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Musica & Spettacolo

“Lunga vita al Re!”

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di VINCENZA D’ONGHIA

Standing ovation per Plácido Domingo alla Scala


Quasi venti minuti di applausi ed acclamazioni, in piedi, nel teatro che emoziona forse più di ogni altro, al solo pensiero che gran parte della Storia del Melodramma si è fatta lì, che i suoi ambienti sono stati vissuti e percorsi dai compositori che hanno regalato l’Opera all’umanità ai tempi del suo massimo splendore. Il protagonista dell’interminabile omaggio, ricambiato con un’appassionata e struggente interpretazione a cappella della romanza No puede ser dalla zarzuela La Taberna del Puerto di Pablo Sorozabal, non ha bisogno di presentazioni, tanto la sua personalità si identifica con l’essenza stessa dell’Opera: Plácido Domingo.

Domenica 15 Dicembre 2019 si è infatti tenuto, al Teatro alla Scala, il Concerto di Gala per celebrare i 50 anni dal debutto nel tempio meneghino della lirica dell’artista spagnolo, nato a Madrid il 21 Gennaio 1941. Da quel lontano 7 Dicembre 1969 in cui debuttò nell’Ernani di Verdi al fianco di Raina Kabaivanska, Piero Cappuccilli, Nikoai Ghiaurov e con la direzione del leggendario pupillo di Toscanini, Antonino Votto, Domingo ha calcato il palcoscenico scaligero interpretando oltre 20 ruoli, tra cui Otello, Siegmund, Calaf, Don Carlo, Parsifal, Samson, Simon Boccanegra e Francesco Foscari, e in veste di direttore d’orchestra, ed è attesissimo per il prossimo autunno nelle vesti di Germont diretto da Zubin Metha, indimenticabile “bacchetta” dei celebri concerti dei Tre Tenori con cui conquistò il pubblico internazionale insieme a Josè Carreras e al compianto Luciano Pavarotti, avvicinando migliaia di persone al mondo della lirica. E proprio in riferimento a quello storico debutto, è interessante riascoltare un’intervista dell’epoca in cui il ventottenne protagonista della sera di S. Ambrogio, con la voce che tradisce l’emozione, parla dei suoi studi, degli esordi, dell’ammirazione per Giuseppe Di Stefano e dell’entusiasmo per aver debuttato, nel medesimo anno, all’Arena di Verona con Turandot e Don Carlo e, appunto, alla Scala.

Nel corso del concerto celebrativo del 15 Dicembre Plácido Domingo ha interpretato come baritono un repertorio verdiano comprendente pagine da Macbeth, Don Carlo e Il Trovatore, con al fianco la soprano spagnola Saioa Hernández, succeduta ad Anna Netrebko nel ruolo di Tosca della stagione in corso, il tenore Jorge de León  e il basso friulano Ferruccio Furlanetto, accompagnati dall’Orchestra dell’Accademia della Scala, diretta dal Maestro Evelino Pidò, che ha eseguito inoltre le Sinfonie del Nabucco e de I Vespri Siciliani. E sempre ad allievi dell’Accademia, il mezzosoprano Caterina Piva  (Dama), il basso Toni Nezic (un Sicario) e il tenore Hun Kim (Malcolm), sono stati affidati i ruoli secondari del Brindisi e del Finale del II Atto del Macbeth, di cui è stato  eseguito come bis il toccante finale della prima versione dell’opera, andata in scena  al Teatro la Pergola di Firenze nel 1847 e dedicata da Verdi al suocero e mentore Antonio Barezzi.

Il carisma e la freschezza vocale di Domingo, uniti ad una longeva prestanza fisica, inaspettata in un 78enne, hanno scatenato, fin dal suo apparire in scena, il caloroso entusiasmo del pubblico, cresciuto istante dopo istante nel corso del concerto, fino all’ovazione finale che ha profondamente commosso il grande musicista e i colleghi che lo affiancavano. L’affetto del Piermarini per Plácido Domingo non è   certamente una novità ma questo abbraccio, dopo i difficilissimi mesi che l’artista, amato anche per la sua umanità, la classe, il sorriso contagioso, la generosità e l’attenzione riservata ai giovani talenti, ha dovuto affrontare dopo le accuse di molestie sessuali in pieno stile #Me Too dell’Agosto scorso, ha assunto sicuramente un significato speciale. Ha dimostrato infatti l’intelligenza di un pubblico che non ha subito condizionamenti dal becero scandalismo mediatico e dalla gogna della giustizia senza processo dell’era multimediale (se di giustizia si può parlare dal momento che non esistono né prove né un reale capo di imputazione, essendo i presunti fatti risalenti a più di 30 anni fa…) e ha con fierezza  e coraggio ribadito la sua ammirazione per una leggenda della lirica che ha, innegabilmente, regalato interpretazioni intense e forti emozioni nel corso della sua lunga carriera.  Il Gala celebrativo si è poi chiuso con una torta nel retropalco tagliata dal festeggiato insieme alla moglie Marta e ai figli sotto lo sguardo emozionato del Sovrintendente uscente Alexander Pereira, pronto a prendere il timone del Maggio Musicale Fiorentino e a cedere il testimone al francese Dominique Meyer, il quale ha peraltro già riservato, sulla stregua di Yuri Bashmet, Andrea Bocelli, Nicoletta Mantovani, Luca Salsi e  di colleghe come Anna Netrebko, Saioa Hernández, Sonya Yoncheva, e Marìa Josè Siri, parole di stima e supporto nei confronti dell’intramontabile Maestro, ancora molto caro al cuore del suo pubblico.


Immagine I: Un commosso Plácido Domingo riceve l’ovazione del pubblico della Scala stringendo al petto un fiore. (Photo credit: Brescia e Amisano/Teatro alla Scala)

Fonti Bibliografiche:

  1. www. placidodomingo.com Sito Ufficiale del M° Placido Domingo
  2. Franchi S. Una festa per Domingo, Giornale della Musica.it, 16 Dicembre 2019
  3. Arnaboldi G. Milano, Teatro alla Scala-Gala Placido Domingo, Connessi all’Opera, 16 Dicembre 2019
  4. Merli A., Milano, Teatro alla Scala-Gala Placido Domingo, OperaClick, 16 Dicembre 2019
  5. Red. Scala celebra Placido Doming, è standing ovation, La Repubblica-Milano, 16 Dicembre 2019

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo