Aryah è ciò che ha deciso di non mostrare più a nessuno ed è intatta solo nei suoi ricordi, in ciò che è stata, racchiusa in quei momenti in cui la madre ad esempio la coccolava facendole una treccia. È la sua vulnerabilità che ha deciso di soffocare, senza accorgersi che invece è ciò che si nota di più in lei.

Nel libro parli “delle ragazze che vengono gridate al mondo” e di come la protagonista non è mai stata una di loro…Chi sono queste ragazze?

Secondo me (e descrivendo lo stato d’animo di Aryah in quel momento) le ragazze che vengono gridate al mondo sono quelle sicure di sé, senza scrupoli, esteticamente bellissime e che rispecchiano i canoni estetici che la società cerca. Sono tutte quelle che lei in quel momento non riesce ad essere e non pensa di essere: in realtà è bellissima ma non riesce a vedersi tale. Per me non esiste una tipologia di ragazza che viene gridata al mondo: semplicemente perché penso che ci siano persone ed individualità differenti che vengono rese ancora più belle in primis da sé stesse e come seconda cosa dalla persona che le ama.