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Caravelle dipinge i cieli di fine estate col suo indie-pop

Intervista a Caravelle, cantautore capitolino classe 1997.

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Dopo il successo di “Quello che c’è” ed “Incoscienti” (feat. Mercvrio), Caravelle torna nei digital store con “Luci di Città”, un intreccio di anima e indie-pop.

  • Caravelle, sei laureato in ingegneria aerospaziale, però scrivi canzoni. Com’è nata questa passione?

La passione per la musica c’è da sempre, non a caso ho delle videocassette dove si vede che già all’età di tre anni provavo a premere casualmente i tasti di una pianola con un microfono in mano; forse era destino. Anche i miei hanno comunque contribuito ad alimentare questa passione, accostando dapprima la musica ad ogni momento di quotidianità e dandomi poi la possibilità di studiarla con lezioni private di piano. A livello cantautorale invece sono agli albori, infatti il tutto nasce nel primo lockdown, a Marzo 2020.

  • Perché hai scelto come nome “Caravelle”?

Mi ricollego proprio a Marzo 2020, quando scrissi la prima canzone (mai prodotta). Una volta conclusa la feci ascoltare ai miei amici, che rimasero colpiti per una frase, in particolare “Come Caravelle viaggiamo tra le stelle”. Da quel momento sono rimasto Caravelle; a pensarci bene, è quasi la crasi tra Carl Brave e Gazzelle, due grandi…speriamo porti bene.

  • Ci parli un po’ del nuovo singolo?

Il singolo è un invito ad allontanarsi per un istante dal proprio orgoglio e dalla propria collera, per ritrovare prima se stessi ed, in seguito, il desiderio di comprendere con le “Luci di Città”, quelle ideali della nostra fortezza interiore e quelle effettive dei centri abitati che ci consentono di ritrovare la via verso casa anche nelle notti più cupe, a fare da sfondo e ad illuminare il nostro percorso, tra salite, discese e tutte le incertezze delle mezze stagioni. I problemi diventano piccoli quando i sentimenti sono grandi. Con questo brano, ho cercato di alleggerire la tematica delle discussioni di coppia, non di certo per rendere la questione superficiale e approssimativa, ma proprio perché ritengo che quando c’è alla base l’amore, tutto può essere risolto; ciò che conta è che vi sia la volontà, da parte di entrambi, di fare un passo verso l’altro.

  • Ascoltando i tuoi singoli, mi hai ricordato Carl Brave. Ho indovinato? A quali artisti big ti ispiri?

In assoluto, l’artista che fin da piccolo mi ha ispirato di più è Jovanotti. Se devo però essere onesto, chi mi ha dato veramente la spinta a provarci in prima persona, è proprio Carl Brave con Franco126. Dal primo giorno che li ho ascoltati infatti, ho percepito un’estrema trasparenza di ciò che vivevano e successivamente trascrivevano nei testi. Uno stile di scrittura che mi ha fatto innamorare e quindi, quando c’è l’amore, poi si prova di tutto e così è stato.

  • Credi che si possa fare “Indie” positivo, o è un genere che nasce solo dalle inquietudini?

Ma a dir la verità anche io mi sono approcciato a questo genere con sensazioni di inquietudine, di tristezza. Ad oggi però sono molto più improntato verso ritmi e sentimenti positivi. Non per forza argomenti amorosi devono essere associati ad atmosfere cupe, di rancore o riflessione, se ne può anche parlare con gioia e allegria; certo che il coinvolgimento delle persone diviene meno diretto, perché non si fa leva sui tasti “sensibili” degli ascoltatori, tuttavia credo fortemente che, con la giusta abilità, possa avvenire lo stesso…sarà una mia nuova sfida, e “Luci di città” ne rappresenta l’inizio.

  • Da dove nasce la voglia di descrivere la quotidianità?

Dal voler trovare un pizzico di magia in tutto ciò che ci circonda, anche in un palazzo abbandonato. Poterlo fare attraverso l’arte della musica poi è un privilegio, perché le melodie non fanno altro che esaltare le sensazioni che viviamo. Anche a livello personale penso che, per quanto difficile possa essere dovendosi mettere a nudo, sia bello raccontarsi ad altre persone e sapere di condividere esperienze e sensazioni comuni.

  • Prossimi progetti?

Di singoli pronti ce ne sono tanti, dobbiamo solo capire con Reb quando farli uscire. Prima o poi sarà anche inevitabile pensare all’uscita del primo album, ma vedremo. Per ora dico che mi piacerebbe molto fare qualche feat, senza dire con chi, altrimenti mi prendereste per pazzo…chissà che Rebi non mi realizzi questo sogno. Un saluto a tutti i lettori, ci sentiamo presto.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).