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OMICIDIO MOLLICONE E I DUE MARESCIALLI

I testimoni sia della difesa e sia dell’accusa non possono che essere imprecisi dopo tanti anni. Con poche certezze. Mentre una sentenza ha bisogno di certezze.
Certezze che forse arriveranno venerdì prossimo. Quando sarà chiamata a testimoniare la Professoressa Cristina Cattaneo consulente della Procura della Repubblica.

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I due marescialli. Titolo di un famoso film con Totò e Vittorio De Sica. Una commedia, un film per ridere.

Anche la vicenda dell’omicidio di Serena Mollicone è legata a due marescialli. Non esiste spazio per le risate nella tragica morte di Serena. Solo lacrime e disperazione.

Nell’udienza di venerdì scorso, sono stati sentiti alcuni testimoni che la mattina del 1° giugno 2001 hanno avuto contatto con i carabinieri della caserma di Arce. Persone che sono state fermate in un posto di blocco o che sono entrate negli uffici della caserma.

Lo scopo era stabilire quali carabinieri erano in caserma tra le 11 e le 13 e 30.

Per confermare quanto dichiarato da Santino Tuzi, lui e Quatrale erano in caserma. O per confermare quanto sostenuto da Vincenzo Quatrale, dalle 11 e 30 alle 13 e 30 era uscito in servizio esterno.

Come era prevedibile tantissimi i non ricordo. Sono passati vent’anni. Non è facile ricordare facce, orari, dettagli.

Eppure, qualche dichiarazione utile è stata raccolta.

In caserma era presente un carabiniere non identificato e il maresciallo comandante della stazione Franco Mottola.

Un particolare importante.

Vincenzo Quatrale era maresciallo, comandante in seconda della stazione carabinieri di Arce. Franco Mottola era maresciallo, comandante titolare della stazione.

Se Franco Mottola la mattina del 1° giugno 2001, riceve un cittadino che deve sporgere una denuncia di smarrimento, Vincenzo Quatrale dove si trovava?

Dopo l’udienza di venerdì scorso, i giornali sottolineano che è stato dimostrato che la caserma non era vuota la mattina del 1° giugno.

Ovvio che non era vuota. Non poteva essere vuota.

Una caserma dei carabinieri non è entità autonoma. È inserita in una scala gerarchica. Inoltre, la pattuglia esterna di ogni singola caserma è coordinata dalla centrale operativa del 112.

Nessuno, nemmeno Franco Mottola, poteva escludere emergenze in quella tragica mattinata. Incidenti, furti, risse, ecc.

Quindi l’attività della caserma non poteva essere paralizzata.

La domanda rimane sempre la stessa. Mottola era da solo in caserma? Con lui c’erano Tuzi e Quatrale o il solo Tuzi?

Domanda che non ha trovato ancora risposta. E che difficilmente troverà risposta.

I testimoni sia della difesa e sia dell’accusa non possono che essere imprecisi dopo tanti anni. Con poche certezze. Mentre una sentenza ha bisogno di certezze.

Certezze che forse arriveranno venerdì prossimo. Quando sarà chiamata a testimoniare la Professoressa Cristina Cattaneo consulente della Procura della Repubblica.

Dovrà dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’arma del delitto è la porta dell’appartamento presso la caserma carabinieri di Arce.

Sarà questa l’udienza cruciale. Che deciderà la sentenza.

Arriverà finalmente la verità?

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