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Teatro e cinema dopo Covid 19: Nuove prospettive

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di SARA LAURICELLA

Teatro e Cinema, insieme alla danza ed alla musica live sono i talloni d’Achille della nuove prospettive dell’arte.

Tutte attività che presuppongono il contatto o, quantomeno, la vicinanza  tra gli artisti ed i team di realizzazione. Tante le domande che ci si pongono in questo momento storico così unico e delicato ma una tra tutte è la trade union: come si farà dopo? Partiamo dalla notizia positiva: nel passare del tempo si arriverà all’immunità di gregge visto che aumenterà il numero delle persone “contagiate” e guarite che diventeranno immuni quindi, di conseguenza, liberi dall’incubo Covid19. Ma prima che possa accadere tutto ciò ci sarà un periodo, presumibilmente abbastanza lungo, in cui i rapporti interpersonali dovranno essere a relativa distanza e monitorati. Come si farà un ballo di coppia, come ballerà una crew, come si girerà la scena di un bacio, come canterà un cantante e come suonerà una band, in teatro potremo vedere solo monologhi? Potremo regolamentare l’accesso del pubblico ma la rappresentazione? I palchi dovranno essere più  ampi e meno “ingombrati” dagli artisti. Ma il cinema? Il dubbio amletico mi è stato posto dalla regista e sceneggiatrice Lilian Eritrei durante una delle nostre telefonate. Motivo di riflessione che è subito scattate. Le soluzioni, o meglio le imposizioni, sono gravi per un’arte che deve rappresentare la vita reale fatta di rapporti e vicinanze. Nel trasporre in pellicola la nuova realtà interpersonale forse non ci saranno problemi in quanto dovremo tutti e nella vita di tutti i giorni rispettare delle nuove regole, ma nel girare su sceneggiature ambientate fino a prima del Covid19 (quindi anche i film storici) si dovranno trovare nuove formule.  Il cinema è fatto di tante cose: inquadrature da vicino, audio, trucco e parrucco, passaggi continui di oggetti e materiali per girare, utilizzo e riutilizzo di oggetti scenici anche da personaggi diversi in scene diverse. Dovremo arrivare a fare anche il cinema in maniera virtuale? Beh l’ultimo Il Re Leone ne è già un prestigioso esempio, ma è veramente questa la strada che tutti vorremmo percorrere? Domande a cui dovremo necessariamente e concretamente darci una risposta a breve. Il mondo stà già per riprendersi  dal Covid19 ma rimarranno i suoi strascichi da gestire. Riporto il post della regista Liliana Eritrei in cui, con amaro umorismo ci propone un “dubbioso” dialogo:

“Dialoghetto in quarantena:

No ma che dici? Il Teatro non morirà, fidati. Basterà solo recitare alla giusta distanza, non ansimare troppo e sarà un bene a prescindere, o non respirare a bocca aperta, eliminare i letti e i divani, taglieremo baci e abbracci e strette di mano ma… si può fare. Pensa a uno Strindberg asettico come ai tempi dell’Avanguardia!

-Ok. E il Cinema, come farà? Non si faranno più film?

No ma che dici, il cinema racconta storie, e per farlo servono personaggi mica le persone vere.
-Eh?
Fidati. Ormai siamo al post organico, capisci? Un corpo senza organi, un corpo tecnologico. Le performance capture…

-Le che?

Niente… Vado a girare il sugo”.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo