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Processo Mollicone, tante contraddizioni

Il processo per l’omicidio di Serena Mollicone entra nel vivo. Ad oggi non sono molti gli elementi di novità. Il nodo rimane lo stesso che il processo a carico di Carmine Belli non è riuscito a sciogliere. Era Serena Mollicone la ragazza vista la mattina del 1 giugno presso il bar della Valle? Era Marco Mottola il ragazzo visto la mattina del 1 giugno presso il bar della Valle?

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Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Credit foto Pierdomenico Corte Ruggiero

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Il processo per l’omicidio di Serena Mollicone entra nel vivo. Ad oggi non sono molti gli elementi di novità.  Il nodo rimane lo stesso che il processo a carico di Carmine Belli non è riuscito a sciogliere. Era Serena Mollicone la ragazza vista la mattina del 1 giugno 2001 presso il bar della Valle? Era Marco Mottola il ragazzo visto la mattina del 1 giugno 2001 presso il bar della Valle? Una questione cruciale. Perché dimostrare che Serena era con Marco Mottola significa puntellare l’impianto accusatorio. Però le fonti di prova sono le stesse del 2004. La testimonianza della barista, che la Corte d’Assise di Cassino nel 2004 definisce « teste sostanzialmente immemore. All’udienza del 13.2.2004, fl 50 e segg, esordisce asserendo di non avere ricordi di quanto accaduto in quei giorni, anche a seguito dei suoi personali e gravi problemi».  Anche Carmine Belli ha ribadito nell’udienza di venerdì scorso di aver visto una ragazza somigliante a Serena Mollicone nei pressi del bar della Valle la mattina del 1 giugno 2001. Però è stato smentito dal suo socio presente con lui in auto, che ha affermato che l’avvistamento è avvenuto il 31 maggio 2001. Inoltre, nel 2004, la Corte d’Assise di Cassino scrive «A dire dell’imputato, inoltre, l’avvistamento in questione deve essere collocato nella mattina di giovedì 31 maggio, giacché a quella data egli si recò con il collega di lavoro in Isola Liri allo scopo di acquistare la vernice necessaria alle riparazioni da eseguire sull’autovettura Alfa 156, loro affidata con impegno a riconsegnarla per il fine settimana. Il Belli ammetteva di aver inizialmente collocato l’episodio al venerdì mattina, incorrendo in errore, senza tuttavia aver inteso effettuare un volontario depistaggio delle indagini. Una volta avvedutosi – dopo averne parlato con il Tomaselli- che l’acquisto delle vernici presso la Sikkens era avvenuto il giovedì, al collega che lo interpellava sull’opportunità di precisare la data ai Carabinieri egli avrebbe detto: « va bè ormai ci siamo sbagliati e stiamoci zitti così, tanto che succede. Non possiamo riportare in vita quella ragazza»( trascr. Fl 106)». A distanza di anni, queste testimonianze non sembrano poter portare certezze.

Nel 2004 la Corte d’Assise di Cassino stabilisce che la mattina del 31 maggio 2001  Belli e il suo socio vedono una ragazza strattonata davanti al bar della Valle. Ragazza mai individuata. Eppure si tratta di una strana ed inquietante coincidenza. Una ragazza aggredita a 200 metri dal luogo dove, a distanza di 48 ore, verrà ritrovato il corpo di Serena Mollicone.

Rispetto al processo del 2004, tre sono gli odierni elementi di novità. La consulenza della Professoressa Cattaneo che individua nella porta della caserma di Arce l’arma del delitto. La tormentata testimonianza del compianto Santino Tuzi. Il  suicidio di Tuzi.

Questi tre elementi decideranno la sorte degli imputati. Oggettivamente, ad oggi, è un processo indiziario. Non esiste una regola che possa quantificare il numero di indizi necessari per formare una prova. Inutile, quindi, parlare di certezze granitiche con un processo appena iniziato.

Finalmente tutti gli atti sono a disposizione delle parti e della pubblica opinione. Un’occasione unica per dare giustizia a Serena Mollicone. Un’occasione da non sprecare.