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“Il mondo dell’arte e della cultura si ferma”, ci racconta l’attore Francesco Tammacco

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di MARIA DEL ROSSO

L’attore Francesco Tammacco ci racconta il fermo del settore culturale per l’emergenza del Coronavirus e ci suggerisce alcuni consigli per affrontare il tempo in casa.


È autore, regista, operatore culturale, attore della Compagnia teatrale “Il Carro dei Comici” a Molfetta in Puglia. Francesco è uno degli artisti di punta del territorio che con passione, studio, talento e determinazione da sempre si impegna per promuovere l’arte e  la cultura mediante il teatro nella sua amata terra per poi diffonderla oltre i confini pugliesi con

l’obiettivo di avvicinare più gente possibile e  le nuove generazioni alla  conoscenza della bellezza.

Francesco, è il tempo in cui il mondo della cultura e dell’ arte si è fermato per        l’ emergenza coronavirus. Al riguardo, in qualità di artista i cittadini come possono sostenere e supportare il settore culturale non frequentando teatri, cinema, corsi, norma prevista dal decreto del governo per evitare di diffondere i contagi del virus?

“Il contagio del Coronavis è un flagello che si batte inusitato su un settore, quello culturale, fragilissimo. Immaginare lezioni di teatro, a meno che non si tratti di quelle relative alla dizione e fonetica, mi sembra davvero complesso. Poco anche si può fare per lo spettacolo dal vivo. Dal vivo, appunto; noi siamo gli artisti che si esibiscono dal vivo! A meno che dunque non si lasci spazio ad attività culturali estemporanee che non lascino del tutto in silenzio la fruizione dell’arte, direi che si deve solo aspettare.

Tanto invece può fare la Politica con le strategia di politica culturale. Ammettere più progetti ai finanziamenti Regionali e ministeriali ad esempio, insufflare energie economiche per far ripartire il settore, sgravare le compagnie di balzelli spesso inutili, aiutarci nel pagamento degli affitti delle nostre sedi che per diversi mesi saranno improduttive… questo sì che potrebbe esserci utile!”

In queste settimane gli studenti sono costretti a restare in casa. Quale consiglio vorresti suggerire per impiegare il tempo e trasformare un momento buio, privo di relazioni umane in un’ esperienza catartica e costruttiva?

“Questa parentesi (spero quanto più breve possibile) ha alcuni risvolti positivi. E ha più lezioni da offrirci.

Prima lezione:  c’insegna una grande lezione. Noi non siamo invincibili. Noi non possiamo tutto. La Natura ci sovrasta. Sempre! Abbiamo fatto passeggiate stellari, tanto dobbiamo ancora conoscere. Tanto dobbiamo ancora scoprire. Seconda lezione: In più di un mese il cielo della Cina si è liberato dai gas tossici che generalmente ammorbano i nasi e i polmoni dei nostri fratelli orientali. Terza lezione: C’insegna quanto un microbo possa farci sentire impotenti, e proprio perchè fortemente interconnessi , TUTTI fragili . Tutti, nessuno escluso. Quarta lezione: C’insegna quanto la libertà di movimento e di relazione interumana siano un VALORE ASSOLUTO”.

Tiziano Terzani  affermava che “Il rispetto nasce dalla conoscenza, e la conoscenza richiede impegno, investimento, sforzo”. Oggi più che mai il nostro Paese  e i giovani devono rispettarsi e imparare a tutelare il bene comune, mettendo da parte l’ egoismo.

Quanto quest’ esperienza possa insegnarci ad uscire dal nostro “io” e iniziare  ad apprezzare le cose semplici della vita come un abbraccio, un bacio, una chiacchiera al bar?

“I ragazzi,sì, è vero,  loro giocano un’importante partita nella lotta al Coronavirus, proprio perchè sono, in parte giustamente, i più espansivi e i meno proclivi alle restrizioni; direi di approfittare di questa quarantena per dare spazio al PENSIERO ed al PENSARE.

Direi loro di esercitarsi anche alla Noia; sì, annoiarsi.

Di alimentare il pensiero con buone letture, ascoltando buona musica, guardando bei film.

A differenza delle generazioni più sfortunate che ci hanno preceduto nei momenti più bui della storia d’Italia,  noi possiamo con un clik accedere alle COSE BELLE ed a quelle BUONE. Allora, facciamolo!  Scriviamo! Sarebbe molto interessante riaprire i diari segreti.

Descriviamo le nostre paure, le nostre speranze. Un tracciato della paura che è fatto da un prima, un durante, un poi. Queste cronache saranno un giorno rilette e magari dentro queste cronache mettiamoci quella forte parte di noi che vibrando echeggerà in Musica.

Scrivere un diario è diverso che scrivere messaggi wathsapp o videare. E’ senz’altro un esercizio molto più intimo e per questo molto più utile.

Questa pandemia ci ostacola nell’esercizio più umano che l’essere abbia, nella propria manifestazione affettiva. E’ terribile per questo oltre che naturalmente per i suoi effetti letali. Dunque riscoprire nell’astinenza affettiva e sentimentale il valore che un abbraccio, un sorriso, un sussurro possono avere deve essere per noi tutti oltre che un forte richiamo alla pratica anche una riscoperta filosofica di tutti i segni dell’umanità e richiamando  don tonino Bello, del potere dei segni.”

Un messaggio che vorresti lanciare al tuo pubblico in un periodo difficile per il nostro Paese?

“Noi artisti abbiamo scelto la precarietà. Siamo funamboli pronti a cadere, e lottiamo per rialzarci. Il nostro settore è piegato dal pandemico coronavirus. Ricordatevene per favore quando tutto quest’incubo sarà finito. Frequentate il teatro, il cinema, alimentatevi di Bellezza. Non sarà mai tempo sprecato.”

La foto è del web.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo