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Cultura

ANDREA COLASUONNO CI RACCONTA “CHE LA SERA CI COLGA LOTTANDO”, È L’ OMAGGIO AL POLITICO PUGLIESE, GUGLIELMO MINERVINI 

Andrea Colasuonno giornalista pugliese, ci racconta il suo libro “Che la sera ci colga lottando” edito da Mesogea con la prefazione di Alex Zanotelli.

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di Maria del Rosso

È l’ omaggio al grande protagonista della stagione politica della primavera pugliese, Guglielmo Minervini.

L’ incontro con il vescovo don Tonino Bello, l’ impegno per il servizio civile e per la comunità in qualità di sindaco, la Casa per la Pace e la Casa editrice La Meridiana, la dedizione per i giovani con “Bollenti spiriti” segnando e cambiando  una terra del Sud con uno sguardo attento ai giovani e ai loro sogni rendendoli partecipi del proprio futuro.

Guglielmo è stato il pioniere del cambiamento della Puglia in qualità di assessore regionale negli anni del governo di Nichi Vendola, la malattia e la forza di non smettere di far politica nonostante il dolore, i suoi semi che germogliano giorno dopo giorno.

È un libro che ci fa riflettere sul significato di far politica, essere al servizio dei cittadini e delle esigenze del territorio perché al Sud ci si può riscattare dal triste destino che ci raccontano e ci fanno credere di non poter cambiare.

Invece, si può fare con la forza delle proprie idee.

E come afferma Guglielmo Minervini: “La politica comincia quando riesci a rielaborare la tua rabbia in modo che diventi energia positiva”. 

 “Che la sera ci colga lottando” è il libro ispirato al politico pugliese, Guglielmo Minervini. Perché hai voluto fortemente scrivere un libro su di lui?

“Perché mi sono accorto che mancava un libro che spiegasse ciò che Minervini ha fatto nella sua vita e ciò che ha pensato, che riuscisse a tenere insieme tutto e a mostrare i rimandi fra attivismo ed elaborazione teorica. Cioè a un certo punto mi sono chiesto: se voglio far conoscere Minervini a un non pugliese, a uno che non sa niente dell’uomo e del contesto storico e sociale in cui ha vissuto, che strumenti ho? La risposta è che non c’erano strumenti, quindi ho pensato di crearne uno io.”  

 Tre aggettivi per descrivere il libro.

“Rigoroso, essenziale, fecondo (spero)”. 

 Quanto sia importante far conoscere l’uomo, il politico, l’ insegnante, Guglielmo Minervini alle nuove generazioni e la sua politica di servizio nel periodo storico nel quale viviamo, segnato da venti di guerra che minacciano l’ Occidente e la Pace tra i popoli?

“Secondo me è importante far conoscere Minervini oltre che alle nuove generazioni, più che altro fuori dalla Puglia. Si tende a considerare quella di Minervini un storia locale, ma non lo è. Minervini è stato l’ideatore di un metodo di governo, quello della politica generativa, un metodo che in quanto tale può essere studiato e replicato altrove e la scommessa del libro è proprio far sì che ciò accada.”

Nel libro è citato più volte il vescovo don Tonino Bello, è stato uno dei punti di riferimento di Guglielmo. Al riguardo, c’è un aneddoto che vorresti raccontarci di quanto don Tonino ha inciso nella formazione di Guglielmo Minervini?

Nel libro c’è il racconto del primo incontro fra don Tonino e Guglielmo Minervini, un incontro che dice molto dei personaggi in questione e di quello che sarebbe accaduto mettendoli insieme. In quell’incontro Minervini aveva 19 anni e don Tonino era appena arrivato a Molfetta per fare il vescovo. Il primo chiese al secondo di aiutarlo a trovare una stanza da usare come base per le attività del suo progetto di servizio civile. Andarono alla ricerca di quella stanza quel pomeriggio stesso. La trovarono. Nacque così Casa per la Pace, e da lì tutto il resto.”  

Cosa manca in Puglia della politica di Guglielmo?

“Sicuramente manca l’attitudine alla sperimentazione. Tutte le sue esperienze politiche, Minervini, le ha vissute così: osando, sperimentando, cercando soluzioni concrete ma tenendo uno sguardo ben fermo verso un orizzonte utopico. L’impressione invece è oggi si tenda al massimo ad amministrare. Ecco, quella spinta vitale applicata alla politica è ciò che manca di più.”  

Guglielmo è ricordato per aver contribuito alla primavera pugliese con il progetto di successo  “Bollenti spiriti” e tanti altri mediante la sua politica attenta ai giovani. L’ ondata di rinnovamento e di progresso, ha portato la Puglia ad essere la terra più conosciuta e più amata del mondo. Di recente, molti giovani pugliesi avvertono la nostalgia di quegli anni. Di cosa la Puglia oggi necessita?

“Ecco, tra le altre cose, questo libro, mi ha dato la possibilità di guardare a tutta quella stagione che è stata la ‘primavera pugliese’ da un punto di vista privilegiato. Il punto di vista di chi è stato seme di quella avventura, poi frutto, e adesso potrebbe esserne spora. In quel periodo la Puglia si liberò del suo atavico provincialismo, del suo essere irrimediabilmente ‘periferia’, per iniziare a pensarsi in quanto ‘centro’. Quella autonomia del pensiero, e del pensarsi, è ciò di cui tutt’oggi si avrebbe un gran bisogno.”  

Concludiamo l’ intervista con una citazione di Guglielmo che ti sta maggiormente  a cuore.

“Mi sta a cuore la frase ‘se si può fare, allora si deve fare’. Lui la scrisse nel resoconto di uno dei suoi incontri fatti nel foggiano per riuscire a risolvere il problema dei ghetti dei migranti e del caporalato. Degli incontri difficilissimi e massacranti, in cui quanto a risultati portava a casa pochissimo, e che pure continuava a fare poiché li riteneva giusti. È una frase che mi motiva molto e che spesso anch’io mi ripeto.”

©Riproduzione riservata

Maria del Rosso

In foto Guglielmo Minervini

Classe '91, sono nata in Puglia. Coltivo da molti anni la mia passione per la scrittura, ho collaborato con diverse testate giornalistiche e partecipo agli eventi di poesia. Per me la scrittura è vita, è sogno, è amore, è linfa vitale. E come afferma Luca Doveri : "La scrittura apre le finestre che si affacciano sull' anima del lettore".