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Roberto Carlotto già Dik Dik alias Hunka Munka, cantante, autore, musicista presenta Amazzone

Una chiacchiera in compagnia del musicista Roberto Carlotto. Ecco come nasce il suo ultimo lavoro realizzato in collaborazione con AnnaMaria Esposito, Amazzone

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di Fabia Tonazzi

creditfoto pressoffice

Amazzone, Roberto Carlotto, cover album

Qualcosa su di te e di cosa ti occupi?


I miei trascorsi nascono dai miei genitori nonché da mio nonno, esperto caporeparto costruzione aerei e pseudo appassionato direttore d’orchestra, che in futuro si materializzeranno nelle mie due passioni principali: arte e volo.

Come è la tua giornata tipo?

– Qualche sbirciatina alla “mia fidanzata”, una Jaguar anni 50 e qualche toccata e fuga ai miei strumenti, tastiere, che uso nei miei frequenti concerti.

Trovi il tempo per rilassarti?

-Mai, mi annoierei mortalmente.

Cosa sognavi da piccolo?

– Come già accennato, volare e correre con auto da pista, esibirmi in teatri ed incidere dischi nel mio studio di registrazione. Esattamente ciò che poi ho fatto da grande.

Cosa ti piace di più del lavoro che fai?

-Un pubblico che mi ascolti.

Qual è il tuo mantra quotidiano?

-Sognare luoghi sperduti e materializzarli.

Ti identifichi con un personaggio in particolare delle tue canzoni?

Secondo l’armonia della musica che intendo comporre, mi identifico con personaggi reali e qualvolta in voli pindarici e fantasiosi.

Credi che ci sia spazio nella società attuale per i tuoi  protagonisti o si troverebbero spiazzati?

– I miei personaggi sono molto attuali, perché le mie canzoni sono uno spaccato di vita, emozioni, turbamenti ed incontri che la vita regala a tutti.

La cultura e i libri…Hai un riferimento in politica o nella società attuale che ti ispira fiducia?

– Esco a mani vuote, la fiducia è una parola non traducibile. Speriamo in tempi migliori.

Credi che si potrebbe fare di più in merito alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di eventi culturali o sei soddisfatto come musicista?

– Si dovrebbe fare molto di più per i giovani, incentivare le loro potenzialità perché loro sono ponte verso il futuro per trasformare il cambiamento in miglioramento.

Enigma, cover, Annamaria Esposito

Di recente tu hai musicato un album di poesie, “Amazzone”, di Anna Maria Esposito. Vuoi parlarci di questa collaborazione?

– “Amazzone” è  un viaggio dell’anima, dove la musica e le parole ci parlano di un amore lontano che si fa per noi…Maestro di vita.
Il CD è composto da 15 poesie ed io ho elaborato le musiche per le diverse liriche, studiando prima le attitudini delle differenti voci narranti.
Un lavoro che vale veramente la pena ascoltare.
“Ammazzone” lo si trova su tutti i digital store.

Quale è la cosa più insolita che tu abbia fatto nella tua ventennale collaborazione con Anna Maria Esposito?

La copertina del suo libro, “Enigma”, un viaggio a ritroso nelle emozioni di vita precedenti. Un’ opera che racconta il percorso dell’anima attraverso la poesia del Karma.

Quale il tuo ultimo lavoro?

– Un Vinile progressive dal titolo ” Foreste Interstellari “, prodotto da un’equipe di musicisti internazionali. Molto apprezzato dalla critica mondiale.
Ascoltatelo.
Grazie ❤

Roberto Carlotto e il suo trascorso artistico.

Il musicista cantante Roberto Carlotto, conosciuto con pseudomini diversi, Charlott, Otto Karl, Robert Stahel  ed infine Hunka Munka, cominciò i suoi studi classici fin da piccolo, prima fisarmonica poi pianoforte.


Roberto Carlotto in pillole

La sua carriera cominciò prestissimo nel boom degli anni 60. Iniziò a suonare con i “Big 66”, passando in seguito con “I Cuccioli”, per poi esibirsi con gruppi elvetici importanti: Underground, Night birds , Sauterelles, fino a toccare con mano Londra, esibendosi al famoso locale Marquee, dove ha l’opportunità di avere contatti con gruppi inglesi, che gli consentono di fare da apripista a gruppi come Colosseum, Yes, Amazing Blondel, Uriah Heep ed altri.
Oltre la musica, sua grande passionea erano i piccoli aerei e la sua carriera rischiò di essere condizionata, proprio in  seguito ad un piccolo incidente aereo, riportando una ferita alla mano che gli impedì di suonare per diverso tempo.

Ma, grazie alla sua grande forza di volontà, il giovane artista ritornò a suonare, a detta di molti, meglio di prima. Rientrato in Italia iniziò una lunga collaborazione con il gruppo “Anonima Sound” e con Ivan Graziani. Dopo questa esperienza, Roberto Carlotto partecipò a numerosi Live, ad alto impatto emotivo, esibendosi da solo, con il nomignolo “Hunka Munka”, cercando di imitare le grandi orchestre sinfoniche, con le tastiere da lui modificate.

Utilizzava una strumentazione costosissima e monumentale , specialmente per l’epoca: tipo organo Hammond (modificati M102, C3, B3), Mellotron (M400, MK2), Leslie (almeno 8),sintetizzatori vari, effettistiche binson a cascata e delle primitive, ma efficaci, “batterie elettroniche” a nastro. Per trasportare il materiale veniva usato un Tir personale di 20 metri. Il tutto gestito dal suo amico e produttore, Gilberto Amati,  proprietario dell’ Altro Mondo di Rimini , uno dei locali più in voga in Italia degli anni 70.


Roby Carlotto, che possiamo definire anima rock progressive e precursore della musica elettronica, negli anni 70 è approdato nel famoso gruppo italiano “Dik Dik”. Con questa band partecipò, con un suo pezzo “Piccola mia”, al festival di Saint Vincent, raggiungendo le vette delle Hit Parade. Finita l’esperienza positiva dei “Dik Dik”, conosce Alberto Radius,  leader del gruppo “Formula 3”, partecipando ad un suo disco “Carta Straccia”, il quale in seguito divenne suo produttore.


Altra importante collaborazione con una famosissima cantante  inglese Norma Green, disco prodotto da Alex Slosser per Radio Luxembourg.
Inoltre intorno al 1986, venne coinvolto in una nuova serie di concerti con Nunzio Favia, detto “Cucciolo”, ex batterista “Dik Dik”, formando un duo “Carlotto e Cucciolo già Dik Dik”. In seguito, il duo, su consiglio di Giancarlo Castorino, noto impresario, si allargò a 4 componenti.

Dal 2000 in poi, Carlotto si esibisce sia con una sua band, ricalcando le canzoni più famose, con la dicitura “ROBERTO CARLOTTO già Dik Dik”, sia da solista con le sue tastiere modificate.
ANei suoi vari concerti in Europa, grazie al bassista Mauro Rattaggi , ha avuto l’occasione di conoscere una famosa band Rock Progressive  internazionale degli anni 70, gli Analogy-Earth-Bound, fondatori del gruppo i tedeschi, Martin Thurn- Mithoff e Jutta Taylor-Nienhaus, ai quali legato da fraterna amicizia.

Il gruppo inoltre era costituito dal batterista Scott Hunter, dal chitarrista Richard Brett e dal già citato Mauro Rattaggi al basso. Da questo incontro, un primo concerto a Lamezia Terme in un grande teatro, riproponendo brani rivisitati con l’apporto delle sue tastiere, dando origine ad un Vinile e  a un CD live, mixati poi a Londra, dal titolo “konzert” e poi anche a un DVD, realizzato dalla Zero DB Media di Pistocchi Diego & sas.


Dopo Lamezia Terme si sono susseguiti altri concerti: Bloom di Milano, Viterbo festival, Roma Rai presentazione Konzert. Il sound tipico anglosassone, profondamente emozionale, coinvolge immediatamente il pubblico.

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