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Luce ‘na Stella: è il viaggio musicale de “I Soballera” ispirato a Domenico Notarangelo

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di MARIA DEL ROSSO

“Luce ‘na stella” di Radici Music Records è il nuovo album de “I Soballera”, uno dei gruppi più conosciuti della musica folk. I Soballera è una delle band che si sta affermando sempre più nella musica popolare ottenendo consensi e riconoscimenti dal pubblico come il premio nazionale Ucci Folkontest dell’VIII edizione de Li Ucci Festival di Cutrofiano.


I musicisti propongono la musica tradizionale mediante gli strumenti caratteristici della musica popolare come la voce, la fisarmonica, la chitarra battente, la zampogna e il tamburello.

Il repertorio musicale è caratterizzato da tarantelle, tammurriate, canti d’ amore e di fatica, brani inediti e di resistenza dei nostri giorni come “Pizzica Avvelenata”, canzone in difesa della propria terra, scritta qualche mese prima del referendum “No Triv”.

Il gruppo si forma a Bari e si è esibito dal vivo in occasione di feste, sagre, festival e manifestazioni di strada.

Il termine Soballera deriva dal dialetto ostunese che significa “Sopra all’ aia”, è il simbolo della vera vita del mondo contadino, intriso di feste, incontri, momenti di socializzazione all’ insegna del buon calice di vino e della musica.

La carriera artistica de “I Soballera” si afferma con l’album d’ esordio “Avast”, pubblicato nel 2017, è il viaggio musicale di andata e ritorno tra la Puglia rurale e la Lucania ancestrale.

Lo studio e la ricerca dei suoni, delle parole e delle immagini continua nel secondo album “Luce ‘na Stella” attraverso il quale gli artisti omaggiano un grande uomo del Sud Italia, Domenico Notarangelo, chiamato dai suoi amici Mimì.

È poco conosciuto come fotografo a livello nazionale ma ha lasciato un immenso patrimonio culturale caratterizzato da un archivio di 100 mila scatti e molti libri.

Il suo talento è di aver saputo raccontare e descrivere mediante l’arte fotografica la bellezza della Lucania, il suo popolo e le sue tradizioni. Contadini, feste, funerali, manifestazioni e di protesta, scene di vita quotidiana nei quartieri antichi, simbolo di un Sud che non finisce mai di vivere e di emozionare.

Nei  lavori di Notarangelo è  raccontata Matera e la sua povertà, la sua emancipazione e il suo riscatto,  l’ etichetta di “Vergogna nazionale”,  prima che la città conoscesse la sua primavera, prima di divenire  Capitale Europea della Cultura 2019.

È di Mimì la famosa foto di Enrique Irazoqui e Pasolini sul set de “Il Vangelo Secondo Matteo”, durante le riprese nei Sassi nel 1964.

Domenico è stato fotografo e corrispondente a Matera per l’Unità, da sempre innamorato della sua terra che non ha mai smesso di scattare, di documentare e di descrivere nei libri anche quando è diventato Segretario di Federazione del PCI a Matera.

Notarangelo ha prodotto un’intensa raccolta fotografica e come dirigente politico ha contribuito a far eleggere ad Aliano, la prima donna sindaco del Meridione, Maria Ippolita Santomassimo.

La storia artistica e politica di Mimì è stata narrata dal docu-film, “Notarangelo ladro di anime” per la regia di David Grieco, progetto nato dalla collaborazione con i figli di Notarangelo, Toni e Peppe.

Nel documentario si racconta di un uomo del Sud, rivoluzionario e coraggioso che ha voluto immortalare attraverso la fotografia le condizioni di vita di un popolo, secondo Mimì non dovevano essere dimenticate con la scomparsa della civiltà contadina.

Le immagini di Domenico Notarangelo sono accompagnate da dodici brani, caratterizzati da composizioni originali e riletture tradizionali che trattano i canti antichi della Lucania.

Uno dei brani che racchiude la poesia e l’ incanto della Lucania che è divenuta la colonna sonora del film è “Luce ‘na Stella”, presentato in anteprima mondiale alla decima edizione del BIF&ST a Bari e alla Casa del Cinema di Roma.

Testo e musica del brano sono affidati a S. Simonetti.

“Luce ‘na Stella”  nasce dall’ incontro attraverso l’ arte fotografica di Domenico Notarangelo, i figli Toni e Peppe e il regista David Grieco.

E come afferma Vinicius de Moraes : “La vita, amico, è l’ arte dell’ incontro”, citazione attraverso la quale la musica de “I Soballera”  si ispira da sempre.

L’ album si apre con “Canta a Mascise” ovvero canto a maggese che riguarda il  riposo del campo in cui non si semina e la terra produce una vegetazione spontanea.

In questo tempo di rinascita i contadini trovano nuova linfa vitale  per  la propria mente e per il proprio corpo mediante la parola e  il canto antico del popolo  che rappresentano momenti di spensieratezza, di bellezza e di cura dalle  fatiche del lavoro.

A seguire ballate romantiche e d’ amore come “È bella”, “Damme ‘o tiemp”, è dedicata a chi è costretto a lasciare il proprio paese, il proprio amore per cercare fortuna. Il testo è di S. De Dominicis e la musica è affidata a Gianni Gelao e a S. De Dominicis.

“Damme o’ tiemp ‘e turnà o paise, Damme ‘o tiemp ‘e penzà all’ ammore, Aggia perzo ‘o sole rind ‘o core, Aggia perza la mia libertà”.

“Luce ‘ na Stella” è impreziosito dai suoni e dalle composizioni del polistrumentista, Gianni Gelao come si nota in “Bradano”, “Vòtana”, “Facies Christi”, il brano attraverso cui i Soballera hanno riconosciuto idealmente il volto di Gesù Cristo nello sguardo del proletario, del contadino, l’uomo rivoluzionario che ha portato nel mondo il messaggio straordinario  di fratellanza e di unione tra i popoli considerando gli ultimi, i poveri, gli indifesi, i veri portatori di speranza.

Perla dell’album è “Lu Nigghje”, è il gioco cantato della mietitura con l’elaborazione a cura di Gianni Gelao, è un viaggio tra le storie e la cultura contadina, fatta di antiche tradizioni, parole e suoni che appartengono ad un Sud che da sempre affascina molti intellettuali come Ernesto de Martino.

Il progetto discografico è contraddistinto per le tematiche politiche come il canto appassionato “Sonata a Togliatti”, composto da tre parti.

La prima parte è ispirata a Piano sonata n.2, op. 35, “Funeral March” di F.Chopin.

Il testo è a cura di S. Simonetti, la musica è affidata a S.Simonetti-G.E.Gelao e S. De Dominicis.

La prima parte è incentrata sulla marcia funebre, la seconda è scandita dal suono del tamburo mediante la tammurriata a Togliatti ed infine la terza parte, è la sonata per il raduno del gregge (O’ popolo s’è perzo).

“Luce ’na Stella” si conclude con un brano che simboleggia la resistenza e la lotta per tutelare la dignità delle terre del Sud Italia liberandosi dalla corruzione, dalla povertà e dalla malavita che hanno  portato molte generazioni ad emigrare in terre straniere per cercare lavoro e la sognante terra promessa, lontani dai loro affetti e dall’ amato paese per giungere in una fredda Germania.

“E Lu Mnestre Colombe”, testo e musica di Giuseppe Miriello, poeta popolare di Matera e militante del partito comunista.

È un brano di ribellione nei confronti di Emilio Colombo, ministro democristiano, eletto in Basilicata, considerato il responsabile dell’emigrazione dei tanti disoccupati meridionali in cerca di lavoro.

Nel testo c’ è l’ invito del poeta ai cittadini ad essere attenti ai politici corrotti e ci insegna che solo attraverso l’ istruzione, imparando a leggere e a scrivere ci si può difendere dai cattivi amministratori, la cultura è l’ antidoto alla schiavitù dei padroni.

“Stèteve attente e voi la popolazione, ‘mparateve a legge e scrive pe’ difèndeve dai patrone”.

Il canto riporta alla famosa questione meridionale di cui molti artisti e scrittori del Sud Italia hanno affrontato come la scrittrice salentina, Rina Durante in “La quistione meridionale”, riproposto dal Canzoniere Grecanico Salentino in “Focu d’ amore”.

Il riscatto delle terre del Mezzogiorno come dimostrano i Soballera può avvenire mediante il valore della cultura e della sua Storia, dei suoni antichi che si rinnovano nella modernità.

“Luce na’ Stella” è un faro che illumina la nostra mente e la libera dai pregiudizi per condurci in un tempo lontano ma così vicino, vissuto dai nostri cari nonni, che racconta  la fatica e la vita, il sogno e la speranza.

All’ album hanno collaborato Stefano De Dominicis, voce, chitarra battente e castagnette, Francesco Savino, voce e tamburi a cornice, Salvatore Simonetti, chitarra classica, chitarra battente e putipù, Giuseppe Volpe, fisarmonica, Giovanni Emanuele Gelao, flauti dolci e traverso, low whistle, flauto armonico, dvoianka, bifara, zampogna a chiave, zampogna a paru, chalomeau, clarinetto, bouzuki irlandese, chitarra acustica, sampling e midi instruments.

Arrangiamenti, riprese, missaggio e produzione artistica sono affidati  a Giovanni Emanuele Gelao, mastering è a cura di Mirko Patella, progetto grafico è  di Patrizia Ricco e foto di Domenico Notarangelo.

Amori, sacrifici, partenze, lavoro sono le tematiche che dominano  l’album in cui i musicisti  descrivono mediante la musica, le parole, le foto di Mimì, la storia del Meridione d’ Italia e le sue lotte con umiltà e professionalità, con la consapevolezza che senza memoria non c’ è futuro.

Il merito de “I Soballera” è di aver saputo ricreare nella contemporaneità i momenti salienti della vita contadina attraverso la scrittura, l’immagine, il canto e il suono che costituiscono l’arte essenziale di un tempo passato che guardiamo oggi  con un pizzico di nostalgia e di rispetto a quel mondo umile, intriso di poesia e di amore per la vita.

Nell’ album gli artisti propongono al pubblico i canti popolari restando fedeli alla  tradizione che  delinea la nostra identità culturale e la nostra appartenenza ad una comunità    mediante l’ arte e la cultura riconoscendo dignità ad un pezzo d’ Italia come il Mezzogiorno, da sempre umiliato e denigrato.

E forse solo oggi il Sud può essere ammirato e amato con uno sguardo nuovo, con gli stessi occhi che Domenico Notarangelo ha colto la bellezza di Matera nella sua umiltà, nella semplicità della vita contadina e nella sua musica di resistenza, di lotta e di coraggio.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo