Mettiti in comunicazione con noi

Musica & Spettacolo

“Paura, coraggio, tristezza, rinascita”, Alba si racconta

Intervista ad Alba, cantante, attrice, artista napoletana d’adozione romana.

Avatar photo

Pubblicato

su

Nell'immagine di copertina, primo piano della cantante Alba. Immagine di Federico Passaro.

di Alessandro Andrea Argeri

Magnetica, dotata di una grazia vocale di raro riscontro, di una timbrica delicata ma al contempo potente, nonché di un’abilità autorale in grado di trasfigurare esperienze personali in narrazioni universali, Alba è una delle proposte più interessanti del nuovo cantautorato femminile italiano. In questa intervista l’artista si racconta.

Alba. Immagine di Federico Passaro.
  • Alba, come ti sei appassionata alla musica?

Mi sono appassionata alla musica quando ero molto piccola, mia madre è un’insegnante di canto e quando ero una bambina lavorava a casa e io ero come ipnotizzata quando lei faceva lezione, mi mettevo sempre dietro alla porta ad ascoltare gli esercizi che faceva fare. Qualche volta provavo a replicarli ed ero convinta che nessuno potesse sentirmi ma ovviamente mi sentivano nello stesso modo in cui io sentivo loro e dopo poco mia madre apriva la porta e mi trovava esattamente lì fuori. Sono stata molto fortunata, perché fin da piccola ho avuto la possibilità di stare a contatto con artisti che anche ora a distanza di tanti anni stimo molto e mi sono di grande ispirazione, come Meg e i 24 grana.

  • Quali artisti ti influenzano?

Gli artisti che più mi influenzano sono senza dubbio quelli che ho ascoltato di più durante la mia infanzia/adolescenza, quindi sicuramente: Norah Jones, Sinéad O’Connor, Meg, Ed Sheeran.

  • Una frase o una citazione che non dimenticherai mai?

“Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti.” (Thomas Edison)

  • Oltre alla musica, hai anche altre passioni?

Insieme alla musica fin da quando ero bambina una delle mie più grandi passioni è sempre stata la recitazione e spesso mi è stato chiesto di scegliere tra le due cose, ma per me si muovono esattamente in simbiosi, di pari passo, e penso che quando si hanno due passioni così forti è bene coltivarle e portarle avanti fino infondo.

  • Hai esordito in Rai ne “Il Paradiso delle Signore”. Ti piacerebbe continuare la carriera nel cinema?

Assolutamente sì! Ed è proprio per questo che sto continuando la mia formazione sia in ambito musicale che cinematografico e non vedo l’ora di avere la possibilità di tornare sul set!

  • Puoi parlarci di “Ciao”, il tuo singolo d’esordio?

“Ciao” è una lettera a sé stessi che porta verso una nuova consapevolezza di sé. Può essere ricondotta a rapporti d’amore, d’amicizia, ma anche, e soprattutto, al legame con l’unica persona dalla quale non potremmo mai separarci né fuggire, noi stessi, che spesso inconsciamente mettiamo da parte per dare più spazio ad altre cose o persone, senza renderci conto che c’è un filo molto sottile tra l’amore nei confronti di qualcosa al di fuori di noi e l’auto sabotaggio.

Video musicale di “ciao”.
  • Volessi descrivere la tua produzione con degli aggettivi, quali useresti?

Paura, coraggio, tristezza, rinascita. Forse “paura” e “coraggio” possono sembrare due cose che vanno in contrasto ma secondo me in questo caso vanno a braccetto, perché ci vuole coraggio per rendersi conto che quello che si sta facendo è “rimandare per paura di fallire” per poi decidere di cambiare le cose, nonostante quella pseudo coscienza, resa distorta da un’immagine di sé falsata e indebolita da etichette e pregiudizi e da qui, la frase: “consapevole di poter capire rompo lo specchio, giro ad occhi chiusi”.

  • Ci sono alcuni versi nel testo particolarmente significativi, ad esempio “ripenso a quel silenzio, è un ricordo assordante”; “quella voce che ti tira ancora indietro, odiala, poi respira guarda in alto e parla al cielo”; “svuoto la mente da memorie nude, copro il rumore dei tuoi passi con parole confuse”. Quali emozioni ci sono dietro?

Sono passaggi che per me segnano le fasi di una nuova consapevolezza, un nero su bianco minuziosamente curato che diventa simbolo della stessa attenzione con cui si curano le crepe e le discromie di chi trova il coraggio di ridisegnare se stesso “sopra un muro di lacrime scomposte”, analizzando avvenimenti e situazioni “leggo tra le righe di ogni tua mancata scusa”, per mettere il punto decisivo ad un capitolo che non va depennato dalla storia della nostra vita, ma riletto con un nuovo sguardo, capace di segnare l’epilogo a dubbi, incertezze e negative vibes; quel “Ciao” che non suona come un “addio”, ma rappresenta una rinascita, dal mondo e da se stessi.

  • La release del singolo è anche accompagnata dal videoclip ufficiale. Com’è stata la realizzazione?

Girare il videoclip del mio primo singolo è stato come riuscire per la prima volta ad unire in modo effettivo la recitazione e la musica e non nego che ero assolutamente terrorizzata all’idea che potesse venire fuori in modo totalmente diverso da quello che avrei voluto, ma devo ringraziare Andriy Yudka, regista del videoclip, per essere riuscito a entrare perfettamente in simbiosi con il testo e con le emozioni che volevo esprimere mentre scrivevo “ciao”. Abbiamo dovuto cambiare all’ultimo minuto molte cose nel videoclip perchè purtroppo qualche giorno prima delle riprese ho avuto un infortunio e camminavo con le stampelle, quindi diciamo che ci sono state delle difficoltà, ma ce l’abbiamo fatta e posso dire di essere soddisfatta del risultato e per questo devo davvero ringraziare tutta la troupe!

  • Quest’anno usciranno altri singoli?

Presto ci saranno sicuramente grandi news, seguitemi per restare aggiornati!

RIPRODUZIONE RISERVATA ©

Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).