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La Fasano dei Colucci

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di FRANCO LISI

Un libro-album di pregevole fattura “Fasano nel primo ‘900” è stato presentato al pubblico, giovedì 9 giugno, al Teatro Sociale di Fasano. Si tratta di un elegante volume di 142, èdito dalla Faso Editrice di Zino Mastro, che raccoglie un pregevole intervento di Giovanni Quaranta, autore del libro; un ormai introvabile scritto del prof. Angelo Custodero sulla storia della famiglia Colucci rapportata alle vicende fasanesi dal 1400 fino alla Grande Guerra, e oltre 100 immagini dell’archivio fotografico della famiglia Colucci.

Non si tratta di foto sfocate, ingiallite che nostalgicamente parlano dei bei tempi andati, ma di nitide immagini che fermano nel tempo una Fasano, ahimè irriconoscibile di un secolo addietro. Nella biblioteca-archivio della villa Cesaretto (o Cesaretta, come sono abituati a chiamarla i fasanesi) giacevano ben accatastati in eleganti scatole della “Societè Lumiére” (proprio quella del padre degli inventori del cinema Augusto e Louis Lumiére) oltre un migliaio di lastre fotografiche in formato 232,50 x 17,50. “Su ogni lastra – scrive Quaranta – il negativo di uno scatto in bianco e nero, impresso con un nitore, una limpidezza, una luminosità sconosciuta persino alle pellicole. Incollata su ciascuna scatola, una ingiallita pagina di quaderno a righi, vergata a penna stilografica in elegante scrittura, offre preziose indicazioni didascaliche per riconoscere luoghi, persone e circostanze”. Insomma un archivio in piena regola e con materiale di prima qualità così come potevano permetterselo soltanto facoltosi hobbisti. Gli amatori della fotografia, ma anche di altre novità tecniche che il secolo incipiente offriva, erano i fratelli Colucci. Giambattista (detto “Titta”) e Giammatteo (il nonno del futuro, omonimo fondatore, nel 1972, dello Zoosafari di Fasano). Questi fratelli, uno sindaco di Fasano e l’altro parlamentare del Regno d’Italia (governi Saracco, Zanardelli e Giolitti) appartenevano alla famiglia più prestigiosa e facoltosa del paese e per Fasano si spesero soprattutto nel periodo del primo novecento trasformandola da paese agricolo in cittadina industre. Titta Colucci che aveva il mal di pietra, con la preziosa collaborazione dell’ing. Angelo Messeni (quello che progettò il Teatro Petruzzelli a Bari) edificò imponenti edifici e trasformò l’urbanistica del paese conferendogli un aspetto più moderno e autorevole. Le foto raccolte e selezionate dall’editore Mastro ci dimostrano come Fasano era nei primi del secolo quando era ancora paese; altre foto di qualche anno successivo, facente parte della stessa collezione, documentano le trasformazioni. Le immagini parlano in maniera così eloquente che non è stata necessaria una introduzione di tipo sociologica per inquadrare Fasano nel suo tempo.

Un contestualizzazione, invece, tra quella Fasano di inizio secolo e la realtà pugliese circostante l’ha fatta lo scrittore Vito Bianchi, in sede di presentazione al Sociale. Vito Bianchi, partendo dalla famosa relazione Presutti ha descritto il clima della Puglia delle grandi tensioni sociali dei conflitti, delle ansie, delle speranze alimentate da un socialismo che andava radicandosi tra la popolazione pensante, le miserie di una crisi economica che coincideva con il crollo degli investimenti in agricoltura. In quel contesto Fasano era un’isola felice. La lungimiranza del sindaco Colucci, il coraggio imprenditoriale dei “massari”; la intraprendenza di una nuova classe emergente degli artigiani, fecero sì che i fasanesi potessero svincolarsi dalla crisi e progredire in un clima sociale piuttosto sereno e votato al progresso in linea con le nuove tecnologie.

Giovanni Quaranta, che ha firmato il libro, ha spiegato come l’iniziativa editoriale di Zino Mastro gli sia cresciuta fra le mani, grazie anche al lavoro veramente encomiabile del fotografo Chicco Saponaro. Giovanni Quaranta, avvocato, è appassionato di storia, arte, cinema e letteratura ed è, tra l’altro, consulente editoriale della Schena Editore e della Faso Editrice.

Apprezzamenti sono stati rivolti dal sindaco Lello Di Bari e dall’assessore alla cultura Antonio Scianaro. Zino Mastro, nel suo intervento, ha spiegato i criteri di scelta delle immagini privilegiando quelle di interesse generale e che, tramite le fotografie di luoghi persone usi e costumi, riuscissero a dare uno spaccato fedele della Fasano di un secolo addietro.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo